ROLLING STONES – 14 ON FIRE – A ROMA I VECCHI RIBELLI HANNO DATO UNA LEZIONE AD ALTRE TRE GENERAZIONI. POLEMICHE SUL RICAVATO TROPPO BASSO PER L'OCCUPAZIONE DELLO SPAZIO PUBBLICO, UN MONUMENTO DI STORIA CON 19 PEZZI…

A Roma i veri Imperatori di questi giorni, i Rolling Stones alloggiavano al Saint Regis, che è il nuovo nome di quello che per i romani e per chi ha  uso di mondo, resta sempre comunque il Grand Hotel, a due passi dalla Stazione Termini, di fronte alla bella Piazza Esedra (altro nome storico per quella che è stata ribattezzata Piazza della Repubblica) a un tiro di schioppo da Via Veneto. La diatriba sul nome esatto dell’albergo fa parte della “guerra” intorno ai Rolling Stones che ha coinvolto per tre giorni giornalisti, paparazzi, fanatici del rock’en’roll. Chi ha un po’ di memoria e a Roma c’è stato più di una volta, continua a usare il nome Grand Hotel, i “nuovi barbari” si ostinavano a dire che no, era il Saint Regis….Jagger avrebbe preferito l’Eden, ma pare che il numero di suite che chiedevano non le avevano. Wood salutava in maglietta chiara dalla finestra dell’albergo la lunga fila di fans che li attendeva.

La polemica che sembra non placarsi è soprattutto sull’utilizzo del Circo Massimo come location per il concerto. Prescindendo dal suo valore artistico e archeologico, l’idea che per potere utilizzare, gli organizzatori abbiano speso meno di 8 mila euro , questa la cifra su per giù richiesta dal Comune di Roma per l’utilizzo del suolo pubblico. Basti pensare che una suite del Saint Regis-Grand Hotel è costata alle quattro stelle del rock, esattamente il doppio. Un fatto che ha fatto ancora più indignare. A New York il costo è 1 milione e mezzo. Tra i forse e i ma, c’è stata la notizia poi smentita definitivamente che Springsteen avrebbe aperto il concerto con Jagger. Ma voglio addentrarmi nell’atmosfera di questa tournée che sigilla il legame dei Rolling Stones che da 50 anni suonano insieme e per questo tour internazionale “-14 On Fire” stanno facendo il giro del mondo dall’Europa all’Austrialia. Alla fine degli anni Sessante, qualche cosa cambiò a causa della morte di Brian Jones.Tutto il resto è rimasto uguale. Il biglietto lo conservo perché penso che sia l’ultima volta che potrò andarli a sentire, anche perché iniziano a essere tutti suoi 70 anni, anche se in piena forma. E poi, si sa, questi gruppi, le tournèe le lesinano.

Dal mio albergo, dopo un piccolo spuntino mi sono diretta con amici e colleghi a piedi al Circo Massimo, proprio a due passi dal Campidoglio e all’angolo con la storica edificio che ospita la Bocca della Verità (non è un caso che sulle magliette, alcune almeno, c’era la faccia di pietra della bocca della Verità, con tanto di lingua che esce dalle labbra,  ma le più belle erano quelle nere con la scritta verticale (andate a ruba già appena hanno aperto le transenne, ma ve ne erano poche e gli altri stand, totale tre, non le avevano. Sono riuscita a prendere una nera con la lingua rossa davanti da donna per me e una bianca con lingua e tanto di luoghi del tour. C’era anche qualche canotta. A metà concerto hanno detto che rifornivano, ma è arrivata poca roba, solo le maglie grigie e gadget piccoli. Le maglie erano tute care, 35 e 38 Euro, così come i biglietti dai 100 Euro in su…per fortuna non ho dato retta a chi mi ha detto di prenderle solo a concerto finito, perché tutto è stato venduto entro le 22,30. Il problema delle taglie poi ha scontentato parecchi e creato lunghe file). Sotto un sole ancora cocente la gente si aggirava per trovare posto non solo davanti, ma in posizioni visibili, ma tra alberi, video impiantati su tralicci di ferro e la parte centrale tutta transennata che divideva in due letteralmente lo spazio erboso e terroso era un vero caos, perché come si sa il Circo Massimo è una conca con un fosso centrale e ai lati due lunghe collinette in mezzo alle quali c’erano gazzebo di ogni tipo, dalla rivendita delle maglietta appunto, ai chioschi di birra e bevande varie fino a tende impermeabili per la Croce Rossa e soccorsi per la Sicurezza. Persino alla fine, quando sono riuscita stremata ad arrivare al palco dei vip, un piccolo palco con un centinaio massimo di sedie di plastica, ho scavalcato e sono andata in spalla a un ragazzo inglese per fare delle foto; l’uscita è stata confusa, c’è chi mandava la folla da una parte e chi dall’altra, ma alla fine è andato tutto bene e dico la verità, purtroppo tra amici ci si è anche persi. La logica era sempre quella fare prima entrare e poi alla fine uscire un gruppo di 300persone alla volta. La polizia ha bloccato alcui fanatici, ma sono stati piccoli episodi isolati.

