DA CASSINA GRANDI MAESTRI DALLA PERRIAND AD ALBINI E NUOVI DESIGN COME FUJIMOTO. ICONE INTRAMONTABILI E UNA SFILATA IN TEMA DI VUITTON

 Architetto, libera, pratica e visionaria al tempo stesso, bellissima con un sorriso innocente, design contesa e c’è chi dice anche protetta da Le Corbusier e da Prouvè con i quali ha lavorato. Erano spesso loro, i grandi Maestri <Moderni> a cercala forse perché fu proprio lei attraverso le sue creazioni più <magiche> a farli pensare in termini di <futuro>, lei che lo era per davvero convinta che <una giornata di vento pungente rende il cielo terso e l’aria più trasparente>. Così iniziò la modernità. Una modernità che per l’occasione la Maison Vuitton ha colto al volo e si è voluta inserire negli allestimenti portando in scena capi della collezione autunno-inverno 2014-1015 ispirata alla figura della designer accanto alla riedizione storica della chaise longue riedita con Cassina e alle <cinque scatole> messe in scena sempre pensate dalla Perriand. Si tratta di grandi e medi oggetti di plexiglass colorato di bianco, giallo, blu, rosso e verde, ispirate al celebre Refuge Tonneau (futuristico rifugio si montagna) del 1938 e illuminate da LED. I capi di Vuitton indossati dalle modelle si ispirano agli anni Trenta e al lavoro di Charlotte, perché anche quelle scatole come la chaise longue fanno pensare al viaggio, ai bauli, alle sdraio comode delle navi dell’epoca, mantenendo là dove era possibile tessuti e pelli e i medesimi colori usati di questa icona del gusto che lavorò fino a 96 anni, fino alla sua morte.

Ora fino al 13 aprile nel grande spazio di Cassina è esposta una delle più bella delle creazioni della Perriand con Le Corbusier e Pierre Janneret riedita in pochi pezzi unici nella versione in cuoio rosa e marrone, lavorati con lo speciale punto sella (LC4CP).

Milano parla di lei, ma non solo perché insieme ai suoi pezzi possiamo ammirare i lavori dei grandi Maestri come Mies Van der Rhoe, Rietvelt, Wright,Mackintosh, Astlund  e l’italiano Franco Albini con sua la libreria <Il Veliero> appesa al soffitto che fa da parete tra una stanza e l’altra e poi ancora la sedia Luisa rivestita in panno rosso o pelle nera, con tanto di braccioli, il tavolo portatile Cicognino (Albini e Helg), in legno chiaro, mogano e verniciato di nero, la poltrona Florenza rivestita di uno splendido tessuto rosso la cui struttura si regge su legno piegato e poi ancora la LB10, un’altra libreria sempre di Albini nata nel 1958 in legno di noce massiccio, palissandro o teak, i cui puntali metallici spingono dal soffitto e toccano il pavimento: in mezzo tante mensole e qualche anta; non manca un tavolo creato anni Cinquanta, smontabile (TL2).

A confronto un habitat sensoriale disegnato dall’architetto giapponese Son Fujimoto, che troviamo anche al Salone del Mobile di Rho, vincitore di un Leone d’Oro, che ha stupito con la sua <foresta galleggiante> ci ha riportato alle origini delle nostre tradizioni, quando lo spazio domestico era modellato dalla natura…


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