Al via la settantesima edizione del Festival di Venezia. Sul grande schermo trionfano i romanzi

Si apre domani la settantesima edizione del Festival del Cinema di Venezia con romanzi e thriller che invaderanno tutta la Laguna. Da “The Canyons” a ” Child of God” fino a  “Palo Alto” la letteratura sarà la linea rossa da sostegno a tante sceneggiature. La nostra, nel senso di nazionalità italiana, Emma Dante esordirà con “Via Castellana Bandiera”, ma come spesso accade il grande schermo “miete” vittime d’eccezione come Breat Easton Ellis, già autore di “American Psyco”, questa volta debutta come sceneggiatore per il regista Paul Schrader con “The Canyons”, un titolo che ha già le premesse di fare scandalo con Lyndsay Lohan, attrice alla quale sembrano piacere le porte girevoli delle severe prigioni degli Stati Uniti e James Deen, il grande divo del porno, attesissimo sulla passerella rossa del Lido, un fil che verrà presentato in ogni caso fuori concorso e già disponibile su internet negli USA, senza molti entusiasmi sia dalla parte della critica che da quella del pubblico.
La pagina scritta e il grande schermo sono legati anche dal film “Via Castellana Bandiera” di Emma Dante che ha scritto il romanzo. Si tratta dell’incontro tra due passeggere di auto rimaste intrappolate in un incidente. L’interprete è la stessa regista, Alba Rohrwacher: dialoghi tra un’anziana albanese e una giovane milanese; chi la vincerà? Ma ancora più atteso è “Sotto la pelle” di Michel Faver (Einaudi) affidato a Jonathan Graser che ha voluto la “burrosa” Scarlett Johansson per il ruolo di Jsserley. Il film parla di un’aliena che vaga per le autostrade alla ricerca di prede umane e la critica non sembra apprezzare il tema.
A quanto pare delicato, ma fuori concorso è “A Promise” tratto da “Viaggio nel passato” di Stefan Sweig con Rebecca Hall e girato da Patricia Leconte, una storia di amore e di potere, una love store che penetra nelle piega della politica nella Germania di cento anni fa. Intanto torna Corma Mc Charty dopo “La strada” di John Hillcoat con “Child of God”. interpretato e diretto da James Franco. l’attore in questi ultimi anni più impegnato di Hollywwod. Scott Haze farà da protagonista, l’interprete preferito di Franco che si potrà vedere anche in altri due suoi film: quello omonimo sul garnde Bukowski e l’altro del celeberrimo William Faulkner “As J Lay Dining (mentre morivo), presentato a Cannes. Qui a Venezia farà la parte di Lester Ballard, un inquietante contadino solitario, amante del whisky fatto in casa e della caccia ma che si trasforma in killer spietato sulle montagne Tennesee e intorno a lui anche altri mostri.
L’orrore sembra imperversare a questo Festival mentre non mancheranno le pellicole che ricorderanno questi anni di crisi econonomica mondiale. Ma proseguima con il triller e la letteratura e arriviamo ai fratelli Coen con “Non è un paese per vecchi” che con un sogghino fa trionfare il Male o meglio lo giustifica perchè anche se si uccide o si stupra o si diventa necrofili non siamo altro tutti che figli di Dio. In Italia “Figlio di Dio” è pubblicato da Einaudi. Franco sta lavorando da anni a “Meridiano di sangue”, ossia il terzo romanzo dello scrittore del 1973. “The Counselor” sarrà un’altra opera dello scrittore grazie a Ridley Scott con Javier Bardem, Brad Pitt, Penelope Cruz, Michael Fassbender e Cameron Diaz. Grazie al super attivismo di James Franco il circolo vizioso della letteratura nel cinema prosegue con autobiografi racconti come “Palo Alto”, stiamo parlando della città culla della tecnologia, Silicon Valley: la regista esordiente è Gia Coppola, il nonno è invece Francis Ford e la zia è Sophia sempre Coppola.
A cavallo tra biografia e noir c’è anche la generazione “on the road” con l’esordio inquieto di “Giovani ribelli” che narra l’intro tra Ginsberg, Kerouac e Burroughs. Un film molto atteso che sfilerà il primo settembre alle Giornate degli Autori firmato da John Krokidas, scritto con il suo compagno della Yale, Austin Bunn. I tre autori vengono colti nella loro fare germinale e a fare da collante è Lucien Carr a New York nel 1944, quando a partire dal membro del gruppo letterario, Carr, cercarono di ribaltare il sistema rigido delle regole della Columbia University. Ginsberg e Kerouac avevano un legame profondo, ma un giorno quest’ultimo venne processato per avere ucciso il suo amante David Cammerer (poeta). Un fatto che costrinse il gruppo a riflettere sui loro ideali. “Giovani ribelli” ha un vero cast notevole a partire da Daniel Radcliffe (che la fa finita con harry Potter), nei panni dell’icona gay Allen Ginsberg, John Turturro, Hank Azaria, David Cross e James Franco. Lucien Carr è Dane de Han che porta a conoscenza il nostro vecchio “maghetto” a Rimbaud e alla droga e poi Ben Foster interpreta Williams S.Burroughs. Insomma è sempre l’ora beat a colpi di benzedrina o di poesia. Mentre il vincitore del Festival dello scorso anno Kim Ki -duk è già fuori concorso con altri due film; si tratta del violento “Moebius” bocciato in Corea, tagliato nei Paesi asiatici sarà a Venezia in versione integrale. “Non credo che al cinema debba chiedersi moralità, io devo andare oltre”, ha dichiarato l’autore. Ma si sa che i film vengono guardati anche dai ragazzi o al cinema o su internet e certi esempi possono nel mondo reale trasformarsi in veri drammi…

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