Lo spettacolo è iniziato alle 21 con le note di John Mayer. Un attesa fatta anche di malumori per i commercianti e gli abitanti del quartiere che rimanevano isolati già dalla sera prima e niente passaggio di auto di residenti. Alla fine non è durato molto il concerto perché alla 1,30 tutto era fino, rimanevano cartacce, bottiglie, plastiche, mucci di sigarette, cartoni e salviette dimenticate. La gente si perdeva perché non c’era campo per i cellulari, non si riusciva a telefonare o mandare messaggi. A me alle 2 di notte me ne sono arrivati una ventina e quattro chiamate perse. In caso i danni seri, anche questo sarebbe stato un problema; basta a pensare a un ragazzino o a un bambino che non trova più i genitori, non si poteva fermare la musica amplificata e alta del concerto per fare annunci… Le tariffe per la cessioni degli spazi pubblici a Roma sono assurde e vanno riviste, ma questo non giustifica il fatto. Il sindaco Marino (PD) doveva richiedere una contropartita adeguata alla cessione di uno spazio così importante e delicato, nel cuoore del centro storico. A questo punto i 25 mila euro di indotto è qualche cosa che non va alla comunità, ai cittadini, ma va solo a pochi privati, non riempiendo così le casse del Comune. L’analogo concerto ad Hyde Park a Londra è costato 300 mila euro che sono andati al Comune a vantaggio dei londinesi e Hyde Park non ha il valore del Circo Massimo all’ombra del Palatino.il sindaco di roma Marino afferma dire che gli stones hanno pagato 170 mila euro per servizi igienigi, immondizia, sistema di sicurezza, straordinari dei vigili. Ma quello che Marino vende come una prova di buona economia è invece un’ovvietà, in quanto in Inghilterra questa tassa si chiama “Disruption charge” (tassa per il disagio, un regolamento applicato a qualsiasi tipo di evento).

Altri timori sono usciti per i 2500 biglietti falsi, ma finora se ne sono trovati solo 500. Posti a sedere pochissimi, il resto prato e terriccio dal quale non si vedeva il palco, ma i video che stavano sopra; in ogni caso il luogo non era il più adatto per diversi motivi, inclusa l’acustica. Infine l’idea che il concerto rilanciasse turisticamente Roma è una fesseria, casomai sarà la Città Eterna a fare curriculum al tour della band. Ma in tanti amiamo i Rolling Stones e torniamo a parlare di loro…Sono arrivati il giorno prima del concerto che è stato l’altra sera, il 22 maggio 2014, per la storia, in aereo privato bianco con il loro logo e una serie di camion neri con targhe inglesi, danesi, olandesi….e forse anche del Lussemburgo, tutti ripieni di attrezzature. Mick Jagger, Charlie Watts, Keith Richards e Ronnie Wood, rispettivamente capo gruppo, cantante e musicista, batterista, chitarristi e a loro volta voci corali hanno voluto godersi un po’ Roma. Niente colazione in albergo in Piazza Del Popolo (dal Giubileo, pedonale), probabilmente da Rosati per un caffè’ dei pasticcini, succo di frutta e un pranzo leggero. La sera prima sono stati tutti “in famiglia” a cenare all’Antica Pesa nel quariere di Trastevere, dai fratelli Panetta, un tipico ristorante romano, con due grandi camini nelle due sale interne, affreschi moderni alle pareti e un grande giardino nella stessa via del mio albergo progettato nel 1600 dal Borromini. Infatti ho subito visto che c’erano alcuni fotografi nascosti all’uscita del locale. Poi tutti in hotel e riunione in merito alla scaletta del concerto, nonché controllo per il palco.

