LA RICERCA DEI SENSI DELLA SIGNORA DELL’IMPERO CELESTE FANG ZHAOLIN DA OGGI AL MUSEO DELLA PERMANENTE

Fang20. Fang Zhaolin, Scena lavorativa, 1990, inchiostro e colore su carta di riso, cm 123x123Come non rimanere affascinati dalla “Signora del Celeste Impero”…..  Il Museo della Permanente di Milano, in collaborazione con il Museo Xuyuan di Pechino, ospita dal 15 giugno al 10 settembre la prima grande retrospettiva italiana dedicata all’artista cinese Fang Zhaolin, nata a Wuxi nella provincia dello Jiangsu nel 1914 e scomparsa a Hong Kong nel 2006 all’età di 93 anni.

E’ stata allestita nella bella Palazzina progettata da Luca Beltrami dedicata alle Belle Arti in via Turati 34, con tanto di fregi e affeschi, purtroppo ora in parte scomparsi la mostra Fang Zhaolin. Signora del Celeste Impero, patrocinata dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano, curata da Daniel Sluse (direttore della Académie Royale des Beaux Arts di Liegi) con la collaborazione di Jean Toschi Marazzani Visconti, ripercorre attraverso 66 opere – alcune di grandi dimensioni e tutte realizzate su carta di riso con pennello intinto in inchiostro nero o in pigmenti colorati – l’intero percorso pittorico di Fang Zhaolin, erede della tradizione artistica cinese, ma capace di creare uno stile che rispecchia lo spirito moderno del suo tempo.

Figlia dell’industriale Fang Shouyi, assassinato nel 1925 quando lei aveva solo undici anni, sposatasi con Fang Fang 2Xingao dal quale avrà otto figli, rimasta vedova a soli trentasei anni, Fang Zhaolin riesce ugualmente a studiare e dipingere malgrado debba continuare a gestire la società del marito per poter mantenere i figli e ottemperare ai numerosi e pesanti impegni familiari. Fang Zhaolin, personalità forte e intellettualmente libera, considerata oggi una delle figure prominenti della pittura cinese del XX secolo, ha creato con la sua pittura  un ponte tra l’arte cinese e l’arte occidentale, perseguendo la ricerca di un linguaggio artistico che fosse radicato nella tradizione cinese ma che, al tempo stesso, si spingesse al di là di essa. Fang Zhaolin realizzò una costante trasposizione e fusione degli elementi visivi dell’arte tradizionale cinese e dell’arte modernista occidentale.

Testo  di Daniel Sluse, curatore mostra e Direttore dell’Académie royale de Beaux-arts, Ecole Supérieure des Arts della città di Liegi in Belgio parla della “Ricerca dei sensi”. La pittura cinese ha più di 5000 anni di una tradizione sorretta da una dimensione spirituale, dall’arte del pennello e del gesto, dal fascino e dalla poesia. Questa pittura, conosciuta male in Europa, da più di un secolo vive un periodo d’inquietudine dovuta all’incontro di due civiltà. Questo incontro porterà dei cambiamenti sociali, politici e artistici. Un buon numero di giovani artisti cinesi tenta oggi, con coraggio, di uscire dalla morsa della tradizione senza rinnegare ciononostante l’origine e la filosofia che li guida. Fang Zhaolin è una di questi artisti, formata da grandi maestri cinesi come Chang Dai Chien.

Viaggiatrice instancabile, alla perpetua ricerca delle proprie radici, essa incontrerà l’arte moderna, che la porterà a una maggiore comprensione della propria cultura. “Come pittrice cinese, ci si deve consacrare a perpetuare la grande tradizione artistica cinese, che è profondamente radicata nel paese e, allo stesso tempo, cercare di uscire dalla routine per creare una nuova visione” (Fang Zhaolin) . L’artista metterà costantemente in pratica questi principi nella sua pittura. I suoi paesaggi di grande formato ricordano e pongono domande sulla Cina del XX secolo e in contrapposizione sulla Cina di domani.

Certamente, siamo di fronte a una pittura che risente delle convenzioni tradizionali, ma sono capovolte, è una pittura sottile e Fang Zhaolin, maestra nell’arte del pennello e dell’inchiostro, la nutre d’innovazioni tecniche e d’immagini interiori guidate dalle sue emozioni. La sua pittura si guarda con il cuore, è stata d’altronde realizzata  con il cuore e se la sua opera può essere qualificata fascinosa, non di meno l’impegno politico e sociale è molto presente ed espresso con dolcezza. Il sussurro diventa voce vigorosa, portatrice di convinzioni, d’amore per il suo paese e di speranza. Fang Zhaolin s’inoltrava nel paesaggio, passeggiava fra le montagne che voleva rappresentare, sentiva profondamente i luoghi prima di stenderli sulla carta, ne esplorava i  misteri, che erano una delle sorgenti della sua ispirazione, rafforzando così il suo carattere combattivo e l’impatto della sua esperienza.

Trasferitasi a Londra, con la memoria riempita di sensazioni e d’immagini, realizzerà la maggior parte dei suoi paesaggi  lontano dal suo paese, con unico scopo: la ricerca dei sensi. I suoi paesaggi ci trasportano in un’illusione di bellezza, non sono solo paesaggi, sono i testimoni del suo amore per il paese natale e della sua rappresentazione sensibile, ma sono anche il riaffiorare della miseria umana. La sua opera è abitata dall’umanità, l’essere umano è sempre rappresentato a parte alcune eccezioni, tanto l’artista crede nell’uomo e nella sua capacità di sormontare l’insormontabile. L’arte di Fang Zhaolin ci mette in comunicazione con la natura, ci riconcilia con essa e ci guida in una nostra ricerca interiore.

Con il testo  di Daniel Sluse, curatore mostra e Direttore dell’Académie royale de Beaux-arts, Ecole Supérieure des Arts della città di Liegi in Belgio, torniamo a parlare dei “Sensi”.. La pittura cinese ha più di 5000 anni di una tradizione sorretta da una dimensione spirituale, dall’arte del pennello e del gesto, dal fascino e dalla poesia. Questa pittura, conosciuta male in Europa, da più di un secolo vive un periodo d’inquietudine dovuta all’incontro di due civiltà. Questo incontro porterà dei cambiamenti sociali, politici e artistici. Un buon numero di giovani artisti cinesi tenta oggi, con coraggio, di uscire dalla morsa della tradizione senza rinnegare ciononostante l’origine e la filosofia che li guida. Fang Zhaolin è una di questi artisti, formata da grandi maestri cinesi come Chang Dai Chien. La mostra alla Permanente di Via Turati 34 a Milano chiuderà i battenti il 10 settembre 2017.

 

 

 


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