CHIEDO SCUSA SE…IACCHETTI OMAGGIA GABER AL TEATRO MANZONI DI MILANO IN NOME DELLA BENEFICENZA PER L'AIRC

<Chiedo scusa al signor
Gaber>, questo il titolo dello spettacolo che Enzo Iacchetti ha tenuto al
Teatro Manzoni in occasione della serata speciale per raccogliere fondi per l’AIRC
(Associazione Italiana Ricerca sul Cancro). Ma non c’è stato alcun bisogno di
scusarsi perché raramente la personalità di un’artista quale il <Signor
G> è stata resa in modo così caldo e convincente come quello scelto
dall’attore e cabarettista luinese, coadiuvato nell’occasione da una band di
quattro elementi, capaci di improvvisazione e contaminazioni, tra musiche
d’epoca e nuove canzonette (Witz Orchestra con il Maestro Marcello Franzoso).
La scena è stata arricchita da sculture luminose di Marco Lodola.

Non è la prima volta che
Iacchetti fa suo il repertorio di Gaber, ma questa occasione ha privilegiato un
incrocio intelligente fra le canzoni più celebri dell’artista scomparso e
monologhi personali, considerazioni esistenziali gaberiane e dialoghi in presa
diretta con il pubblico. Sopra il palco una scritta (<Chiedo scusa…>)
tratta da una canzone di Re Giorgio che si poteva leggere anche come una
<excusatio> con tutta l’umiltà di chi lo ha ammirato tanto e persino
imitato continuando a portare in giro le sue canzoni e persino le sue
considerazioni rivisitate con il tempo presente; <Se ci fosse un uomo…>,
<Goganga>, <Trani a gogò>, <Ma pensa te>, <La ballata del
Cerruti>, <Una fetta di limone>, <L’orgia>, <Come è bella la
città>, <Una brutta giornata> (quella in cui è meglio farsi uno
shampoo), <Un’idea>, <La torpedo blu>, <Porta Romana>….tutte
introdotte da una satira giocata tra l’attore e il pubblico. Battute sui
ciclisti di una certa età che rischiano di schioppare in Val Ganna o sul
Brinzio, convinto che siano le mogli a convincerli a fare sport,  scene in
un supermercato, il segreto per non essere infelici giocando con una cura,
quella del termometro del colosso della Johnson, Cip e Ciop, Eva e Diabolik, il
quarto segreto di Fatima, quello di Clooney e la Canalis, Emanuele Filiberto…
che non ha mai lavorato, Grillo e Casaleggio e la loro avversione ai
parrucchieri, ma battute sono andate anche a quelli che credono che comunicare
e avere amici sia andare su Face Book, mentre la solitudine avanza…Allora
meglio andare al bar come fa Iacchetti quando è a Luino e sapere che quegli
amici che ogni tanto fanno discorsi sconclusionati sono quelli che se li chiami
di notte perché hai bisogno corrono a soccorrerti. E poi ancora risate sui veri
o presunti sogni del comico come andare con la barca prestata dal suo amico del
lago al mare e andare sotto allo Yacht di Briatore e Santoro per farsi cacciare
e insultare….

Il lago è spesso al centro
delle sue comiche ma quando Iacchetti intervalla i monologhi di Gaber ai suoi
sceglie sempre una canzone che li leghi e gioca con il contrasto tra il
tragico, il vero e il verosimile, in nome di quel grande buco nero, di quel
vuoto davanti al quale nessuno sa darsi una ragione. Eppure dice che davanti
all’infinito del mare tanti si sentono liberare la mente anche se questa breve
vacanza da fine settimana significa quattro ore di coda in macchina, al lago ci
si mette un po’ meno ma l’effetto sembra meno efficace perché lo sguardo non va
all’infinito ma si scontra contro le montagne dell’altra sponda e i suicidi e
depressi sono tanti… anche se il vino può consolare, ma un ricco che non beve
cosa se ne fa dei soldi? E allora qui arriva <Barbera e champagne> di
Gaber e un bel discorso nel ricordare il grande Enzo Jannacci che con Gaber ha
sempre lavorato e creato insieme grandi canzoni e spettacoli. Enzino Iacchetti
ha ricordato e cantato anche la canzone <Benzina e cerini> cantata dal
Signor G a San Remo nel 1961, una canzone musicata e scritta dall’amico
Jannacci e cantata insieme alla Monti: <..il mio destino è quello di morire
bruciato…lei mi incendia con un cerino e io brucio d’amor…>. Suona anche la
chitarra il compagno di Greggio,  veri protagonisti di <Striscia la
notizia>, il più bel tg televisivo diretto e creato da Ricci e chiude la
serata ringraziando i generosi ospiti che prima hanno cenato e poi hanno
seguito per due ore e mezzo lo spettacolo che andrà a Mantova e poi proseguirà
il tour benefico per le maggiori città italiane. Invitata sul palcoscenico la
principessa Borromeo ha ringraziato per l’AIRC i presenti e i musicisti e
l’attore che ha avuto con la nobildonna impegnata per l’associazione da
trent’anni uno scambio di battute ironiche e biricchine, ma la signora Borromeo
nata in Toscana, ma di grinta lombarda non gli ha lasciato l’ultima parola. Un
grazie è andato al Teatro Manzoni per l’ospitalità (presenti il presidente
Valda Foscale, il direttore generale Alessandro Arnone con la moglie) e per
AIRC il presidente Piero Sierra circondato dai generosi soci e dalle nobili
dame come Marta Brivio Sforza e Osanna Visconti, ma anche stiliste come Luisa
Beccaria e Tina Bastianini Paleari. Bravi e tutti generosi anche gli artisti
dallo stesso Iacchetti al fedele pianista Marcello Franzoso fino al chitarrista
al soprano e cantante.  Tel. AIRC 800350350 (Via S.Vito 7 Milano) per chi
vilesse aderire alle iniziative a difesa della ricerca sul cancro.

Sorpresa finale prima di un
bis gaberiano, la presentazione e un duo canoro con un certa giovane promessa,
un francese il cui nome d’arte è Martò, in realtà si è trattato di Martino
figlio di Iacchetti. E poi ancora grazie alla Fondazione Gaber, Carpisa,
Esselunga, Lindt, Yamamay. La stagione del Manzoni prosegue con
<Oblivion> , <Prestigi> e <Slipsinside>. Per informazioni info@teatromanzoni.it.

 

 


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