Il concero in stile Woodstock ha soddisfatto ragazzini, giovani, cinquantenni e over sessanta, nostalgici e conoscitori della buona musica, adolesenti dal buon intuito che hanno voluto conoscere da vicino la band più famosa del mondo. Del resto i Rolling Stones sono dei professionisti e non hanno bisogno di provare, ma devo dire e non è solo il mio parere, che non erano molto in forma nonostante i mille salti di Mick Jagger che questa volta indossava prima una giacca bianca e nera leggerissima e in un secondo tempo un’altra giacca a spigata nera e oro e le camicie di vario stile, sempre semi-allacciate e dai tessuti non aderenti tanto da svolazzare nonostante dai pori del corpo dell’artista escano acqua e sali. Keith Richards aveva in testa la solita benda a tre colori (gli serve sia per non bagnarsi il viso dal sudore e perché non gli vadano i capelli in faccia) che da sempre non abbandona una maglietta nera attillata e i calzoni attillati. Gli altri hanno cambiato diverse maglie colorate dal verde al rosso.

Prima di sottolineare la commozione e allegria al tempo stesso di noi nostalgici di questa band e di quello che ha rappresentato rivoluzionando la musica del XX° secolo, vorrei sottolineare un altro neo di questa organizzazione, un fatto che si è rivelato solo nella capitale, in quanto la pista centrale che si allungava al centro del palco e che culminava dopo 15 metri circa con un rondò per potere fare avvicinare Jagger al pubblico, magari con la cantante di colore Lisa Fisher…non ha funzionato nel senso che davanti invece dei fans vi era un lungo sentiero largo e vuoto transennata fino in fondo al Circo Massimo, dove l’unica a godere della mitica band erano solo gli uomini della sicurezza. I quattro “bad boys”  se la sono cavata bene correndo e saltando come grilli. va considerato che sono quasi tutti settantenni e che Jagger compie 71 anni il 26 luglio (credo un Leone, come segno zodiacale) e alcuni di loro sono nonni. Il loro tour internazionale si è fermato solo per la morte (suicidio) dell’ultima compagna di Mick Jagger, per andare in America ai funerali (si chiamava L’Wren Scott ed era la stilista delle dive come Madonna e della moglie anche del presidente Obama. Si è parlato di un buco economico per la sua azienda, un buco facile da colmare per lei così nota e soprattutto per il compagno da 21 anni Jagger, ma evidentemente il problema era un altro. Ha voluto essere sepolta a Hollywood) mi pare che fossero in Australia, ma non ci giuro. Di questa morte Jagger ne ha risentito molto. Era stato sposato tre volte; Bianca, la prima moglie di Jagger sta bene e nonostante sia invecchiata è sempre una bella donna. I suoi figli sono in giro per il mondo ma riesce anche a vederli tra una tournée e l’altra o in qualche momento di sosta. Questo è il grande Mick Jagger, amato e osannato, sex simbol per donne e uomini, solo come balla e si dimena senza sbagliare una mossa e quelle smorfie che fa con il viso, emana tanta sensualità. Pare che si sia messo con una israeliana conosciuta in Israele durante il tour, ma di donne ne ha avute molte e tutte belle, da fotomodelle ad attrici famose. Certo è che la band è “mitridatizzata” all’uso della droga (il termine, per chi non lo sapesse, deriva da Mitridate era una regione orientale. Il Ponto aveva paura di essere avvelenato dai romani e cominciò a prendere droga in maniera sempre più consistente fino a diventare immune al veleno), tutti i componenti sono stati capaci di parse depurare e curare in cliniche specializzate e medici e consulenti non sono mai mancati a questi immortali geni il cui cervello per la musica funziona benissimo, la memoria anche, per il resto non lo sapremo mai.

