CANTIERE DEL NOVECENTO. OPERE DALLE COLLEZIONI DELLA BANCA INTESA SAN PAOLO. 1963 E DINTORNI. MILANO PIAZZA DELLA SCALA

Nuovi segni, nuove forme, nuove immagini. “Cantiere del Novecento. Opere dalle collezioni Intesa e San Paolo. 1963 e dintorni” è il titolo della monografia a cura di Francesco Tedeschi (editore Skira, 12 Euro, 60 pagine con immagini a colori) pubblicata in occasione dell’esposizione milanese in piazza della Scala. Una vera e propria scoperta di tesori mai esposti tutti insieme visibili gratuitamente fino al 27 ottobre in quel bellissimo Palazzo della Banca Commerciale progettato dall’architetto Luca Beltrami, come tutta la piazza e i suoi palazzi, esclusa la Scala nei primi anni del Novecento.

La mostra che è accompagnata da un volume, come sopra dicevamo, si apre con un omaggio a Piero Manzoni e a Francesco Lo Savio, scomparsi ancora trentenni in quell’anno e sia l’esposizione che il libro proseguono con opere proveniente da diversi ambiti artistici sempre di quel periodo, come ad esempio la “Scuola di Piazza del Popolo” a Roma (Mario Schifano, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Tano Festa, Franco Angeli, Titina Maselli…Non mancano quelli del Gruppo Uno, anche questo nato a Roma con il sostegno del critico Carlo Giulio Argan, del Gruppo del Cenobio a Milano e del Gruppo ’70.

Possiamo ammirare insieme a questo insieme di opere importanti i lavori di artisti dell’epoca a cominciare dalle tendenze individuali di Gastone Novelli, Piero Dorazio, Antonio Sanfilippo, Achille Perilli, Sergio D’Angelo, Giò Pomodoro e Antonio Recalcati.

Le opere selezionate per la monografia dialogano con quelle esposte in mostra riunite nelle sale della Banca, dedicate all’arte propagandistica e cinetica e alle vicende degli anni Sessanta. Angelo Verga, Emilio Isgrò, Gambero Pienotti, Titina Maselli, Sergio Lombardo, Gaetano Biggi, Antonio Recalcati, Piero Dorazio, Salvatore Novelli, Piero Manzoni Francesco Lo Salvo, Mimmo Rotella, sono tra le opere più prestigiose esposte.

L’omaggio a Manzoni e a Lo Salvo è dovuto al fatto che le loro opere più discusse esprimono il reciproco interesse per le firme di che compaiono dopo le loro e che possono per l’anacromia dei materiali e delle loro elaborazione dirsi anacronistiche a conferma della qualità e della vasta e sfaccettata linea di ricerca. Aggressioni naturali e trasposizioni bidimensionale dei volumi ci fanno comprendere come le vicende della storia dell’arte a iniziare dagli anni Sessanta e in particolare quel decennio specifico, fossero complesse; temi portanti di un momento di grande fermento anche per il recupero delle valenze rappresentative dei singoli gruppi o artisti che hanno fatto senza aggregarsi ad alcuno, la storia sociale e dell’arte in Italia.


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