DOPO CANNES TOCCA A SAINT TROPEZ: I FURTI CONTINUANO

“La Pantera Rosa” colpisce ancora e da Cannes si sposta a pochi chilometri più in là, nella zona più residenziale di Saint Tropez, dove è stata presa di mira la villa di Gerard de Villiers, autore di una serie di romanzi di spionaggio di cui è protagonista un agente dei servizi segreti francesi che si chiama “Malko Linge”, conosciuto come S.A.S. (Sua Altezza Serenissima); è come se avessero rapinato l’autore di James Bond. I ladri hanno portato via due borse di Hermès ( le Kelly, perché dopo che vennero indossate da Grace Kelly, cambiarono il nome con quello della Principessa di Monaco), due orologi in oro e diamanti e altri preziosi di Van Cleef, e poi ancora abiti griffati, gioielli di ogni provenienza, carte di credito: solo per  i preziosi, sui 200mila euro, più tutto il resto. Nella villa, appesi alle pareti delle varie stanze, anche quadri di Mirò, Botero, Magritte, ma non si tratta di quadri d’autore perché l’autore è  il bravissimo copiatore Jacques Harvey. Stiamo parlando certamente di un furto su commissione, mirato. Nel frattempo a Cannes hanno rinforzato gli uomini della sicurezza.
Al Novotel, dove il gioielliere Chopard ha subito il furto con i gioielli delle stars, si è saputo che la cassaforte è stata smurata e portata via. Come dice un gioielliere che vuole mantenere l’anonimato: “Gioielli di quel genere non si tengono nella cassaforte di una camera d’albergo, meglio sarebbe darli al bureaux dell’hotel che ha una cassaforte centrale molto protetta…”. E perché non anche nei caveaux delle banche? Mistero! Sia in un caso che nell’altro , la cosa assurda è che tutto passa per normalità, forse persino per le assicurazioni…
Novità anche nel caso della donna russo-armena rapita l’altra notte. Si diceva che fosse stata la mafia russa che gestiva un club illecito, mentre si è trattato di un regolamento di conti in famiglia. Il fratello della donna rapita in macchina aveva avuto un litigio con il suo fidanzato francese, che non era molto apprezzato dai parenti della ragazza. Sono volati coltelli e pugni in quello che pareva fosse un hotel senza permesso di ospitalità.
Sono numerose le persone che in questi giorni giungono a Cannes. C’è il Gran Premio e la presentazione ufficiale della nuova linea della “Collezione crociera 2014” di Dior a Monaco, il Festival della Gastronomia a pochi chilometri da Cannes e tanti festival di musica, danza e concerti. L’estate teoricamente dovrebbe essere iniziata anche se il tempo segna sempre 14 gradi. Oggi ci sono state due ore di sole e allora attori e registi tutti a farsi fotografare tra il mare e le dune di sabbia alla Terrazza Martini, luogo deputato e riservato a divi per qualche scatto o interviste video, mentre a fianco del Palazzo del Cinema tra attricette e show-girls è in atto una gara per farsi fotografare con le mises più stravaganti nella speranza che qualche regista si accorga di loro. Un fenomeno vecchio quanto il Festival. La Brigitte Bardot, agli esordi della sua carriera, uscì di colpo in bikini, tra lo stupore di tutti, da uno scalone sulla spiaggia della Croisette. Fu un boom di scatti, penso che le  Kodac, Le Rolleyflex , le Canon e le Nikon, ruppero i loro obiettivi.. Di motori non si parlava ancora e nemmeno di digitale. Quelli sì che erano bravi fotografi!…
