ESISTERE PER DARE. GIACOMO BALLA DALLA COLLEZIONE DELLA BANCA D’ITALIA DI MILANO.INGRESSO LIBERO

Tutti che corrono e vedono solo il marciapiede pieno di buche, Sala usa i nostri soldi per fare una marea di stupidate, aumenta piste ciclabili, fa posteggiare le auto e moto in mezzo ai viali, cosa pericolossima, il perche’ lo potete immaginare, mette pali nuovi della luce altissimi: risultato le strade sono buie e ultimo ma non per ultimo continua a tenere chiusa la circonvallazione interna , la parallela di Foto Bonaparte, ossia l’arteria che gira intorno al Castello Sforzesco ideata dal Piano Beruto a fine 1800 quando l’architetto Luca Beltrami ristruttturo’ il Castello, ridotto a rovine spagnole e creo’ una nuova arteria che sbucasse in Duomo, via Dante, abbattendo tutto l’isolato del Rebecchino, case veccgie e fatiscenti dando a Milano un ordine e una dimensione di citta’ metropolitana moderna. Fu sempre lui che fede piazza della Scala, la Ragioneria di Stato, La Banca Commerciale e che ristrutturo’ Palazzo Marino, un tempo del Banchiere Marino padre della Monaca di Monza a cui si ispiro’ il Manzoni. Sala non si occupa solo di peggiorare la viabilità di Milano, ma vorrebbe che tutti andassero a piedi o sui mezzi metropolitani e di superficie che sono stipati di gente e che non sempre sono in orario e spesso ne devi cambiare anche tre per arrivare alla tua destinazione. Dipingesse le strisce pedonale cancellate da tempo, il porfido da insabbiare i masselli di pietra che impediscono ai tram di circolare e spesso la gente inciampa e si fa male per davvero. L’ultima illuminazione del sindaco Sala (votato dalla sinistra radical scic di Milano e dai cinesi), è stata quella di cementare e mettere finti paracarri in piazza Cairoli nel lato che da verso l’ ingresso, dove c’è la fontana del Castello Sforzesco, una cementata che urla vendetta ai suoi progettisti che non crea accoglienza con panchine e piante ma chiude definitivamente la bella vista che partiva dal Castello e arrivava in piazza Duomo: risultato piazza Castello è diventata una delle vie dello spaccio e la gente la sera non osa portare giu’ persino il cane a fare i suoi bisogni. Perche’ Sala ci togli la bellezza che ci hanno dato architetti, ingegneri, fabbri, in un epoca d’oro per Milano e la vuoi ridurre a un gran caos di cattivo gusto e di poca qualita’? Perche riempi vie e pure la Banca d’Italia, un monumento storico di cartelli stradali,  ce ne sono davanti, Milano è tappezzata dai tuoi cartelli inutili tutto doppi a due entri di distanza. A qualcuno, sorge il dubbio che girano tangenti e sprechi ingiustificati. Cari politici andate in giro a piedi, sui mezzi pubblici e vi renderete conto di cosa sono le citta’. Vi paghiamo per amministrare bene la “cosa pubblica” e voi ve ne fregate e pensate a beghe di palazzo, ma quando c’è da incassare…Ora pensato che la Regione a fare vaccinare tutti i profughi arrivati a Mialno dalla Ucraina. Il Covid sale del 32 per cento e continua a fare vittime , sempre sulle 150 al giorno. Io non avrei chiuso lo stata d’emergenza il 31 marzo e nemmeno tolto l’uso del Green Pass. Il tempo mi darà ragione. Torniamo alla Banca d’Italia, questo splendido edificio attaccato al Cordusio, imponente, solido ed elegante. Così lo avevano pensato Boito e Nava nel 1800 (Boito fu il maestro di Beltrami e con lui lavoro’ anche ad altri grandi edifici). Proprio qui, in queste splendide sale che si raggiungono con un elegante scalone, gratuitamente e senza prenotazione si puo’ visitare una parte importante della collezione della Banca madre di tutte le banche, quando le banche erano una cosa seria. Stiamo parlando di opere del futurista Giacomo Balla (1902-1940), “Esistere per dare”, in via Cordusio 5. Una mostra pensata in occasione dei 50 anni dalla sua nascita, il torinese Balla entro’ presto in contatto con Marinetti ideatore del Manifesto futurista e della cerchia di grandi artisti e intelletttuali dell’epoca. Piu’ tardi Balla si sposto’ a Roma dove lui stesso organizzo’ una mostra nella galleria Bragaglia (era dei due fratelli, uno era Anton Giulio Bragaglia padre della fotografia futurista). La Casa di Balla a Roma era vicino a Villa Borghese, due locali attigui a un antico convento (a Roma Mori nel 1958 (anno della mia nascita) a 86 anni e non è un caso che in mostra c’è un dipinto della Fontana davanti alla Villa romana sita nel Parco con le sue acque ricche di riflessi.

