ARRIVEDERCI BATTIATO, CANTANTE DELL’ANIMA E DELLA MIA GIOVENTU’ FATTA DI “MECCANICHE CELESTI”…TORNERA’ L’ERA DEL CINGHIALE BIANCO?

“Cerco un centro di gravità permanente che non mi fa mai cambiare idea sulle cose, sulla gente….”. Grazie di averci fatto sognare con il tuo linguaggio, con la tua trascendenza e con il tuo schema di rompere ogni sistema musicale  senza mai abbandonare la vera musica tra classica e pop. Due i tuoi concerti che ho visto con il mio amato Stefano, compagno di una vita, a Verona, dove avevi una camicia bianca e dei calzoni candidi con la vita alta e a Milano al Teatro Nuovo; in questo ultimo te ne stavi seduto su un tappeto con gambe incrociate mentre per almeno 30 minuti una signora anziana cantava e ballavo fuori dal suo posto le tue canzoni a memoria. Da infastidito poi ti eri messo a sorridere…la donna si calmo’ ed il concerto proseguì splendidamente con le tue danze dervisce…

“Le vecchie con le scope rincorrono ragazzi cattive per la strada…che gran comodità le segretarie che cambiano piu’ lingue, deve  sentirsi un imbarazzato un vigile nella sua divisa il primo giorno di lavoro…hai mai visto a Borgo Panigale un sole simile a una aurora boreale…passero sulla torre antica solitario alla campagna vai…i cipressi che a Bolgheri…”. Il tuo parlare in arabo ci affascinava, erano tempi in cui l’Oriente era ancora un gran bel sogno. Il cantore de “La Cura” e di “Bandiera Bianca” ci ha lasciato orfani, forse piu’ noi generazioni di sessantenni.

Ti conobbi a casa tua in zona Porta Vittoria perchè Giorgio Gaber per il quale suonavi nella sua band mi diede uno spartito da consegnarti. Il giorno dopo ripresi dei disegni e delle pagine ricche di note e tu e la tua famiglia (i tuoi erano tutti vestiti di nero…da bravi siciliani fedeli alla tradizione), mangiammo un ottimo minestrone…poi mi hai fatto vedere la tua camera. Era spoglia, c’era un tuo dipinto piccolo appeso alle pareti…la tua chitarra che mai hai abbandonato fino da ragazzino, il tuo leto singolo. A Milano ci sei stato 40 anni. Pochi se lo immaginano. Ti pensavano in giro per il mondo e nella tua Sicilia, dove sei nato e dove sei andato da anni a prepararti a morire. La tua grande casa, dai colori gialli e verdi, un grande giardini una bella recinzione, persiane aperte o socchiuse…erano il tuo mondo..il mondo interiore o un mondo molto grande dal sapore universale.

Sei nato nel 1945 e questo 2021, anno terribile come lo scorso considerata la pandemia Covid Sars 2 ti è stato funesto. Dalle tue canzoni che scrivevi con sentimento e a volte anche divertito e ironico, abbozzando un sorriso timido, usciva tutta “L’era del cinghiale bianco”. Che bella era fu…Ci hai regalato canzoni e musiche stupende coniugate con estro irripetibile, Sgalambro come filosofo ti ha dato tanto negli ultimi anni, ma il vero sacco era tuo…quel filo invisibile ci ha uniti tutti e ci unisce ancora adesso. Con Jannacci venimmo a trovarti in camerino uan sera. Eri sudato e stanco e ti eri tolto gli occhiali…la prima era era appena passata e tu ti apprestavi a dare del nuovo. Io amovo molto anche quando cantavi con la brava Alice. Eravate un’accoppiata perfetta. Ai piedi dell’Etna ti sei coricato martedi 18 maggio, la tua sofferenza era in corso da tempo e nell’ultimo tuo filmato si capiva, ma non volevo vederla. Non volevo vere neanche da un anno a questa parte sulla rete quel tam tam di …gufi…”Battiato sta male…sta morendo”…..

Con te se ne sono andati i miei cantautori piu’ cari: Gaber, Jannacci, De Andrè, Milva….con i quali ci si identificava e si cercava di trovare soluzioni alle nostre “turbolenze”. E morto anche Dalla e tanti cantanti Rock come il Baronetto, David Bowie….Ora ci stringiamo attorno al grande Vasco Rossi…Mi ricordo che ero in auto sotto Natale su una autostrada tedesca dove per vai della neve non vedevamo nulla. Attraversando anche l’Austria sempre con anche il io amato bene, sentivamo su cassetta le tue prime canzoni che cantavamo a squarciagola gesticolando con le braccia come direttori d’orchestra come eri solito fare tu.

