LUCIA BOSE’. NASCITA DI UNA STELLA. A MILANO NELLA STORICA PASTICCERIA GALLI, OTTOVIO MISSONI LA CORTEGGIAVA. MA SARA’ LUCHINO VISCONTI A SCOPRILA GRAZIE A SUO CUGINO. UN LIBRO LA RICORDA .MORTA A 89 ANNI

Bosè 1downloadAmori, film, toreri e angeli. Questi i suoi quattro imperativi. Poi vi spiego meglio. Tutto è iniziato a Milano nella nota pasticceria Galli specializzata in Marron Glacè e cioccolati, ma anche favolose caramelle, frutti canditi, colombe e panettoni…

Bella elegante, semplice ma dallo spirito indipendente. Erano gli anni Trenta, quando già volle da ragazza tagliarsi le trecce e per allora era uno scandalo. Da bimba non aprì gli occhi per cinque giorni e Lucilla si trasformò in Lucia, patrona della vista…li aprì e con quegli occhi già a 13 anni dovette rifugiarsi da un parente per salvarsi da un ammaliato soldato tedesco. La madre le fu sempre accanto e fu proprio lei a confezionarle abiti moderni e un costume negli anni Cinquanta che fece scandalo ma che la portò a diventare Miss Italia. Come dicevo, dopo la guerra lavorò da Galli e dopo le richieste cortesi dello stilista Missoni, fu la volta di Luchino Visconti  che le disse: “ Hai un viso fotogenico. Farai fortuna”.

Un ragazzo del rione dove abitava invia a sua insaputa una foto alla Redazione dell’Europeo in occasione di Miss bosè e dominguindownloadItalia 1947. A soli 16 anni la ragazza, la “tusa” in dialetto milanese, si presenta alla giuria con scarpe basse un po’ imbarazzata dal proprio costume che ha voluto cucirle addosso la madre. Lei fischia come un maschiaccio La vittoria è sua e Gina Lollobrigida arriva terza.

PICASSOimagesIn quella Giuria c’era anche Edoardo Visconti di Modrone, un uomo serio di 39 anni. Il suo fascino era indiscutibile. Le chiede di poterla rivedere per un gelato o un caffè…Edoardp si prese la briga di educarla, di darle una cultura, di insegnarle il galateo, il portamento, l’arte..lei apprese molto, ma spesso replicava:”Sono quella che sono perché lui ha modellato in me ogni cosa”. Lui era separato e con due figli. Il rapporto diviene intimo. Si trasferiscono a Roma perché lei ha in testa il cinema. Va avanti lei e trova una pensione, Ha 18 anni e la sua seconda casa diventa quella del regista Luchino Visconti, fratello di Edoardo che la appoggerà sempre, la consiglierà nelle decisioni. La sua casa mondana fa a caso suo. Ma fra amore e cinema sceglie il cinema.

Il libro fresco di stampa:”Lucia Bosè. Una biografia”. (ed.Sabinae),a cura di Roberto Liberatori fa un quadro non solo di un’attrice ma anche di una donna con tutti i suoi pregi e le sue debolezze..la sofferenza per gli amori del toreador Dominguin di grande fama, il migliore…la morte del quarto figlio appena naato. Tre femmine e un maschio, Miguel che prende in nome d’arte di Miguel Bosè, bravo cantante, musicista, ballerino, show man…Lei gli insegna tutto. Lui è stupendo, le assomiglia. Non piu’ giovanissimo fa un incidente stradale che gli segna il volto, ma rimane lui e lei lo segue in tutto con tutta l’anima. Vivono a Madrid e una casa a Roma. Io Miguel l’ho conosciuto all’Hotel Diana di miguel bosèdownloadMilano nel magnifico giardino durante un evento, dolce, bello e affabile, intelligente..Non mi importa se dal sesso dubbioso, lo adoravo prima da ragazzina con le sue canzoni e il suo look. Ho ancora una foto con lui in maglietta e jeans scampanati.

Torniamo a Lucia Bosè. Si fa soffiare per un pelo “Riso amaro” dalla Mangano, però il suo fascino discreto esplode in “Cronaca di un amore” di Michelangelo Antonioni…Lui racconto’..:”Aveva 19 anni quando la vidi. Non avevo mai visto una donna così bella e affascinante, dolce e austera al tempo steso”. Venne soprannominata “La ragazza in tailleur”. Portava anche giacche maschili e perle al collo. Acquistava scarpe su scarpe, una vera collezionista eppure da giovane i tacchi non li poteva soffrire.

Piero Tosi, grande costumista e sincero amico le da qualche suggerimento importante. Si affeziona a lei anche Franco Zeffirelli e un altro regista Mauro Bolognini. Tutti, compreso il sarto Umberto Tirelli formano la “banda dei fiorentini”.