Il simpatico Ronnie è rimasto imbottigliato in macchina nel pomeriggio dopo avere firmato centinaia di autografi. Alla fine è riuscito a passare in albergo e arrivare puntuale alle 21 anche se hanno suonato a parte Jagger che ha attaccato per primo con Mayer, la prima ora di attesa ha suonato un’altra band, gli altri sono subentrati dopo il saluto del “capitano Jagger” alla città di Roma che ha detto: <E’ bello suonare in questa città più vecchia di me e gli spaghetti sono buonissimi…Roma è incantevole, voi siete incantevoli..>, detto da lui in italiano sa di forma, meglio che suoni da subito e niente convenzioni. Nel palco d’onore, piccolissimo, l’unico dove dicevo c’erano sedie c’erano Grillo, Sorrentino, Tornatore, Zucchero, Bennato, Minà, D’Agostino, Emanuele Filiberto…La scaletta delle 19 canzoni era la seguente: “Streets of Love” che Jagger canta e suona con Mayer, scelta dai fans su twitter e poi “Rispectable”….Il finale è stato “You can’t Always, Jet What you want”, ma “Satisftion” è stato il grido di liberazione di Mick e del pubblico dove tutti hanno ballato e cantato a squarcia gola mentre il tasso alcoolico del pubblico saliva….”I can get no satisfaction…”, una vera ovazione, una canzone che ballavo al Porticciolo, una discoteca di Laveno sul Lago Maggiore a 17 anni, una mini discoteca sull’acqua di dimensioni inimmaginabili in confronto a quelle dagli spazi gigantesche di oggi. Se pensiamo che nel 2007 all’Olimpico di Roma per i Rolling Stones vennero venduti solo 24 mila biglietti e oggi 70 mila regolari, è proprio segno che questa band di “rottura” oggi è diventata un classico e che la gente e i giovani iniziano a capire che quella era la vera musica, quel mix di rock, sound, blues e altro che certamente sapeva suonare e cantare bene belle canzoni ricche di significato e che l'”emarginazione e la preoccupazione dello sviluppo di una personalità di un individuo non doveva passare per forza dagli schemi collaudati dalla società. Bisognava farcela da soli per quello che siamo. Ma forse poche cose sono cambiate…Mentre le partite dei mondiali proseguivano la gente è corsa a vedere e sentire questa band inglese che sembra non tramontare mai; mi sono venuti i brividi quando ho sentito “Honki tonk woman”, “Star me up” e “Midnight Rambler”, “Paint it black” e “Miss you”…Italiani e stranieri a Roma hanno risposto positivamente agli imperatori del rock. Per il resto non vad o oltre perché ognuno sente con il proprio cuore oltre che con le proprie orecchie. Bagarini e ambulanti rimangono i soliti fetenti e guasta feste! Dimenticavo che sul palco con Taylor prima che Jagger ha fatto gli auguri agli italiani per i Mondiali, avendo perso l’Inghilterra con l’Italia alla grade e ormai si può dire sia quasi fuori gironi nonostante oggi andrà in Brasile il principe Willy, hanno cantato un coro di ragazzi italiani “You can’t Always…”,ospiti sul palco. I riff suonati da Richards in modo non poco impeccabile, come solitamente fa, rimangono unici e inimitabili. It’s only rock’n’roll…ci continuano a dire i vecchi saggi pirati. Mancava l’amico Deep, in particolare di Richards, che la sagra dei 70 mila e più spettatori sarebbe salpata per l’Olimpo. Finale con fuochi d’artificio dietro al palco, mentre gli elicotteri in cielo controllavano costantemente la situazione.


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