Dal successo di "Philomena" al glorioso decennio del Neorealismo

Venezia si affolla e il Festival del cinema lascia un po’delusi. Grande fremito invece per la Regata Storica per la felicità di veneziani e turisti anche se hanno preoccupato non poco, prima della partenza, tre costole rotte degli out-sider, i supercampioni , i grandi vogatori che si contendono da anni il primato della gare della Serenissima. Mentre il Festival del Cinema continua a vogare con ad esempio la versione restaurata di “Pane e cioccolata” di Franco Brusati, un capolavoro di realismo, di emozione e di malinconia.
Tra le novità il fillm poetico firmato dalla figlia del grande compositore Luigi Nono, Serena, “Venezia salva” con David Riondino e Patarina Miroslawic. Nel lavoro di Serena Nono, viene messa in scena la tragedia omonima di Simon Weil. Il racconto è quello del tentato “sacco” di Venezia nel 1618 che parte dalla Spagna, in cui un gruppo di congiurati organizzati dall’ambasciatore spagnolo prepara il piano per annientare la Serenissima e anneterla al Regno di Spagna. L’Ambasciatore affida la missione a dei mercenari, sostituiti all’ultimo momento da un altro “rinnegato” Jaffier: sarà proprio lui a salvare la città mandando tutto a monte, impressionato positivamente dalla sua straordinaria bellezza.
Una sorpresa è il “Walesa” di Anrzey Wajda, fuori concorso di cui c’è stata la conferenza stampa e che sarà proiettato al Lido il 5 settembre. Si racconta la storia dell’elettricista, poi sindacalista, poi presidente della Polonia e di come abbia guidato milioni di persone verso la libertà, senza nasconderne i lati controversi. La sceneggiatura del film ripercorre in parte la celebre intervista che nel 1981 Oriana Fallaci fece al leader di Solidarnosc. A interpretare la giornalista è una Maria Rosaria Omaggio che sembra la fotocopia dell’originale: “Mi avevano sempre detto che le somigliavo e io mi sono applicata studiandola nei minimi particolari dallo smalto per le unghie alle sigarette…”.
Ieri il successo maggiore è stato “Philomena” di Stephen Frears, applaudito con la più lunga standing ovation di questo festival e anche di quelli precedenti. C’è chi ha parlato di un applauso liberatorio dopo tanti brutti films visti. “Philomena” racconta la ricerca disperata di una madre che, separata dal proprio figlio, nato fuori dal matrimonio nell’Irlanda fra le due guerre, intraprende una dolorosa ricerca per riabbracciarla. La protagonista è Judi Deuch, per la quale già si parla della Coppa Volpi come migliore attrice.
Serata di Moda ieri sera alla Terrazza Macerati, dove Jo Squillo ha presentato la collezione autunno-inverno di Krizia, Meschino, Cavalli, Blue Marine, Stella McCartney, Loriblu, Ferragamo per le scarpe, Impero Couture, Alberta Ferretti, Vivienne Westwood, con la partecipazione dell’Oreal, Promolido, Question Marck. La serata andrà in onda su canale 5 e SKY. Mentre sfilavano faticamente le giovani fanciulle dai capelli lunghi con boccoli (poche dai capelli neri) per la lunga e tortuosa passerella che attraversa la piscina dell’Hotel Excelsior (snaturato nel suo arredo durante il lifting appena terminato, togliendo persino le sedute nella grande hall e dipingendo in grigio i mitici Leoni d’Oro di Venezia), Alan Sorrenti (in veste anche di stilista; disegna giacche per show man) ha cantato i suoi successi arrivati fino in America a partire dal celebre “Figli delle stelle”. Pessima l’organizzazione della Maserati che ha lasciato a bocca asciutta invitati illustri e giornalisti. Scarso persino il servizio di champagne arrivato tre ore dopo la kermesse facendo essiccare del tutto i palati, perché non ce n’era per tutti. Senza pensare che dalle 2030 la gente non aveva ancora cenato. La serata è finita alla una di notte circa.
La terrazza Maserati ha ospitato oggi la brava e bella attrice Margherita Buy insignita del Premio Kimeo per il film “Io viaggio da sola” prodotto da Donatella Botti. La stessa Buy, bella e simpatica come sempre, si è concessa a ospiti e giornalisti già la prima sera all’Hotel Quattro Fontane, quartiere generale che da anni ospita in maniera efficientissima il meglio della cinetografia all’arrivo in Laguna. L’Hotel ricco di verde è stato in precedenza una villa sorta sul luogo in cui il patrizio Vittor Pisani, nel 1500 su progetto di Gian Antonio Rusconi, collaboratore di Andrea Palladio, creò il primo casinò destinato alle delizie agresti. Nell’Ottocenno divenne un’osteria frequentata dal poesta Robert Browing, ma fu tra il 1905 e il 1926 che fu trasformato in albergo con tipologia da “chalet” o “cottage” che si voglia.