Con Mario Soldati la Bosè è sul set con Mario Soldati dove conosce Walter Chiari. Nasce un ‘amicizia e un amore. Quando lei si ammala di tubercolosi è Walter Chiari a starle vicino e  a farla curare..La convalescenza la fa a casa di Luchino Visconti. Qui nasce una relazione sbilanciata per vari motivi.

A cambiarle la vita una festa in Spagna  dove incontra il grande amore della sua vita: Louis Dominguin, erede di Manolete..ora celeberrimo torero incontrastato. Si sposano a Las Svegas. Ho visto a Madrid i balconi della loro abitazione familiare  in piazza Santa Anna vicino all’Hotel Cristiana dove alloggiavo.

Che emozione scovare quella abitazione nascosta tra piante e fiori con i tipici banconi in ferro battuto lassi e larghi, Due negozianti storici, uno un macellaio e l’altro un libraio me lo avevano indicato. Cos’ sotto la Statua di Garcia Lorca che qualche anno fa ricorrevano i festeggiamenti o per la nascita o per la morte, statua che domina quella deliziosa piazza, mi sono seduta fieri me come grande Detective. Perché poi le cose belel della vita sono anche queste. Come trovare Le Cabanon di Le Corbusier in Costa azzurra non lontano da Cap Ferrat. Sotto il suo rifugio-studio si apriva una spiaggia immacolata e un mare verde azzurro, dove l’architetto svizzero padre dell’architettura moderna amava nuotare per ore e fu li che morì in acqua per un malore.

Con Oriana Fallaci confessa i suoi progetti su Dominguin..l’intervista fu lunga e inattesa. Correva l’anno 1955 e lei lascia il cinema per dedicarsi a lui e alla famiglia. Tra Madrid e la tenuta nella Mancia scorre la loro vita. Louis era geloso, non voleva che lei parlasse italiano e che uscisse sola. Solo l’autista le era consentito. Ma nel 1956 lui decide di tornare nell’Arena. Il grande toreador doveva vivere tra sangue e arena. (magnifici i libri di Hemigway a tale proposito). Le tournèe ricomiciano e Lucia lo segue in Messico incinta di 8 mesi di Miguel. Miguel nasce lì. Nel 1960, un anno dopo circa nasce Paola. Il suo primo padrino fu Pablo Picasso con il quale passa giornate al mare in spiaggia a chiacchierare e a fare giocare i figli. Amico intimo della famiglia che Jean Cocteau aveva presentato a Dominguin.

Con il grande, bello, intrepido e amabile Louis, Lucia passa 12 anni indimenticabili. Aborti e infedeltà (trovava sotto il letto le sue donne) le fanno dire basta! Quando un tradimento avviene con una cugina di lui capisce che c’è qualche cosa di malato nel bel torero. Lucia chiede di separarsi e ottiene affido del figli, soldi e la casa. Per il giudice della cattolicissima Spagna non le spetterebbe nulla. Assurdo! E’ Luis che le da la casa e l’affido congiunto dei figli. Gli amici ..i grandi nomi scompaiono dalla sua vita. Rimangono gli amici piu’ cari, qualche artista e intellettuale.

Se da maritata aveva girato solo qualche documentario  a 37 anni la Bosè riprende con il cinema sperimentale.  “Mi lusingava che i registi piu’ intelettuali mi cercassero. Da Fellini con “Satyricon” a “Metello” di Bolognini fino a “Nathalie Granger” della Duras. Nel 1972 stringe una forte amicizia non solo con Marguerite Duras ma anche con Jean Moreau . Inizia a dipingere e a scrivere poesia pubblicate in Italia.

Per riposarsi andava con Tirelli a Capri nella sua piccola ma deliziosa casa, “Il Canile”. Intanto i figli crescono e lei si da un po’ alla TV. Segue e insegna a Miguel l’arte del palcoscenico. Fra scuole di musica e accademie di danza, il bel Miguel diventa famoso. Nascono film e sceneggiati tra Spagna e Italia. Così come le canzoni in cima alle classifiche. Ritornarono spesso sulle spiagge di Cannes,  tutti hanno continuato a riconoscerla anche con i capelli azzurri…Il suo fascino venne riconosciuto anche dal Magazine americano “Life” che nel 1952 le dedicò la copertina.

Lucia nella maturità si dedica a un progetto per un Museo dedicato agli Angeli e riesce in pieno a portarlo a termine. Finisce i fondi nel 2012…Un impegno lungo… A 80 anni vola in Messico per un film, dove per sostenere il suo fisico mastica foglie di coca. Unico rimedio per vivere a 2400 metri. I ricordi di Picasso furono i piu’ cari. Lui le ripeteva spesso:” La colpa della vecchiaia ce l’ha solo lo specchio”.

“La mia forza è che non ho bisogno di nulla. Amo le cose che ho. Mi basta avere quattro sedie, un tavolo e dei fiori per sentirmi in campagna”. Poco dopo morì.


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