ANTONIO SANT’ELIA ARCHITETTO FUTURISTA (1888-1916) A UN SECOLO DELLA SUA MORTE LA TRIENNALE DI MILANO GLI RENDE OMAGGIO

santelia-1downloadStrasantelia-5imagesordinarie visioni di una città futura ispirandosi ai più avanzati artisti dell’Art Nouveau, senza mai perdere il contatto con la realtà coeva, articolata sulla carta, un puzzle di modelli urbani, in cui ponti, strada coperte, passerelle e edifici massicci ed alti, hanno lo stesso rilevo di case, abitazioni, piazze e stazioni. Tutto deve circolare sotto terra. Veicoli su rotaie tapis roulant, lampade e scritte pubblicitarie per una città che vive elettronicamente, un grande alveare dove il movimento di massa abitativa è sempre la costante.

santelia-3downloadIn occasione del centenario della morte dell’architetto futurista Antonio Sant’Elia, una mostra alla Triennale di Milano composta anche di disegni originali mai esposti e modellini e plastici, nonché fotografie e documenti,  provenienti da collezioni private e dalla Pinacoteca di Como, celebra l’autore del Manifesto dell’Architettura Futurista. Per la “Città nuova” il progettista comasco iniziò a lavorare nell’aprile del 1914. Inizialmente si trattò di lavori per una Mostra del Gruppo “Tentenze nuove” che venne allestita nelle Sale della Famiglia Artistica in via Agnello nel capoluogo lombardo. Ricordiamo che il fondatore del Manifesto Futurista del 1909 fu Tommaso Marinetti. Le straordinarie visioni della città futura si può dire che hanno anticipato forme che solo l’avvento del XXI secolo ha poi visto realizzare da Steven Holl, renzo Piano, Vincent Callebaut, Il MAD o il più recente Google Narth Byshore di BIG.

L’esposizione è a cura di Alessandra Coppa, Maria Mimmo e Valentina Minosi. A presentare l’evento sono stati santelia-4imagesAlessandro Mendini, Fulvio Irace e Andrea Cancellato direttore della Triennale. Il progetto è stato fortemente voluto dal presidente Claudio De Albertis della storica sede espositiva realizzata negli anni Trenta dall’architetto Giovanni Muzio. “La mostra vuole essere l’occasione per fare conoscere anche ai non addetti ai lavori Sant’Elia offrendo al visitatore la ricostruzione anche delle immagini della Milano dove l’architetto futurista aveva deciso di completare la sua formazione professionale santeliadownloadoltre a realizzare un vertiginoso panorama delle architetture che indirettamente o indirettamente si sono nutrite dell’immaginario santeliano”, ha spiegato Cancellato.

Una studentessa che ha curato un progetto per il docente del Politecnico Beppe Finazzi, Deborah Duva, ha realizzato dei simpatici santini su il Santo Elia, vere e proprie omelie in stile architettonico. La prima sezione della mostra è curata da Ornella Selvafolta dedicata al contesto della formazione edilizia e urbanistica nella rete delle comunicazioni internazionali e all’avanguardia nello sviluppo industriale e della cultura tecnologica. Parliamo di processi dinamici e di rinnovamento che si sono poi verificati nonostante la crisi economica e sociale di fine Ottocento, creando un clima così favorevole alla percezione della modernità da parte di Antonio Sant’Elia e del gruppo degli artisti futuristi. Mentre nella seconda sezione  a cura di Alberto Longatti, sono raccolti una quarantina di disegni originali che insieme danno corpo all’idea della città di Sant’Elia . Parliamo di strade e ponti, stazioni ed edifici che si moltiplicano stagliandosi nel cielo. Disegni iconiche che avevano colpito Marinetti ma anche corpi architettonici non finiti non terminati che permettono di cogliere la dimensione di studio e di ricerca di questo grande esploratore che sulla carta si esprimeva dalla con la tecnica al tratto, a china e con tracce di colore. L’allestimento è stato ideato Lucio Speca. La mostra termina l’8 gennaio.


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