OMAGGIO AL CREATORE DELLA FESTA DEL CINEMA DI VENEZIA, GIUSEPPE VOLPI DI MISURATA- UN CONVEGNO A VARALLO SESIA

La Mostra del cinema di Venezia è tra gli eventi culturali più importanti del mondo. Qui fin dal 1932 i film sono presentati senza censure e in lingua originale. L’ha ricordato Maurizio Cabona nella conferenza a Varallo Sesia dedicata all’impresa di Giuseppe Volpi: arginare le conseguenze su Venezia della crisi economica del 1929.

Magnate dell’industria e della finanza, Giuseppe Volpi possiede al Lido l’Ho^tel Excelsior e il Grand Ho^tel des Bains. Ma nei primi anni ’30 i tempi d’oro di questi magnifici palazzi sul lungomare paiono lontani. I ricchi americani ormai disertano Venezia. Come farli tornare? Col cinema, quel cinema che dal 1927 ha imparato a parlare. Una brutta notizia per l’Italia, fino ad allora primo produttore di film muti dopo gli Stati Uniti. Invece di tesaurizzare la lira – ne occorrono 90 per una sterlina -, Volpi investe. Prima su Porto Marghera, poi sulla Mostra del cinema.

La prima edizione si svolge sulla terrazza dell’Excelsior. Non c’è ancora il concorso. Il primo film della storia della Mostra è proiettato la sera del 6 agosto 1932: Dr. Jekyll and M. Hyde di Rouben Mamoulian. Subito dopo, grande ballo nel salone dell’Excelsior. Altri film di quella prima edizione sono diventati classici del cinema: Proibito di Frank Capra, Il campione di King Vidor, il Frankenstein di James Whale, A me la libertà di René Clair. Le star restano però gli attori. Il successo della Mostra supera le attese. L’evento attira nelle sale veneziane oltre venticinquemila spettatori.

Il successo porta con sé gli scandali. Nell’agosto 1934, per la II edizione sempre sulla terrazza dell’Excelsior, la prima proiezione di Estasi di Gustava Machaty ne è un esempio. Sullo schermo una diciannovenne – quindi per l’epoca una minorenne – corre nuda nei boschi. E’ “pornografia” per L’osservatore romano. Mussolini si fa mandare il film in aereo a Roma e resta ammirato per le forme, se non per il talento dell’attrice: lo scandalo finisce. Rivestita, la ragazza raggiunge il Duce che ora aspetta lei di persona a Roma. Poi raggiunge Hollywood, dove sarà nota al mondo come Hedy Lamarr. Il produttore Louis B. Mayer la definisce “la donna più bella del mondo”.

Nel 1935 lo smart set non è ancora diventato jet set. Ma i presupposti ci sono. I viaggi però sono ancora lunghi. Il conte Volpi ha ottenuto dalle ferrovie lo sconto sui biglietti di andata e ritorno per Venezia durante la Mostra. Al turismo dei treni popolari s’affianca la prima “vacanza intelligente”. E se gli spettatori arrivano dall’Italia settentrionale, i divi vengono da molto più lontano.

I treni americani impiegano 56 ore da Los Angeles a New York. Qui ci si imbarca sul transatlantico Rex, il più veloce del tempo, e in 5 giorni si è a Genova. Da qui ancora 5 ore di treno e si giunge fino a Venezia… Pochi divi accettano di non lavorare per fare il semi-periplo del globo . Greta Garbo non va a Venezia per sostenere il suo Anna Karenina alla Mostra. Ma a Venezia e sempre nel 1935 arriva (senza film da presentare) Joséphine Baker, che il conte Volpi ha invitato per il successo parigino delle sue danze coperta solo da un gonnellino di banane.

Da parte sua Marlene Dietrich arriva alla Mostra nel 1937. Sul prato dell’Ho^tel des Bains, in un pomeriggio assolato, trascina la malinconia, come se si chiedesse: “Che cosa ci faccio io qui?”. La risposta giunge e il sorriso le torna quando le si rivolge il romanziere Erich Maria Remarque… Anche Jean Gabin – che sarà il suo amore successivo e ben per otto anni – partecipa alla Mostra del 1937 con La grande illusione di Jean Renoir, regista ufficiale del Partito comunista francese. Ciò non disturba il conte Volpi, un diplomatico, non un ideologo. Non solo La grande illusione è da lui ammesso alla Mostra, ma vince un premio, inventato per l’occasione.

Dopo l’estate 1942, l’età d’oro della Mostra declina. Più povera che nell’anteguerra, l’Italia perde il conte Volpi nel 1947. L’anno precedente, la Mostra – sospesa dal 1943 – è ripresa senza di lui e s’è orientata a sinistra. Ma nel settembre 1951 il presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, rende omaggio all’ideatore della Mostra, mandando al Lido il sottosegretario Giulio Andreotti a porre – all’ingresso del palazzo del cinema – una testa di bronzo raffigurante Giuseppe Volpi.

All’edizione di quell’anno si affianca una festa memorabile. Vi partecipano l’Aga Khan III, Barbara Hutton, Gene Tierney, la viscontessa di Ribes, Jacques Fath, il conte Armand de la Rochefoucauld, Lady Diana Cooper, Orson Welles, Gala Dalì, il barone di Chabrol, Desmond Guinness, il barone di Redé, Fulco di Verdura, la duchessa del Devonshire, Hélène Rochas, i pittori Fabrizio Clerici et Leonor Fini. Il costume di Salvador Dalì è disegnato da Christian Dior; quello di Christian Dior è disegnato da Salvador Dalì. Si nota una duplice assenza, però: quella del duca e della duchessa di Windsor, che non hanno accettato l’invito di Carlos de Beistegui. Ma vengono spesso a Venezia in quegli anni e sono ospiti di Nathalie, vedova di Giuseppe Volpi, madre di Giovanni, nato nel 1938. E’ lei, nota tra gli amici come Lili, a continuare fino agli anni ’80 la tradizione delle feste date durante la Mostra.

Nel 1967 Fiona von Thyssen, ombelico al vento, vi appare, memorabile. Disputa la palma della bellezza e dell’eleganza, oltre che la attenzione del giornalista e regista Gualtiero Jacopetti (che nel 1974 sarà tra i fondatori de Il Giornale), a Capucine, diva del momento. Nel 1968 c’è Aristotele Onassis, non ancora sposato con Jacqueline Kennedy. Contende il primato a Richard Burton e a Elizabeth Taylor, entrambi abbastanza allegri… Vent’anni dopo, nell’agosto 1989, un’altra regina d’eleganza farà una delle prime comparse alla Mostra al braccio del principe Dimitri di Jugoslavia, nipote di Umberto, l’ultimo re d’Italia. Alla tradizionale festa di palazzo Volpi, Dimitri è infatti accompagnato da una ragazza torinese espatriata a Parigi, che ha un immediato successo. Si chiama Carla Bruni e, se non porterà mai sul capo la corona di Jugoslavia, vent’anni dopo sarà la moglie del presidente francese.

 


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Continuando la navigazione su questo blog, accetti l'utilizzo dei cookie. Maggiori informazioni

Questo blog utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo blog senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" si permette il loro utilizzo.
Per ulteriori informazioni consulta la cookie policy

Chiudi

Privacy Policy
Cookie Policy