Una ricerca interessante è stato Non eravamo solo… Ladri di biciclette. Il Neorealismo, documentario prodotto da Triworld Cinema, da un soggetto di Carlo Lizzani, scritto a quattro mani con Gianni Bozzacchi che ne firma la regia, farà parte, con opere del calibro di Paisà di Rossellini e Le mani sulla città di Rosi, della sezione “Venezia Classici”, dedicata dalla 70^ Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia a film restaurati e documentari sul cinema ritenuti di altissimo valore storico e culturale.
Triworld Cinema, società di respiro internazionale composta da imprenditori ed esperti del settore,italiani e stranieri, tra cui Jay Kanter ex 20th Century-Fox, Bruno Benetti Itigroup, Dan Romanelli eGaetano Mastropasqua ex Warner Bros e Alan Ladd junior, nasce allo scopo di rilanciare il ruolo che la cinematografia italiana ha avuto nella formazione dell’immaginario collettivo mondiale. Per farlo ha scelto, come primo di una lunga serie di progetti, il movimento più importante mai espresso dal nostro cinema: Il Neorealismo.
Superata la retorica dei telefoni bianchi, il Neorealismo ha saputo narrare la vita colta nella propria realtà, che in quegli anni significava anche miseria, lotta per la dignità e l’affermarsi per la prima volta sullo schermo di una nuova figura di donna, forte e indipendente.
De Sica, Visconti, Rossellini, per citarne solo alcuni, cambiarono per sempre oltre alle tecniche cinematografiche anche l’iconografia femminile, e questo li rese artefici di una vera e propria rivoluzione culturale.
Questo documentario sul Neorealismo, co-diretto dall’ultimo cineasta vivente attivo in quel periodo: Carlo Lizzani autore di capolavori come Achtung! Banditi! (1951) e Cronache di poveri amanti (1954), racconta i motivi per cui questo movimento cinematografico nato in Italia e durato circa dieci anni, a cavallo della seconda guerra mondiale, ha segnato in modo indelebile la cinematografia in tutto il mondo.
Per farlo Giovanni Bozzacchi, ideatore del progetto, per anni storico fotografo personale di Elizabeth Taylor, passato poi con successo alla regia cinematografica, alterna sapientemente la lezione di Lizzani narratore, le interviste a registi e ad esponenti del mondo della cultura e le scene più significative di film neorealisti diventate ormai di culto. Unico difetto è stato quello di fare apparire lo studio-abitazione di Lizzani come quello di Piero Angela con tanto di video interattivi e un po’ troppa retorica di contorno. Se non altro i giovani sapranno che cosa è stato il neorealismo e la sua importanza.

Le testimonianze dirette di Bernardo Bertolucci, Martin Scorsese, Gabriel Garcia Marquez, Ermanno Olmi, Umberto Eco, i fratelli Taviani, insieme alla colonna sonora originale di Pino Donaggio conferiscono all’opera un valore di documentostorico che candida Non eravamo solo… Ladri di biciclette e il Neorealismo a diventare uno strumento didattico insostituibile per le scuole e le accademie di cinematografia di tutto il mondo.*
*Il Documentario a tal proposito non avrà distribuzione nei circuiti classici ma verrà proiettato in ambienti accademici, a partire dall’Auditorium di via della Conciliazione 4, a Roma, a metà ottobre 2013. www.auditoriumconciliazione.it


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