LA BARDOT DA 50 ANNI LONTANA DALLE SCENE. UNA SCELTA VOLUTA, INTELLIGENTE. LA SUA RICONVERSIONE PER SALVAGUARDARE ESEMPLARI DI ANIMALI RARI

La risposta più tranchant alla serie televisiva in sei puntata che celebra Brigitte Bardot a cinquant’anni dal suo addio al cinema (avvenne nel 1973, sul set di Colinot l’alzasottane, un titolo che è tutto un programma e che da solo spiega il perché di quella scelta…) l’ha data la Bardot stessa: “Non ne so nulla e non me ne frega nulla, mi importa solo della mia vita vera, non di questi stupidi biopic”. Brigitte Bardot ha ottantotto anni e ancora recentemente è stata inserita in un sondaggio fra i 50 personaggi più amati dai francesi.

Nella serie televisiva, che ferma comunque il suo racconto al 1960, quando BB gira uno dei film da lei più amati, La verità di Henri-George Cluzot, vede nei suoi panni la ventenne Julia de Nunez, mentre il ruolo di quello che fu il suo fidanzato-marito-pigmalione è stato affidato  a Victor Belmondo, nipote del mitico Jean Paul Belmondo. Registi dono Daniéle e Christopher Thompson, rispettivamente madre e figlio…

Nella serie televisiva ci sono dunque fondamentalmente i primi anni di successo, a cominciare da Piace a troppi (il titolo originale era Et Dieu créa la femme), ma mettendo la sordina su quella che fu una vera e propria gavetta, il cosiddetto periodo italiano culminato in quel film, Mio figlio Nerone, dove interpretava Poppea e dove si concesse il primo lusso da diva: il bagno nel latte di mucca anziché nell’amido di riso, che dopo ore di luci e caldo sul set si trasformò in yogurt: “Così si conclusero le mie vacanze romane e i miei capricci di star in erba” scrisse lei nella  sua autobiografia Mi chiamano BB, in Italia pubblicata da Bompiani.

Oltre al rapporto con Vadim, sempre in quel film che la lanciò, viene sottolineato l’latro grande amore dell’epoca, quello con il giovane Jean-Louis Trintignant che nella pellicola interpretava il ruolo del fratello dell’uomo da cui la conturbante ragazza era attratta. Il successo del film, la fine del matrimonio con Vadim, la storia d’amoree appunto con Trintignant  daranno il là a quella caccia dei paparazzi che durerà per tutta la sua vita  e contro la quale cercherà sempre di opporsi, rivendicando il suo diritto alla privacy.

Come dice BB appunto nella sua autobiografia ciò che fu in fondo alla base del suo successo consisteva nel “non fare parte del sistema: era questa la cosa nuova e sconcertante. Delle convenzioni me ne infischio, ecco perché sono stata chiamata ‘tizzone dell’inferno, provocatrice, donna di malaffare’ quando non c’è persona più semplice, spontanea e schietta di me”.

Il 1960, l’anno in cui la serie si chiude (per il momento) e che noi vedremo prossimamente su Canale 5, è anche l’anno di un celebre libricino che Simone de Beauvoir, l’autrice di Il secondo sesso, le dedicò e dove si diceva che il suo erotismo non era magico, ma aggressivo: “Nel gioco dell’amore è egualmente cacciatrice e preda. E’ questo che ferisce l’orgoglio maschile. La naturalezza di Brigitte Bardot sembra loro più perversa di tutte le sofisticazioni. Disprezzare i gioielli, i belletti, i tacchi altyi rinunciare alla linea, è il rifiuto a costituirsi irraggiungibile idolo: è confermarsi a somiglianza dell’uomo, suo pari, è ammettere fra i due sessi una reciprocità di desiderio, di piacere”.

In realtà, nessuna come BB è riuscita a incarnare il senso panico di un erotismo amorale e impudico, naturale e innocente. L’impressione che si aveva guardandola sullo schermo era quella di una divinità pagana per la quale fosse doveroso perdersi, senza colpa e senza espiazione se non per la sofferenza che il successivo abbandono avrebbe provocato. Lo scandalo  e il fascino della Bardot non derivavano dall’aver consapevolmente infranto dei tabù, quanto dalla naturalezza con cui li infrangeva, perché non la riguardavano, non erano un suo problema. Uno scatto del 1965 la vede bocconi su un divano, due rose rosse nei capelli e un braccialetto al polso come unici indumenti-ornamenti: è in piena luce nella penombra della stanza. Una principessa barbara, inerme eppure invincibile…


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