"PARIGI VAL BENE UNA MESSA". NELLA GRANDEUR ASPETTANDO CAPODANNO TRA MESSE, CONCERTI, MUSEI E NATURALMENTE CENE…

Sono anni che vengo a Parigi. La prima volta ero in prima Liceo e sono venuta con la scuola ma una volta qui ho seguito ben poco gli insegnanti e i miei compagni e sono stata in compagnia dei miei amici dell’allora Movimento Studentesco. I luoghi deputati erano quelli della Rivoluzione del maggio francese dalle vie e dai locali che circondavano la Sorbonne, alle stesse aule diventate per noi luoghi di culto, fino ai cimiteri dove erano sepolti i personaggi come la Beauvoir e Sarte fino a Prèvert, Rimbaud, Morrison,    Le fotografie non mancavamo di scattarle con noi seduti su ogni tomba. io avevo un impermeabile bainco stile Burberrys’, o un Barberys autentico, con sotto Jeans, camperos ai piedi e un maglione peruviano caaldissimo, sciarpa e lunghe catene d’oro con ciondoli e talismani. Un look tra il radical chic di sinistra e “figli dei fiori”. Una notte ricordo avevamo caricato un carrello del supermercato e avevamo stazionato e cenato “al sacco” lungo il quai della rive Gauche della Senna, un luogo che è tornato di modo dove giovani e maneno giovani dalla primavera all’autunno si danno appuntamento a flotte per danzare, suonare chitarre e altri strumenti, mangiare e bere  birre o vino, mente ti sfilano una processione sul canale della Senna di Bateaux mouches con tanto di sfondo di Nostre Dame. Una scena di un film di Woody Allen, ha poi ben messo in luce questi luoghi. Luoghi già cari ai parigini che non si potevano concedere vacanze fuori città e si accontentavano di prendere il sole lungo i muraglioni della Senna a volte in piedi, proprio come una bella foto di Cartier Bresson. Oggi d’estate, il Comune di Parigi ha attrezzato il lungo Senna in più punti con signore spiacce e docce, nonchè bar, ma il bagno è sempre vietato perchè un tuffo può costrae la morte tra mulinelli e gorghi, ma anche per l’acqua marrone che oltre a trascinarti via con la sua corrente ti impedisce di scoprire dove si trova un corpo per andare a ripescarlo, senza scordarsi che la lectospirosi….un medico mi può capire meglio….

Parto dalle belle mostre che ho visto con i miei figli quest’anno. Ma non è detto che arrivi alla fine perchè potrei essere presa da qualche cosa d’altro da dire…Premessa da anni dopo avere sperimentato alberghi come L’Angleterre, Le Saint Germain, Le Saint Simon, Les Grandes Ecoles…….da tanto tempo già con i ragazzi sui quattro anni vado nella “mia” casa di Cardinal Le Moine, seicentesca su due piani e un bel cortile che mi presta un caro amico rchitetto ( sempre sua sono stata più volte in un’altra, ora venduta a Montmartre con figli e marito).  Paul Morand ha detto, anzi scritto: “in Rue Cardinal Le Moine anche i garage hanno l’aria di convento” Quando questa di Cardinal Le Moine è occupata dai miei figli e dai loro amici mi trasferisco ospite in un altra casa vicino al Pantheon e così mi sento a casa. Leggo, scrivo articoli, faccio cene, anche se il più delle volte stanca morta dopo avere  attraversato due o tre arrondissement tendo ad accasciarmi sul divanetto del Ristorante De Les Editeur, Juliene, Procop (sede natale della Rivoluzione francese doive c’è ancora la scrivaniadi Robespierre), La Palette, Le Comptoir, La Maison Blanches, Le Petit Zinc, Le Bar à huitres,  La Lippe, Le Fumoir, La Croserie de Lilla, La Mediterranèe dove ho scoperto che va spesso anche l’attore Lucchini. A La Fontaine, il celebre risstorante di Gerard Depardiu sono stata più volte, ma non l’ho mai incontrato, mentre andando a varie cene per alcuni ristoranti che ho citato ho trovato J.Paul Belmondo, Vincent Lindon, la Deneuve, Chirac, Marisa Berenson (di una gentilezza squisita) , Alessandra Martinez…per parlare solo di attori, non entro nel campo degli intellettuali perchè la lista è lunga Lungao è anche l’elenco dei luoghi deputati per un apertivo come il bar Hemingway al Ritz, La Favorite, al Budda Bar, Tour d’Argent, Le Monde Arable, Les Deux Magots, Le Flor,  .Fouquet e Cafè Marly…ma qui ogni brasserie, ogni caffè coloniale o non ti accoglie tra le sue braccia per un bicchiere di buon vino, una tazza di the (frère Mariage o la Durée). Poi, prometto parlo di mostre, mi sono fatta prendere   la mano dalla gola e a questo proposito è giusto citare due cose: il ristorante a Montmartre di Fabrice Lucchini Chez Michel e vale la pena dire chi sono stati i grandi Chef di Francia che hanno fatto diventare questo mestiere nobile, a partire da Escoffier, Bocuse, Olive(suo padre è stato il primo a divulgare la buona cucina in tv),  Robuchon,, Duchasse, Darroze…ai quali sono seguit all’inizio con meno eco, ma altrettanto illustri, Marchesi, Vissani, Cracco, Iaccarino…

