ADDIO AL REGISTA FRANCO ZEFFIRELLI…SCENEGGIATORE, ATTORE, AMATO E ODIATO MA DI CERTO ACCLAMATO

Zeffirelli FrancodownloadLa cosa che piu’ mi rattrista non è solo perdere degli amici prematuramente per malattia, vecchiaia, ma anche perchè quasi misteriosamente si allontanano e li perdi di vista per sempre. Intanto ripiangiamo grandi uomini di cultura, maestri di giornalismo, grandi sportivi, artisti, architetti, politici…stiamo assistendo all’era di nuovi barbari e magari fossero i Barbari che ci avevano invaso…omuncoli, ladri appena prendono una poltrona o un incarico. Se ne salvano pochi. Barbari che porteranno l’Italia in recessione e le spese le pagano sempre i contribuenti onesti e di classe medio basse. L’Europa così non esiste. Non esiste anche davanti  agli ultimi fatti della Germania che ogni sei mesi seda con punture adulti e minori per metterli su aerei e spedirceli in Italia. Lo sapeva bene come andavano le cose Franco Zeffirelli che si alleò con Berlusconi per due legislazioni, senatore e di certo una certa sinistra non la amava. Già Giorgio La Pira suo Maestro glielo diceva durante gli studi compiuti al Convento di San Marco vicino a Franzo Zeffirelli 1d732e4952e_65056607Firenze, sua città natale. Estetica e cultura classica, amore per il Rinascimento e per la bellezza, la professionalità.

Così a 96 anni se ne è andato Zeffirelli, un signore per tanti, per altro un uono crudele che licenziava i sui maggiordomi perchè non avevano pettinato bene i suoi cani. Sognava una morte sul suo letto circondato dagli animali che amava perchè li riteneva piu’ umani degli uomini, piu’ fedeli,piu’ affettuosi. Io inizia a conoscerlo al teatro Manzoni di Milano, dove la sua prosa con grandi attori era molto. Eravamo affini, con me fu sempre un gran signore e di parola…Berlusconi nella lettera aperta l’idomani della sua morte, sul Il Giornale, ha scritto una lettera aperta di grande commozione per l’amico che non lo conosceva solo dal 1996 quando si unì a Forza Italia, ma la loro amicizia aveva radici lontane.

Zeffirelli si portava dentro, nonostante gli elogi della critica, un complesso, quello di non sentirsi amato nonostante gli elogi della critica e del pubblico. Insomma si sentiva come se non meritasse consensi non perchè non riteneva “alta” la sua arte, ma forse una modestia e certi ostacoli ricevuti da istituzioni culturali e quindi politiche anche. All’estero il regista dagli occhi azzurri si sentiva amato e molto apprezzato. La via all’Opera la ebbe dalla Scala e da Londra. Era un “duro” il nostro regista fiorentino con un amore particolare per Milano e per Roma che gli rappresentava la classicità, ma certamente anche la sua Firenze, culla principale del Rinascimento; senso dell’onore, forza di ribellarsi a conformismi o carovane politiche per potere lavorare..anche per questo disprezzava la sinistra culla di tanti artisti, come se la cultura fosse solo di sinistra. “Il mio orizzonte è il mondo”, soleva ripetere. Realizzo’ in extremis la sua Fondazione che raccoglie scenografie, libri, film, fotografie, documenti a disposizione di tutti, una casa per le arti…Un Centro Internazionale delle Arti…nell’ex Tribunale di San Francesco, un sogno realizzato a fatica. Era da tempo che non entrava in Palazzo Vecchio. E proprio a Palazzo Vecchio le sue spoglie sono esposte prima che il feretro vada al cimitero degli uomini illustri; le Porte Sante.

A Palazzo Vecchio ebbe duri scontri con la Fallaci, ma quando morì, lei che soffriva di non avere ricevuto mai il fiorino d’oro, riconoscimento dei fiorentini che si sono operati per opere importanti, quando morì il 17 dicembre 2006, andò da un orafo e lo fece forgiare; durante la sepoltura lo lancio’ nella terra insieme alla sua bara. Zeffirelli amava la sua Firenze e la Fiorentina, un anatea per uno scudetto perduto gli costò 37 milioni di lire…ma or che mi sovvien anche il sommo Dante non venne trattato molto bene dalla sua Firenze. Quanti pregiudizi tra le pieghe di un temperamento difficile ma generoso..Il funerale avverrà oggi nel Duomo, Santa Croce. Due figli vennero adottati dal regista quando avevano 30 anni.

Armonia, estetica, Rinascimento, coesistenza di valori sociali e culturali, si concretizzarono nel ruolo di testimonial all’Ospedale degli Innocenti realizzato da Brunelleschi, che ospitava orfani e dove lui stesso si soffermo’ alcuni mesi da piccolo. Laico e cristiano insieme lascia molti ammiratori in silenzio.  Tra le sue opere cito “La bisbetica domata” del 1967 con Elisabeth Taylor e Richard Burton, tratto da Shakespeare..amava molto l’autore inglese. Vinse due Oscar e numerosi premi. Premiato ad Adward per “Romeo e Giulietta” con la Hussey e L.Whiting nel 1968. Mentre nel 1977 crea la sceneggiatura e la regia di “Gesu’ di Nazareth” la prima serie TV che aprì la stagione dei colossal che si potevano vedere da casa. Nel 2002 “Callas forever” con Geremy Irons e Fanny Ardant. E poi tante opere e spettacoli teatrali …noti in tutto il mondo.

I figli Pippo e Luciano cureranno la Fondazione e i cani tanto amati da Franco Zeffirelli che vivevano con lui nella casa romana dove nel giardino c’è una stattua dove venne sepolto il suo primo cane regalatogli da Luchino Visconti. All’Inizio, una ricca signora ebrea lo invitò nel Circolo degli anglosassoni a Firenze che rivediamo in “Un tè con Mussolini” impersonata da Cher. La signora saldò un conto con la madre di Zeffirelli in maniera tale che il giovane potè continuare a studiare, non solo scuole dell’obbligo, il liceo, ma anche l’Accademia di Belle Arti. A quei tempi “diritto romano” lo insegnava a San Marco un grande sindaco, Giorgio La Pira. Zeffirelli fu partigiano e liberale. La guerra fredda non gli sembrava ancora una soluzione sicura per la pace. Le proteste diceva che la facevano i figli dei veri ricchi e giudicò il fenomeno ipocrita e falso. Voleva realizzare un film sulla rivalità tra Michelangelo e Leonardo…ma non ne ha avuto il tempo. Amò l’arte e lo stile di Rudolf Nureyev con il quale lavorò, amava la Callas anche che con lui diede per certi versi il massimo di se stessa, il regista Rosi, la Magnani, “Onorevole Angelina”, lui stesso vi recitò…Accanto a Visconti, Rossella Falk, Valentina Cortese, Gregory Peck realizzò tanti sogni. Fantastica la “Maria Stuarda” portata al Teatro Manzoni di Milano, ma non riuscì a mettere in scena “Il giovane Toscanini”, non si puo’ fare tutto in una vita sola.

“La Bisbetica domata”, “La Traviata”. “Così è se vi pare” con la Borboni, “Filomena Marturano”, “Chi ha paura di Virginia Wolf”, “Jane Ayre”….e quante volte coinvolse nel lavoro il bravo Giancarlo Giannini…Arrivederci Franco!


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