CUCCHI, L'ANTICA PASTICCERIA SI ACCENDE DI NUOVA LUCE. UNGARETTI IN QUELL'ANGOLO DI CORSO GENOVA CI PASSAVA LE GIORNATE A LEGGERE E SCRIVERE

Vetrine splendenti ricche di panettoni, torte, alberi di natale e ruote di cioccolato, abeti adobbati a festa e una sorta di presepe mobile fatto di animali minuscoli e piccole persone. I secchielli pieni di ghiaccio di bottiglie di bolllicine erano ovunque, un tavolo con una montagna di cioccolata sotto la quale colava del buon cioccolato al lattoe per rivestire bastoncini di frutta, cioccolatini Fiat ovunque, come ovunque c’erano zucche lavorate da un pasticcere di Cucchi e da un bravo artigiano, un cinese che lo si può vedere in Cordusio all’angolo della fermata del tram creare veri e propri capolavori origami realizzati con i prodotti della terra…come in questo caso.

La storica pasticceria fondata da Luigi Cucchi nel 1936, prima della guerra era dall’altra parte di Cesare Correnti ed era una tabaccheria considerata alla periferia di Milano. <Dopo la guerra l’attuale palazzo di Corso Genova venne restaurato  e mio padre occupò i locali con le vetrine allargandosi così tanto da fare un caffè con una sala da ballo dove si ballava il tango e il liscio. Qui dietro era considerata una zona limite, passava ancora il tram soprannominato “gamba de legn”, solo dopo vennero altre costruzioni classiche o neoclassiche e i moderni palazzi di Giò Ponti. Così arrivò anche la clientela buona, ma ancora oggi qui vengono tutti, buona borghesia, intellettuali, giovani con pochi euro in tasca e a colazioni da studenti a mamme che accompagnano i bambini a scuola. Abbiamo dei prezzi onesti e siamo parchi nelle spese e nel trasformare il locale in un luogo di lusso. Io ho un’ottantina d’anni e mi ricordo quando avevo quattro anni il locale di mio padre, sarà assurdo ma è vero. La strategia di puntare sul panettone eccellente è sempre stata una nostra prerogativa e poi la pasticceria si è sempre più raffinata…>, racconta Cesare, erede di Luigi alla guida di questo bel angolo di Milano. Ora si può stare fuori ai tavolini anche d’inverno grazie a una vetrata e alla sera a bere un aperitivo sotto il caldo di una lampada dentro a una veranda con sopra un elegante tendone verde scuro, tipico delle tende da sole milanesi di un tempo. Il rinnovo del locale consiste in questa grande e calda veranda, nel lungo bancone che occupa tutto un lato di corso Genova diventato rifatto in stile con una zona bar separata dalla pasticceria, quadri alle pareti di Falzoni ben incorniciate con soggetti tipici di Milano e uno in particolare ha in primo piano un panettone tagliato e sullo sfondo il Duomo. Non mancano numerosi riconoscimenti e dipplomi sempre classicamente incorniciati. I lampadari sono a gocce, eleganti ma di quell’eleganza sobria che piace soprattutto alla sinistra ma che una certa destra non disdegna perchè ama ricordare il dolce stile di un tempo che ti fa sempre sentire a casa.

Tra bollicine di prosecco di Valdobbiadine di Vigneto Giardino, coctails e cioccolata per i ragazzini e prosciutto di Parma tagliato a mano, la festa è proseguita con una grande risottata servita in grandi ed eleganti contenitori d’argento con tanto di tradizionale coperto all’inglese. Certo che Ungaretti non avrebbe sopportato il frastuono di questa serata allegra di brindisi. Allora regnava il silenzio, l’ideale per i comporre versi e il tavolo era sempre quello in fondo alla sala. Oggi da qui per un marron glacè e un pan di miglio passano bocconiani, presidenti di enti importanti milanesi, gente comune, avvocti, impiegati, stupenti universitari, industriali, parrucchiere,architetti, giornalisti,  negozianti dei dintorni e all’ora della merenda bambini con tate o mamme, ma andare da Cucchi è come andare alla latteria sotto casa dove si beveva una cioccolata, niente etichetta esagerata, tranquillità; i giornali non mancano e neppure la privacy volendo. La sobrietà è l’imperativo e per chi non vuole dare nell’occhio è il posto più fantastico che ci sia. La clientela selezionata è in ogni caso garantita ma con tutta la semplicità di questo mondo.

E che dire poi delle milleduecento brioches sfornate fresche al giorno, proprio come lo era il panettone e il pane questa sera, ancora caldo. Oggi che Cesare Cucchi ha voluto dare più respiro alla sua Pasticceria, sono sicura che il sabato e la domenica sarà ancora più piena vuoi per fare una colazione o un piccolo lunch. Ma in questo modo il signor Cesare, ottant’anni ben portati dietri ai suoi occhiali e al suo completo grigio è fiero della sua Casa, una casa dove tutti si trovano a proprio agio, Tra gli aiutanti c’è anche un giovane ragazzo molto carino. moro, dalla carnagione scura che ha un po’ i tratti del padrone. Io ho sempre pensato che fosse il nipote, ma sono certa che con la sua classe farà carriera. e poi ci sono le donne dietro il banco o alla cassa quando non ci sta il signor Cesare; sono loro che sanno chi sono i calciatori o le attrici famosi o televisivi. Il titolare bada poco a queste cose, il suo stile è rimasto quello di sempre, essere al cenro di un’oasi di pace lo appaga e l’aspetto imprenditoriale lo gratifica. Non si è mai lasciato andare e oggi è come se partisse da tre…Il panettone di Cucchi è diventato cult, infatti viene sfornato tutto l’anno fino ad aprile….Chissà come era bello quando l’orchestrina da Cucchi accompagnava i ballerini di foxtrot, il fumo avviluppava tutto e la gioia di vivere fatta di piccole cose era la base della vita. Vai avanti così Cesare e non cambiare mai…Mentre tutto fuori fa rumore, da auto a moto, sotto le fresche frasche dei tigli e dei platani di che contornano Cucchi si ha la sensazione di essere fuoridal tempo e forse in una parigi di qualche decennio fa. Peccato che la sosta il sindaco pisapia l’abbia aumentata ancora, una vergogna, questo è un modo per fare morire i locali e fare scoppiare la depressione a giovani e vecchi. I cinquantenni che tutti i giorni combattono per mantenersi un lavoro si vedono le tasche svuotate e vorrebbero stare un po’ in pace in quell’angolo di Milano che sa ancora di cose di uan volta senza avere l’ossessione di prendere una multa o di rischiare una rimozione…numerose sono le moto e le biciclette legate vicino alla pasticceria. C’è chi si ferma con il proprio cane a leggere un giornale e chi attendo l’amore guardando l’edicola di fronte ricca di riviste e cassette video per tutti i gusti. Il signor Cesare con la sua veranda è riuscito persino ad allontanare i poveri ma insistenti venditori di fiori. Anche questo non è una cosa da sottovalutare, con ttto il rispetto per gli exstracomunitari…


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