Ma torniamo alle mostre e poi vi dico perchè ho uno speciale amore per l’attore Lucchiniche porterà in scena Céline al Teatro Antonine dall’8 gennaio 2014. Dopo avere visto tutti i suoi film, mi sono convinta che sia un grande attore con “L’inquilino del sesto piano” e “Moliere in bicicletta”, una pellicola girata a l’Ile de Re dove lui stesso ha una casa e dove io ho preso un anno il peggiotre raffreddore della mia vita dal freddo e dal vento che tirava sulla Manica. L’Ile de Re, oggi luogo dell’aristocrazia francese e di qualche intellettuale, ha un solo Relais Chateaux , bello, elegante  e accogliente. Da un antiquario ho trovato un busto di pietra dell’Ottocento con tanto licheni che era il volto di mia nonna, stesso naso, stesso modo di portare i capelli, stesso sguardo….combinazioni? Il caso? Il destina? Era scritto? Chiamatelo come volete…io a queste coise ci credo. Ora la nonna Pina è sulla mia scrivania di noce in camera mia a Milano. In una delle case parigine dove si nasconde la mia anima ci sono due quadri in bianco e nero che hanno come  soggetti barche, pescatori e onde sul cui sfondo si intravvede il faro bellissimo dell’Ile de Re,  portati sempre da l’Ile de Re e uan coperta calda acquoistata a La Rochelle.  Lucchini abita a Montmartre, dove è nato ed è una amante della lingua francese, nella lingua di Cèline(reciterà Viaggio al termine della notte”, trova gli stilemi della lingua antica, i suoni per lui sono importanti, la pronuncia e l’incalzare della recitazine altrettanto. ha dato prova della sua bravura nel Misantropo di Molière. Da giovane per qualche anno ho fatto l’attrice e con buoni registi e attori e di recitazione ne so qualche cosa; poi ho proseguito con la Tv e la radio Rai e infine mi sono data da anni alla carta stampata per potere seguire i miei figli. A volte per amore (anche per il mio ex marito) si lasciano grandi passioni. Chissà se avessi proseguito come sarebbe cambiata la mia vita. Ma nel bene e nel male mi è andata bene questa, anche se ho sofferto molto per il divorzio e per il dolore sommesso che ha provocato ai miei figli, ma del quale non sono l’unica responsabile, anzi… Insomma, caro Lucchini, ti invidio tanto perchè come dici tu, fai quello che ti piace e ringrazi quel pubblico coraggioso che viene fino a Teatro per sentirti: “Io recito non per il per il pubblico, ma con il pubblico” e poi mi piace quando dici che fare l’attore è un mestiere come un altro e che non lo faresti se non ti pagassero. Tu che ami i grandi come Jouvé capisci che il cinema è più sonnolento per uno spettatore, il teatro è più vivo. Condivido pienamente. Forse dovrebbero abbassare i prezzi dei teatri perchè i giovani si possano avvicinare…che ne dici? Ultima cosa, condivido quello che dici: “L’ecologia è un privilegio per ricchi…”, tu che di sinistra non sei ma che credi in un vero socialismo, forse non più di questa terra, ti mando a dire da parte dei miei figli un po’ fissati sugli animali che sei “un grande” perchè hai adottato un cane, mi sembra un incrocio tra un lupo e un bastardino, dopo una tua pièce  a teatro. Ti vedo già dal tuo barbiere a Chanpes Elysés lasciarti fare la barba da mano capace, come un violinista sfiorerebbe con l’arco le corde del suo violino. La sinistra è una buona ideologia che finisce in tragedia? Mi sa di si

