A MILANO ALLA NUOVA GALLERIA MORONE LA PRIMA PERSONALE DI MARIA LAI

Nuova Galleria Morone, in collaborazione con Archivio e Fondazione Maria Lai, è lieta di presentare la personale di Maria Lai (1919-2013) dal titolo Sul filo dell’infinito, accompagnata da un testo di Gabi Scardi.
La mostra è un omaggio all’artista in occasione del decennale della sua prima personale presso la galleria e per commemorare il decimo anniversario della sua morte.
Attraverso una selezione di opere rappresentative, Sul filo dell’infinito propone un’indagine antropologica tramite il racconto del mondo incantato e mitologico di Maria Lai, partendo dalle figure leggendarie delle Janas, antiche divinità che, secondo la tradizione sarda, passavano il tempo a tessere. Questa azione, fulcro dell’opera dell’artista, diventa oggetto di una meditazione solitaria, un’intima riflessione sulla tradizione, che poeticamente ricostruisce un legame tra passato arcaico e presente.
Le opere presenti in mostra esprimono la natura polimaterica che caratterizza il lavoro di Maria Lai: lo Scialle delle Janas, una cascata di tavolette in terracotta su cui sono impressi i motivi dei tessuti tradizionali; il Muro, costruito da cementi ingentiliti da terrecotte smaltate inserite al loro interno; le Geografie, geometrie di fili bianchi su velluto nero; i Libri cuciti di stoffe con testi illeggibili che, tra le pagine, rivelano un universo poetico. Terracotta, cemento, tessuto, fili, velluto, smalto e tempera, contribuiscono a creare una personale sinfonia di materiali e tecniche che mettono in discussione il riconoscimento delle forme più elementari.
Nel cuore di Milano a pochi passi dal Duomo gli spazi della galleria sono appese le opere di questa artista italiana che ha fatto molto parlare di se. Nata a Ulassai il 27 settembre del 1919-Cardedu-16 aprile 2013) è nota per le sue opere di carattere tessile.
Fino da bambina aveva uno spiccato talento creativo, innato. Posa per Francesco Ciusa per un ritratto della sorellina scomparsa…Le scuole secondarie le fa a Cagliari dove conosce Salvatore Cambosu. Nel 1939 si trasferisce a Roma dove si iscrive al Liceo Artistico, Completa gli studi a Verona e si trasferisce a Venezia dove studia all’Accademia di Belle Arti. Qui conosce Arturo Martini. Proprio sulla terrazza del Canal Grande al Guggeheim Museum svetta la sua scultura di un cavallo in ferro. Si ritrova in un mondo di pittori, scrittori e poeti, tra i quali Giuseppe Dessi, suo dirimpettaio anche nell ‘abitazione romana con il quale coltiva un rapporto di amicizia ma anche di collaborazione artistica.
Tra le sue opere piu’ importanti ci sono quelle a cielo aperto come la Via crucis del 1981, nello stesso anno si lega alla montagna dove scopre altte forme di creatività. Decise anche di legare insieme le case di Ulassai, sua cittadina nativa. Questo straordinario personaggio si puo’ definire la pioniera dell’arte relazionale…. Disegni e poesie hanno accampagnato fino alla fine la sua vita.
Diverte, molteplici le pubblicazioni.
(tutte le immagini sono vincolate alla Siae.. e alla Fondazione.) Il suo archivio ha sede legale presso il Museo Diocesano di  Lanusei.

 


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