DAVID LACHAPELLE ESPONE NELLA NUOVA SEDE DI DEODATO ARTE IN VIA NIRONE A MILANO. “POESIA FEBBRILE” IL GRANDE MAESTRO DELLA FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA

“David LaChapelle, “Poems and fevers”, quindi “Poesia febbrile”. Opere, fotografie, alcune simili a quelle della bella mostra veneziana di qualche anno fa di grande e piccolo formato.

David LaCapelle ha sempre voluto inserire una narrativa nei suoi lavori, insieme a sperimentazioni astratte e surrealiste. Insomma ci troviamo davanti a un misto di realtà, sogno , finzione e mito..la mitologia ha un particolare significato per questo artista. Nato nel Connecticut nel 1963, ha frequentato la Carolina School of Art e la sua crescita personale e artistica era partita dalla pittura prima di arrivare  a raggiungere un caleidoscopio unico di colori prima di sviluppare la pellicola.

Dopo il trasferimento a New York all età di 17 anni si trova a dovere allestire la sua prima mostra alla Gallerai 303. Scelto da Andy Warhol per lavorare nella redazione di Interview Magazine.Nel 2005 tra progetti teatrali e fil realizza “Rizewas” proiettato nei teatri di 17 Paesi. Oggi l’artista è un’icona assoluta.

Negli ultimi 30 anni ha esposto nei maggiori luoghi deputati per l’arte dalla National Portrait Gallery di Londra, al Museo de Monnai a Parigi,ma anche al Barbica Centre di Londra, e sempre nella capitale inglese al Victoria and Albert Museum, in seguito a Tel Aviv, al Groninger Museo nei Paesi Bassi, nella Groninga; non manca di allestire le sue opere a Roma al Palazzo delle Esposizioni ma ancora a Parigi a Muso d’Orsay, poi a Milano a Palazzo Reale e infine alla National Portrait Gallery di Washington, alla Casa dei Tre Oci a Venezia, nonché alla Reggia di Venaria Reale vicino a Torino. Tra le mostre piu’ rilevanti, “Fotofotografiska” a New York e al MUDEC di Milano. L’elenco è lungo.

Deodato con il nuovo spazio di via Nerino 1 ha triplicato le sue gallerie milanesi…una è a Roma e consiglio di vederla.

Il linguaggio narrativo, allegorico ed espressivo di questo fantasioso artista, vede il mondo come una profezia. Il suo neumanesimo, se possiamo cosi definirlo è sempre interrotto dai problemi dal destino del genere umano, un modo per penetrare nella cultura popolare, nelle sue pieghe, fatte da nuove piaghe rispetto a quelle sacre e religiose che bn raffiguravano il tema. Prendete a pretesto le grandi opere quasi botticelliane o il Cristo e le Madonne, le Veneri, inserite in un contesto moderno, a volte quasi scandalizzante.

Parlare di Surrealismo è una espressione un po’ forte anche se ormai questo termine viene usato per tutte quelle visioni oniriche ben lontano dalla nostra quotidianità. “In questa era postmoderna i fantasmi non emergono più dalle profondità dell’  ‘Io, provengono da fuori, dal crollo delle utopie e della fede, ….dalle guerre, dalla progressiva distruzione degli ecosistemi”. Come scrive il curatore del catalogo, Gianni Mercurio.

Si puo’ cosi dire che LaChapelle con le sue opere interpreta la profezia di Nietzsche: “Il mondo è finalmente diventato una favola”. L’artista è conscio anche delle idee di Marc Auge’, “The War of Dreams”.

Non dobbiamo che accettare che la verità passa per il paradosso e la forza surreale per questo nobile autore. Gaber, Kelley, McCarthy, Sherman, Smith, Barney…hanno sviluppato la propria ricerca fatta di accumulazioni visive, poetiche macabre o accenni barocchi, sequenze temporali sempre scanditi da narrazioni, modelli di realtà. Cosi ci troviamo di fronte a un bombardamento di immagini, di colori, frutto della rivoluzione tecnologica e telematica. Non c’è piu’ confine tra sogno e realtà. Una realtà moderna che si puo’ definire irrealtà nel contesto culturale di questa società contemporanea.

Le molteplici opere al nuovo spazio milanese di Deodato ci rivelano il vero pensiero di questo artista innovativo:”Entrare in contatto con qualcuno attraverso un lavoro artistico e senza mai conoscersi personalmente è il mio obiettivo finale”.

Se vogliamo chiudere con un’altra frase che sta cara al pensiero di LaChapelle allora è la seguente: “ David LaChapelle’s non è ispirato allo spirito del tempo, è lo spirito del tempo”. Questo quanto riporta la rivista Forbes.

Complimenti a Deodato Salafia, a Beatrice Acerbis per il progetto e la direzione, a Beatrice Bonacalza per il coordinamento logistico e ad Augusto Ozzella per la parte grafica.

La mostra apertasi il 17 novembre chiuderà dopo un mese.


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