Sei morto a 76 anni a Ionia, nella mistica Sicilia terra di conquista araba, spagnola….inneggiavi a un confronto costruttivo. La tua canzone dove parlavi della politica corrotta è piu’ che mai attuale, “Povera Patria”. Sei nato da una famiglia di pescatori, tuo padre ha fatto anche o scaricatore di porto nella Grande Mela, credevi nell’ascetismo e da Catania a New York passando per l’Iran e la Turchia hai raccontato a tanti giovani quanto fosse importante confrontarsi nelle idee, nella religione che in fondo ritenevi universale. Lasciasti Gaber per andare incontro al successo, una scommessa per te. La vinsi, eccome se la vinsi! Però hai fatto una vita geniale in tutti i sensi.

Ti piaceva dondolare mentre cantavi sulla tua sedia a dondolo Thonet, l’avevi portata nell’ex castello della famiglia Moncada sotto i lapilli infuocati dell’Etna. Ma che bello quando cantavi “La prospettiva Nevskj..dove per caso incontravi Igor Strawinskj… Strideva alla nostra estetica di architetti e intellettuali il fatto che mettevi le calze sotto i sandali…Sembravi un tedesco del Sud. Amavi la Germania e la sua musica classica, Beethoven….Cosi vestito danzavi, a volte anche con polacchini, nella botola del palcoscenico ruotando come nelle danze turche e grandi saltelli tali e quaali i balletti russi che dicevi di detestare…qualcuno ti tacciava di destra, lo stesso destino che tocco’ al tuo amico Giorgio Gaber. Nel 1991 denunciavi la Prima Repubblica dando ai politici dei buffoni…non è cambiato nulla…lo sai bene anche tu. Tu che lassu’ senti ogni parola e chissa’ se il mondo che ti eri immaginato, il grande universo al di là è proprio tale e quale grande Franco, l’ascetico. Gesuiti euclidei e centri di gravità….

La nostra Patria continua a essere schiacciata dagli abusi di potere…di gente infame che non sa che cosa è il pudore…Davi messaggi ai piu giovani dicendo che l’Italia si sarebbe riresa…Tu credevi negli Angeli, una sorta di inter-regno tra noi e Dio, il tutto lo mischiavi a musica etnica, colta, rock e pop. Avevi apprezzato la torta del tuo ultimo compleanno, ha detto tuo fratello che ha pensato a un funerale privato ma con la benedizione di un prete amico. Della morte divevi:”Tornero’ nella mia casa antica…”, non avevi proprio paura?  Non credevi in Darwion nella sua evoluzione della specie…eri vegetariano…amavi dipingere, uno stile semplice…”Gigamesh” era un tuo quadro preferito.

Portavi dei grandi occhiali, e i capelli scapigliati con un poccolo codino…mistica Sufi e meditazione orientale, “Fetus” risale al 1971. Il tuo concetto del tempo sospeso…una verità profonda. Eri mancino e in Sicilia essere mancini si dice che vuole dire anche essere diabolici…vecchie credenze…Detestavi l’egemonia del denaro, del potere e delle cose materiali. Fortunato te che sei riuscito a fare questo lavoro con te stesso….avrai avuto anche bravi maestri. Allora caro Franco, metto un CD con …”La stagione dell’amore viene e va…gli orizzonti perduti non si scordano mai. Se penso come ho speso male il mio tempo che non tornerà…mai…”. Le onde gravitazionali ….che gioia risentire anche…”Sul ponte sventola bandiera bianca…”, è vero che gli uccelli volano tra le nuvole …il nostro sistema solare è il notro. Ma era strepitosa “Engagè vous…la musica …mi butta giu’..”…Impegnatevi !!!!!

“Passano gli anni, i treni, i topi per le fogne..passa la gioventu’, tutto cambia, nulla si puo’ fermare, le stagioni, si cambia ideam amore,per noi che….”. Voglio chiudere ricrdando Summer…”…Passammo l’estate su una spiaggia solitaria e ci arrivava l’eco di un cinema all’aperto e un eco tropicale dal mare…e nel pomeriggio quando il sole ci inebriava e copriva le distanze…e il tutto diventava irreale….Solitary beach…” e “Mare mare mare, voglio naufragare, portami lontano sulle onde….”.

Avevi sentito urla di furore di generazioni senza piu’ passato, senza principi…cibernetici Signori degli Anelli…Sciocchi… Ho incontrato …allucinazioni..sfilano…come negli abissi..”- “Noi siamo solo di passaggio..”.


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