La promessa di mantenere come primo tema quello delle mostre, come avevo già accennato non è stata mantenuta. Vorrà dire che lo farò ora con il racconto e il consiglio di andare a vedere almeno tre cose belle. Da domani posso fare un altro articolo o blog e ve ne racconto altre di cose che ne vale la pena di gaurdare. Parto con la bella Casa Museo di Victor Hogo, autore de “I miserabili” e la mostra al primo piano della sua abitrazione in Place Des Voges  voluta già allora da un gruppo di Surrealisti facenti capo a Brèton, che videro il grande autore francese, Maestro dei Maestri a fine Ottocento, già come uno di loro, per la sua scrittura narrante ed enfatica, per la fantasia, il sogno, la distorsione di una certa realtà sebbene ancorata alla società non certo civile di un tempo dove non vi erano leggi a tutela dei più deboli, per i suoi disegni, le sue pitture, le sue creazioni, dagli arredi alla sua arte di ebanista, una passione che sviluppo’ nel tempo e che nella sua casa sulla Manica creò per la sua bella amante giovane, ora riportata nella sua grande casa di Parigi da dove usciva per andare a fare della beneficienza specie per i ragazzi. Mio figlio Lorenzo è stato colpito da un’immagine di Masson che ritrae come u n uccelo dal doppio volto Goethe. Mia figli che non aveva mai visto la Casa museo è stata le ad insistere perchè partissimo da là il primo giorno qui a Parigi in questo freddo dicembre. E visto che Maryina e Lorenzo erano entusiasti dei Surrealisti, perchè no, mi sono detta, portarli il goiorno dopo a vedre al Centre Pompidou o Beaubourg (creatura di Roger e Piano, una sorta di grande nave calata nel grande spazio lascoiato dai mercati generali di Les halles, operazione ignobile quella di averli smanytellati per un centro commerciale e nuove case. Di buono solo il fatto di avere lasciato posto al Centre Pompidou, all’IRCAM (sempre Renzo Piano, Istituto di Musica) e al Museo Brancusi, piccola aggiunta bassa nel grande cortile dal quale si accede alla grande nave trasparente e azzurra di tubolari in ferro e vetro dalla quale si vede tutta Parig)…..Qui tra le tante mostra quella dedicata al Surrealismo , allestita su un intero piano raccoglie le opere di Brèton, Masson, Duchamp, Man Ray, Dalì, Max Ernst, Mirò,Paul Eluard,  Magritte , Calder, Brancusi, ecc.  Ricca di filmati e .documenti, nonchè di finti personaggi simili a veri umanani sì è potuto comprendere un intero universo che in Italia per primo Swartz aveva compreso e quindi collezionato.

Terza mostra “La renaissance et le Reve” (manca un accento acuto nella tastiera del pc, sulle macchine da srivere c’era, ma qui la storia è più complessa, perdonatemi…) al Musèe du Luxembourg con ingresso non dai bei giardini ma dalla via che fiancheggia la sua cancellata ricca di fotografie, un’iniziativa del Senato (dove ha sede in parte la mostra, una elegante palazzo voluto da Caterina de Medici, utilizzata anche da  Luigi XIII e dopo la Rivoluzione tornata di proprietà del Re e alla fine della monarchia trasformata in Senato della Repubblica. Qui ho visto una bella mostra sui luoghi di Cézanne e i luoghi della memoria, Arcimboldo….ma questa che termina il 26 gennaio che ha sulla copertina del catalogo un dipinto di paris Bordon di una donna nuda dormiente, è stata curata da Alessandro Cecchi. Una mostra atema, quelle che a volte possono innervosire, ma che permettono allo spettatore di cogliere il significato recondito delle cose… Sempre qui seguirà una bella mostra su “Josèphine”.  Il catalogo che l’accompagna è edito da RMN , Gran Palais e dalal Sovraintendenza del Polo Museale Fiorentino. Tra i tanti magnifici quadri a dare un caldo saluto a un opera in miniatura, una scultura che fa parte di un portale di Michelangelo , una divinità dormiente …tra gli italiani, Lorenzo Lotto, Dossi, Veronese, Carracci, Carpaccio….poi Greco, Durer. Bocsh..  La mostra vuole raccontare l’idea del sogno prima dell’avvento della psicanalisi e delle neuroscienze senza tralascxiare la parte poetica e trascendente tra lo stato di veglia e quello di sonno, un sogno, una realtà, forse l’altra realtà che con il calare della notte, ossia quando questo sonna ci fa abbandonare i sensi, svela paesaggi interiori misteriosi. Donne lascive avvolte in lievi veli e dai vestititi a drappo calato già dalle spalle, scene allegoriche di genti nude che riposano su un prato mentre lasciano asciugare le vesti vicino a un torrente oppure mostri animali e folletti che animano la mente di un Bocsh. Scritte descrittive sui muri illustravano la storia di queste opere e qua e là pillole di saggezza come quella di Marsilio Ficino :”Più l’azione esteriore si rilassa, più l’attività interiore aumenta”. Oppure quella di Champer che dice “Quando il corpo è più rilassato, l’anima vede più chiaramente” Ma ciò che simboleggia più di ogni altra parola è il guadro di medie dimensioni di Lorenzo Lotto (uno degli autori rinascimentali che amo di più), dal titolo ” Apollo: eros e notte”. Ma anche dal Libro dei Nomi “Io mi mostrerò a lui in visione e gli parlerò nel sogno”  Quindi uomini misantropi attenti perchè ci sarà sempre qualcuno che vi parlerà d’amore anche se non lo vorrete….

Concerti, musei e messe come in Sainte Genevieve, patrona di Parigi, Saint Germain, Eglise de L’Ile , Saint Sulpice, quella di san Gervasioo, ma anche in teatri com el’Odeon, l’Opera, Chatelete, Madelaine, de la Ville, Chaillot, Des Mathurins, Pitit Montparnasse, la Comedie Bastille, il Mogador,…ma anche Cabaret e musichall come Lapin Agile, Le Gregner, il Lido, il Paridis Latin…attendono folle da qui alla fine dell’anno e oltre. Bonsoir Paris!.


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