Stiamo parlando di un Festival che nacque 66 anni fa.Gian Luigi Rondi ricorda che il primo si tenne sotto a dei tendoni davanti a un vecchio rinomato ristorante e che poi venne trasferito in un albergo vicino al Carlton (oggi non c’è più), mentre nel 1946 iniziò l’orribile costruzione sulla Croisette: un gigantesco edificio di vetro scuro, ferro e cemento pieno di scalinate interne ed esterne dalle quali si diramano ancora oggi un numero notevole di sale di proiezione e sale per conferenze stampa, pieno di fiori per coprire la bruttezza e le imperfezioni delle parti aggiunte all’interno come le scale mobili ad esempio. Una struttura disorganica, che oggi ancora ospita piccole e grandi sale, ma insufficienti per il numero di giornalisti accreditati e paganti o persone munite di invito. Le code per entrare nelle sale è infinito, da un’ora a un’ora e mezza in piedi tra transenne di ferro e spesso con l’ombrello in mano perché pare che questo Festival da sempre sia stato accompagnato dalla pioggia, fatta eccezione per qualche edizione. Trovare un posto pur avendo un accredito per un quotidiano (che hanno la precedenza), un settimanale, un mensile o altro sembra una prova di forza fatta di spintoni e di liti e liti persino con i body-guards, vestiti in abito color caffè latte, i più maleducati con noi giornalisti che stiamo lavorando. ma maleducati in ogni caso. Già ogni volta che si entra nel palazzo è come stare in aeroporto, metaldetector, controllo borse e così via; anche gli ombrelli stanno diventando un problema. Eppure sono così contenti i loro venditori abusivi, africani in generale. Procurarsi un biglietto per un film costa tanto e ci vuole una prenotazione di mesi. Sono migliaia i fotografi appollaiati sulle scale, si, le scale, proprio come quelle che teniamo in casa. Loro si sono fatti così la loro tribuna per potere con lunghi obiettivi potere fotografare la rampa rossa della “montéee des marches” che va nell’eco-mostro del Palazzo. Molte dive vengono accompagnate da auto nere della Renault, partner come Oréal e Orange del Festival.
Intanto di sera fino a notte fonda ci sono discoteche con dj improvvisati, ma molto care lungo la Croisette e anche più all’interno del lungo mare. Joann Frèget, Christophe Guillarmè trionfa per il decimo anno per le sue acconciature, al Park Le Notre Doria Tillir, Sara Forestier e Laurence Ferrari di Canal Plus, Vip Room di Jean Rock, Nikki Beach l’espert Gary Dourdan e Marie Seigner. Al Magnum Cannes Leila Bekhti e Tahar Ramin, alla Terrazza Martini Nilli Adida e Benjamin Cotto…Lilly Wood…
I party di Charles Finch e Chopard hanno avuto maggior successo, ma sono molto blindati ed è difficile entrare per i giornalisti e i cinefili, pochi gli invitati eccellenti. Tra i film della giornata in concorso “L’ultimo degli ingiusti” di Claude Lanzmann, esperto di giudaismo, editore, documentarista, scrittore, l’ottantenne che girò la storia della “Shoà”, in Francia considerato un intellettuale poliedrico, quotatissimo da tutti, un atipico personaggio, veramente interessante, francese. Questa volta racconta la vita di Rayan Murmenstain nel ghetto ebraico di Vienna. Poi “Borgman” di Alex van Varmerdam, un olandese, che nel film racconta come il male entri in una casa comune vestito da barbone. Un sogno? Il demonio? Un’allegoria o semplicemente la proiezione delle nostre paure? Ma c’è anche, nella sezione “Un Certain Regard”, “L’immagine mancante” di un regista cambogiano, Rithy Pann e in un’altra sezione il film filippino “Death March” di Adolf Alix ambientato nella seconda guerra mondiale che mette in luce le allucinazioni e i malori psichici di chi è stato al fronte. Nella sala Bazin “Blood ties” , “Legami di sangue”. Vale la pena vedere Rithy Panh. Ho saputo  oggi che l’attore che fa il padre del bambino scambiato nella culla del film giapponese“Tale padre, tale figlio”, Fukuyama, è anche un bravissimo cantante, oltre che attore, e il padre dell’altro figlio, quello proletario, bravo attore anche lui, è un autore conosciuto di libri per ragazzi, veri best sellers.
Non scordatevi “Monsoon Shootout del regista Amit Kumar: il personaggio del film interpreta un poliziotto indiano alle prime armi che si deve confrontare con problemi più grandi di lui e deve fare i conti con la sua morale e quello che dice il regolamento in caso di casi gravi come la tragedia di un monsone. Ogni scelta, si sa, ha un prezzo.  


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