QUARTA SINFONIA DI SHUBERT FIRMATA DALLA COMPOSITRICE RACHEL BAJA. DIRETTORE ANDREAS GIES UNIVERSITA DEGLI STUDI 19.15

Una prima esecuzione assoluta
per il secondo concerto sinfonico dell’Orchestra UniMi

Il direttore Andreas Gies guiderà l’Orchestra tra le atmosfere
della Quarta Sinfonia di Schubert e in una prima esecuzione assoluta
firmata dalla compositrice israeliana Rachel Beja

Accanto a lui, la violinista Daniela Cammarano,
solista nel Concerto n. 1 in sol minore di Max Bruch

 martedì 25 gennaio 2021
Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano
via Festa del Perdono 7, Milano

ore 19.15 – Conversazione tra Andreas Gies, Rachel Beja,
Daniela Cammarano e Giuseppina Manin

ore 20.30 – Inizio concerto

Ingresso gratuito sino a esaurimento posti (https://www.eventbrite.com/)
Info: 0250313197 | 338 2444952 | orchestra@fondazioneunimi.com

Milano, 21.01.2022 – Riprende martedì 25 gennaio, dopo la pausa natalizia, la 22ª Stagione musicale dell’Orchestra dell’Università degli Studi di Milano. In programma il secondo concerto sinfonico valido quale terzo appuntamento del cartellone milanese. Alle ore 20.30, in Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, ospite dell’Orchestra UniMi sarà il direttore Andreas Gies che guiderà l’Orchestra anche in una prima esecuzione assoluta firmata dalla compositrice israeliana Rachel Beja, vincitrice del Premio di composizione del Conservatorio di Milano 2018. Accanto a lui la violinista Daniela Cammarano, in qualità di solista, impegnata nell’interpretazione del Concerto n. 1 in sol minore di Max Bruch.

“Vulcanico, eclettico, di irrefrenabile temperamento artistico” – come lo ha definito in passato la stampa – Andreas Gies, classe 1993, è direttore tra i più interessanti nel panorama italiano, perfettamente a suo agio tanto nel dirigere quanto nel comporre. Diplomato in flauto, vanta anche un passato in qualità di apprezzato baritono.

Una versatilità preziosa per interpretare e guidare al meglio l’Orchestra UniMi in un programma che include l’esecuzione del Concerto per violino e orchestra n. 1 in sol minore op. 26 di Max Bruch (1838-1920), la Sinfonia n. 4 in do minore D 417 “Tragica” di Franz Schubert (1797-1828) e che si aprirà sulle note, proposte in prima esecuzione assoluta, di Il nome del luogo si chiama mondo, sulla via della scomparsa, brano concepito su commissione dell’Orchestra UniMi dalla compositrice israeliana Rachel Beja, tra le più promettenti del panorama milanese contemporaneo, vincitrice del Premio di composizione del Conservatorio di Milano 2018, città in cui vive oggi.

Il suo Il nome del luogo si chiama mondo, sulla via della scomparsa, il cui titolo è ripreso da un componimento poetico della scrittrice israeliana Dahlia Ravikovitch, è un lavoro per ampio organico che propone una profonda riflessione sulla continuità del tempo e della memoria, concetti chiave per Beja. In un’atmosfera volutamente “arcana” – come recita l’indicazione in partitura – il brano si muove in una tensione costante tra passato e presente, sviluppandosi non tanto in forma chiusa o standardizzata quanto per logica relazionale che, attraverso l’incontro e lo scontro delle diverse parti, vuole richiamare i processi biologici di rigenerazione e distruzione.

«È un pezzo che cerca di realizzare l’idea di trasformazione del suono, come un dispositivo per creare una continuità, che sia come l’estensione infinita del tempo. […] – scrive la compositrice Rachel Beja. – Nel pezzo, esistono due strati differenti di continuità: uno reale che si svolge nella manifestazione stessa dei suoni, nella realtà fisica, acustica, e uno interno, virtuale, in potenza, che si svolge nella nostra memoria. Quest’ultimo è come un nuovo accesso sonoro alla nostra interpretazione della realtà».

Il brano, composto nel 2021, porta con sé una grande forza gestuale nel quale strumenti isolati, in veste di autentici personaggi della narrazione, dialogano plasticamente con il resto dell’orchestra, evocando una ritualità intensa. Il risultato è una composizione dall’ampia gamma timbrica, felice testimone della poliedrica tavolozza di strumenti padroneggiati da Rachel Beja, impegnata in passato in composizioni per orchestra, per ensemble, per il teatro e con incursioni anche nei campi della musica elettronica e dell’indie-pop.

Il programma prosegue con l’esecuzione del Concerto per violino e orchestra n. 1 in sol minore op. 26, forse la più celebre composizione di Max Bruch (1838-1920), affidata al violino solista di Daniela Cammarano, che il pubblico milanese ben conosce. Composta in gioventù, l’op. 26 mette in mostra l’arte, la tecnica e l’espressività del suo interprete, in uno spettacolare condensato virtuosistico.
A chiudere la serata sarà la Sinfonia n. 4 in do minore D 417 “Tragica”, composta da Franz Schubert (1797-1828) a soli 19 anni, nel 1816. “Die Tragische”, come lo stesso autore, in un secondo momento, appuntò sul frontespizio della partitura, risente del modello beethoveniano pur collocandosi in un ambito più introspettivo, toccando le corde dell’elegia e della malinconia.

Il concerto, in collaborazione con il Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano, sarà eseguito in un’unica soluzione senza intervallo e sarà preceduto, con orario d’inizio alle ore 19.15, da un’altra delle tante novità di questa 22ª Stagione: in una conversazione pre-concerto della durata di 45 minuti, Andrea Gies, Rachel Beja e Daniela Cammarano dialogheranno con la giornalista del Corriere della Sera Giuseppina Manin.

La stagione sinfonica dell’Orchestra UniMi prevede anche quest’anno l’ingresso gratuito sino a esaurimento dei posti disponibili, previa prenotazione tramite la piattaforma Eventbrite (https://www.eventbrite.com/). Info: 0250313197 | 338 2444952 | orchestra@fondazioneunimi.com.

Programma
Rachel Beja (1838-1920)
Premio di composizione del Conservatorio di Milano 2018
Il nome del luogo si chiama mondo, sulla via della scomparsa (2021)
(commissione dell’Orchestra UniMi, prima esecuzione assoluta)
Max Bruch
Concerto per violino e orchestra n. 1 in sol minore op. 26
Franz Schubert (1797-1828)
Sinfonia n. 4 in do minore D 417 “Tragica”

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