IN TRENO DA VENEZIA A TORINO TRA BELLE NOVITA' E BRUTTE NOTIZIE NUOVE A FINE 2013. ANCORA UNA VOLTA L'ARTE MI SALVA
A Venezia non sembra vero, ma dopo anni e anni, raddoppiano le Gallerie dell’Accademia e durante la sua inaugurazione non sembrava neppure vero che qualche assessore asserisse “Sono stati rispettati tempi e costi…”. Al di là dei se e dei ma, si è giunti finalmente a una traguardo. La cosa mi ha quasi commossa, rivedere certe sale dove da giovane universitaria mi fermavo ore e ore a vedere Giorgione e Bellini oppure Lotto, mi ha dato la sensazione che il tempo si fosse fermato proprio lì, mentre il ministro Massimo Bray e e il direttore dei Beni Culturali della Lombardia, Caterina Bon Valsassina, hanno dato via ai cantieri della “grande Brera”. Ma torniamo alle Gallerie dell’Accademia che dopo l’intervento di restauro condotto da Renata Codello, Sovraintendente per i Beni Architettonici, con Tobia Scarpa (5 mila disegni per questo progetto ben riuscito), hanno ridato un segno di come con la cultura in Italia si possa fare industria così come sono bravi a farlo i francesi o gli americani. Abbiamo un patrimonio che tutto il mondo ci invidia e non sappiamo sfruttarlo. La Germania ci invidia e ci odia per questo e forse anche mezzo mondo eppure ci continuano a retrocedere perché la macchina infernale della globalizzazione europea finanziaria segna sempre guasti.
Le Gallerie dell’all’Accademia situate nel complesso di Santa Maria della Carità, furono ideate da Andrea Palladio tra il 1561 e il 1563. Il grande architetto realizzò l’edificio in tre ordini, dorico, ionico e corinzio, ordini sovrapposti. Il cortile e la scala ovata che Goethe definì veramente “..la più bella del mondo”. Fu nel dopoguerra che qui come a Milano gli Spazi dell’Accademia divennero ristretti, ma l’operazione di ampliamento è riuscita bene perché gli Uffici Giudiziari vennero trasferiti a Mestre. Ricordo che nel 2004 furono stati sistemati gli incunaboli e nell’anno successivo partì il grande cantiere che è simile a quello della Veneranda Fabbrica del Duomo, cantieri che non si fermano mai, come la Cattedrale di Gaudì che si dice che sarà pronta tra un anno o anche meno. Allora anche Barcellona sarà in festa!
A festeggiare i 3.325 metri quadrati nuovi c’erano Massimo Cacciari, Francesco Dal Co, David Freedberg, Agnes Huslein Arco e Goncalo Byrne. Il Ministero per i Beni Culturali ha finanziato una cifra di 26 milioni di Euro, su per giù al metro quadrato il costo è di 3 e 400 Euro. Con la Fondazione Vedova (purtroppo privata di quel ben progetto di Renzo Piano che tutti pensavano fosse stabile), la Fondazione Cini e Punta della Dogana, Venezia offre nuove offerte culturali sempre più variegate e interessanti. Ma per carità che non si faccia un altro ponte basta Rialto, l’Accademia e il costosissimo ponte di Calatrava. E per piacere mettete a posto quel buco dove doveva sorgere il nuovo palazzo del cinema (che non ce ne è bisogno) e ripiantate la bella pineta. E poi rimettete il magnifico Hotel del Bains come era prima, un elegante e lussuoso albergo e non toccato quello dell’Excelsior in stile orientale che già l’ultimo restauro gli ha tolto il sapore della storia e dell’eleganza. L’imperativo deve essere conservare l’esistente!