Ma continuiamo la visita e oltre all’archivio cartaceo e fotografico troviamo il quadro “Colpo di fugile domenicale”, che rievoca l’incidente in cui lo zio, guardacaccia del Re, perse una mano. “Il ritratto di Luigi Boncompagni Ludovisi” che con il suo taglio fotografico testimonia la sua capacità d’introspezione psicologica. Infine, il grande arazzo dal titolo “Mare Velivolato” che incarna pienamente la filosofia della Ricostruzione Futurista dell’Universo”. L’arazzo è stato inviato a Parigi nel 1925 per la Va esposizione internazionale delle arti decorative. Nel 1929 l’arrivo di Balla nella nuova abitazione di via Oslavia Oslavia a Roma, troverà la sua felice rappresentazione in due quadri: “La seggiola dell’uomo strano “ e le “Dalie luminose”, entrambi dipinrti in quel salotto in cui ancora oggi si puo’ ammirare il tavolino su cui poggia il vaso di fiori che dà il titolo al secondo dipinto floreale.

Cn un po’ di nostalgia lascia la citta à di Milano e la cerchia di Boccioni autore che dipinse il famoso ritratto “La città che sale” e “Gente in galleria”, e stringe amicizia nei circoli artistici romani con De Pero e Marinetti e Severini. Nel 1915 viene arrestatato con Marinetti durante le manifestazioni interventiste per l’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale. Nel 1918 dopo l’esposizione alla galleria Bragaglia e subito dopo dipinge nel Cabaret Futurista il Bal Tic Tac invia Milano a Roma e nel 1929 forma il Manifesto dell’Aereopittura Futurista. Ma Marinetti gia’ nel 1909 firma il primo Manifesto Futurista. Gli anni ’30 vedrano pero’ il suo progressivo abbandono del Futirismo….

Diamo per scontato anche i suoi rapporti con il Vate: Gabriele d’Annunzio che sorvolo’ Vienna lasciando manifesti e fu l’artefice della Beffa di Bucari nella quale entro’ entro’ nella rada dove c’era la flotta austriaca. In Mostra un suo autoristratto moderno ..con barba. La Banca d’Italia fu costruita da Nava e Boito abbiamo detto, un’occasione per visitare l’architettura imponente e solida e allo tesso tempo elegante e opulenta, cosa che oggi possiamo solo sognarla. Per una gita fuori porta, consiglio il 26 e 27 marzo la mostra della Camelia a Villa Giulia sul Lago Maggiore (Pallanza-Verbania), ma anche i giardini Botanici di Villa Anelli, Villa Clerici, Villa Giulia e Villa Giuseppina sempre in loco. Una mostra all’interno del Parco di Villa Giulia a cura di Elio Savioli illustra i 200 tipi di Camelie esistenti. Dal Libraio Alberti possiamo acquistare un intero mondo di libri di Botanica e non solo. Gioielli di Flavio Cometti hanno per tema le foglie di Camelia.

 

 


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