Sono in treno e sto per raggiungere Milano, mentre mi scorre l’occhio su un articolo che ha voluto conservare per leggerlo con più attenzione, quello della scomparsa di un protagonista della memoria di “fabbrica”, proprio oggi che e fabbriche non ce ne sono più. Giuseppe Granelli, definito “La voce degli operai” si è spento il 16 dicembre e un bell’articolo di Corrado Stajano sul Corriere della Sera lo ricorda, raccontando anche che Granelli raccolse le biografie di circa 500 sindacalisti della Fiom. Fu operaio, si può dire per una vita alla Falck di Sesto San Giovanni e ricordo che in quelle fabbriche già quando ero una ragazza erano un po’ dismesse. Così con amici o compagni di studio o cugini ci si girava per quei luoghi che nessuno mai avrebbe pensato che sarebbero andati rasi al suolo. C’era anche la Magneti Marelli, l’Alfa Romeo, la Fiat. l’Innocenti, la Breda, la Pirelli, la Richard Ginori… e sulle pagine di noi ragazzini (qui torno indietro alle scuole elementari) guardavamo ammirati quel progresso, le gomme, la tecnologia, le auto…un sogno che è durato circa 50 anni, troppo poco. Non c’è solo l’archeologia industriale ma c’è anche la letteratura industriale e di quegli anni come non ricordare Vasco Pratolini, Ottiero Ottieri, Carlo Bernari, Paolo Volponi, Primo Levi, Luigi Davì o Vittorio Sereni….ma i nostri ragazzi non studieranno mai quelle pagine di storie le università ridotte a tre anni, la non frequenza, l’ignoranza di una certa classe insegnante, la televisione che non fa più cultura…Vi ricordate il giornalista di Paese Sera, Giorgio Manzini con la sua biografia “Una vita operaia”? Cosa è rimasto di quel mondo? Ben poco e un film “Sperduto nel mare azzurro d’agosto”, con Mariangela Melato e Giancarlo Giannini che le le urlava”…puttana industriale” perché era ricca e preferiva le agiatezze al suo amore, dopo averle salvato la vita. E “Vincenzina davanti alla fabbrica”, la trieste ma sempre bella canzone di Enzo Jannacci scomparso anche lui quest’anno?! Il 2013 ha fatto una strage di persone note e meno note, ma si sa che i giornali e i telegiornali parlano di nomi conosciuti…una strage…Si aggiunge la notizia di questi giorni della morte del grande attore Peter O’Tool, grande interprete irlandese del mitico Lawrence d’Arabia. E’ morto tra successi e lotta all’alcool, ma ha recitato in quasi 100 film. Sono stata nella sua casa rifugio fuori Londra vicino a dei campi militari. Era arredata con grande gusto, letti e scrivanie da campo, libri, oggetti portati via dalle terre che tanto amava. Fuori c’era uan vasca di pietra e pare che l’attore amasse immergersi nell’acqua gelata come una punizione corporea. Ve lo ricordate in “Pussycat” accanto a Romy Schneider nel 1965 (regia di Woody Allen) o in “Come rubare un milione di dollari e vivere felici” al fianco di Audrey Hephurn (1966), oppure quando con Maryl Streep prese l’Oscar alla carriera? Era il 2003. E nato nel 1932 e morto nel 2013. Un eroe da kolossal. Intanto apprendo che Sophia Loren si dice dispiaciuta perché per lei era un amiche con il quale recitò nel film “L’uomo della Mancha, una pellicola diretta da Artur Hiller; fu affascinata da quel Don Chisciotte…
Che voglia di andare a Roma a vedere alla Comunità, un teatro dove ho recitato a Trastevere, lo spettacolo di Giancarlo Sepe ispirato a “Hotel du Nord” di Carmè. Sfoglio il libro di Philippe Daverio “Guardar lontano. Vedere vicino” edito da Rizzoli, mi tuffo per mezz’ora nel Rinascimento, quando ricevo una telefonata da un colega che mi spiega alcuni particolari sulla vita del povero Angelo Rizzoli recentemente scomparso. Gli dico che non me la sento di fare il pezzo, avevo già seguito la cosa quando la sua salute era peggiorata per la vicenda giudiziaria. Ora il fratello Alberto dice “pare si fosse deciso a dimostrarsi innocente”, era suo fratello minore. Dal 1981, dopo lo scandalo della Loggia P2, subisce due mesi di carcere e il sequestro dei beni prima di essere prosciolto. Il fratello Angelo rimase in carcere 13 mesi e durante la detenzione del figlio il padre Andrea muore d’infarto. Ebbe tre figli. Uno con Eleonora Giorgi e gli altri due con Melania de Nichilo. Ci sono ancora tanti punti che andrebbero chiariti sulla storia dei Rizzoli e della Rizzoli. A lui, povero Angelo gli fu negato agli arresti persino il bastone perché zoppicava…Non voglio andare oltre e chiudo la telefonata
Arrivata a Torino guardo la mostra di Renoir alla GAM e poi faccio un salto alla Reggia dei Savoia. Bella e ricca di splendide sale arredate. Poi passo a Palazzo Madama e ne rimango affascinata. Dalla sua torre si vede tutta Torino e le sue vette e anche la gru che sta aiutando a fare sorgere il nuovo grattacielo di Renzo Piano, Ma che ci fa un grattacielo di Piano a Torino? La lotta dei “Forconi” prosegue…schivo la massa e vado a vedere la Pinacoteca Albertina, altro gioiello e poi corro al Mao, Museo d’Arte Orientale, una nuova creatura dell’architetto Bruno, bellissimo con dei pezzi favolosi. Purtroppo non hanno ancora i soldi per fare un catalogo. Che follia, basterebbe uno sponsor anche piccolo, ma siamo in Italia, l’abbiamo già detto che ci vogliono anni per fare risorgere dalle ceneri i nostri tesori. Intanto Pompei crolla definitivamente. Non è un patrimonio dell’Umanità? Dove è l’Unesco, non ha più fondi? Mi devo informare meglio. Vado da Peppino per un caffè e a vedere la seconda fase della Galleria Sabauda, grazie alla creatività dello Studio Albini di Milano e poi aspetto degli amici al Cambio, poi si cambia idea e si va alla Badessa. La sua proprietaria ha scritto un libro di ricette. Curioso! Dormo nel solito albergo delizioso arredato all’inglese e la mattina riparto per Milano perché devo seguire il balletto di Alexei Ratmansky al Teatro alla Scala, ma ho nel cuore la vecchia capitale e il Teatro Regio e quello di Carignano e il Conservatorio. Che bello sarebbe non avere impegni, figli e vagare senza pensare al tempo che scorre, seguire solo il proprio piacere…