THE NEW POPE DI PAOLO SORRENTINO CON JUDE LOW E JOHN MALKOVICH HANNO CONQUISTATO PUBBLICO E CRITICA, MA LA GIORNATA E’ INCENTRATA SU JULIE ANDERSON

Jude LOW Sorrentino the new popo downloadIl regista italiano Paolo Sorrentino, vincitore della Palma d’Oro a Cannes con il film “La grande belelzza”. ha voluto portare due episodi il 2° e il /° a Venezia quale asseggio della serie tanto apprezzata dal titolo “The New PPope con il bravo e bello Jude LOw e il tanto bravo quanto intrigante John Malkowich.

La giornata è stata incentrata sull’attrice di THE NEW POPEdownloadMary Poppins, Tutti insieme appassionatamente e Victor Victoria, ora Leone d’Oro alla Carriera…

Luca Guadagnino, il più “hollywoodiano” dei nostri registi, la definisce “un’artista sovversiva” e la sua arte “un’arte della vita”… Lei, Julie Andrews, Dame Commander of the British Empire e icona di quel cinema che non ha età, ringrazia e un po’ si commuove: “Da ragazzina,  cantavo molte arie in italiano, le arie operistiche, ma ne ignoravo il significato e non è che la mia conoscenza linguistica in materia sia da allora molto migliorata…Questo Leone d’Oro alla carriera datomi dal più importante festival cinematografico del mondo è per me una gioia e mi fa anche capire quanto sia stata fortunata a fare questo mestiere. Perché il cinema, il bello del cinema, è nella sua capacità di unire le persone, e lo stesso vale per gli attori e i registi, il loro rapporto di simbiosi con il pubblico. E vorrei dire ai giovani talenti che si avvicinano a questo mondo dove ho passato gran parte della mia vita, di restare fedeli ai loro sogni”…

ANDERSONS GIULIEdownloadQuando nel 1964 la ventisettenne Julie Andrews esplose sugli schermi interpretando Mary Poppins, era già una stella del teatro inglese e di Broadway. Era lei la My Fair Lady della commedia musicale omonima, nonché la regina Ginevra di Camelot, il musical più amato dall’allora presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy…A recitare aveva però cominciato molto prima, ancora ragazzina, nei vaudeville di provincia con cui un’Inghilterra prostrata da una Seconda guerra mondiale che pure aveva vinto, cercava di far dimenticare il tesseramento dei generi alimentari e la socializzazione del sistema sanitario. La vita, insomma, l’aveva fatta crescere troppo in fretta, dandole una maturità frutto dell’esperienza e lasciandole però  l’ innocenza e la curiosità proprie di chi si riservava per il futuro quella giovinezza che sul momento aveva dovuto mettere da parte.

Si spiega anche così la sua carriera, tanto più straordinaria se si tiene conto che al suo debutto cinematografico vinse subito l’Oscar e appena due anni dopo, con The Sound of Music (Tutti insieme appassionatamente è il titolo italiano), metterà il suo volto e la sua voce al servizio di quello che è a tutt’oggi uno dei film più visti dell’intera storia del cinema…Nello spazio ristretto però che separa le due pellicole, la Andrews aveva già  trovato il modo di prestare il suo talento a un genere completamente diverso, quel Tempo di guerra, tempo d’amore che resta una delle più belle e più amare commedie sentimentali  mai girate in bianco e nero, l’amore  infelice fra un’autista dell’esercito inglese e un ufficiale americano, quest’ultimo interpretato da James Garner.

Quasi vent’anni dopo, è sempre la stessa coppia di attori a ritrovarsi in Victor/Victoria, che non a caso è il film proiettato ieri per celebrare il Leone dOro alla carriera, indiavolata commedia en travesti degli equivoci e degli inganni, conferma di un talento dove ironia, senso scenico, scioltezza fisica, la fanno da tira beffarda dell’industria cinematografica americana, la Andrews si divertirà a ironizzare su quell’icona prude e asessuata che proprio all’inizio della carriera l’aveva imposta.

Ricapitolando, “l’arte sovversiva” a cui Guadagnino ha reso omaggio nello spiegare il perché del premio, è la cifra interpretativa di un’attrice che non si è mai cullata sugli allori, non ha mai sfruttato passivamente il successo, ha sempre mischiato glamour e trasgressione, curiosità e rigore, malinconia e bellezza. Praticamente perfetta…

Mentre ai Giardini e all’Arsenale prosegue la Biennale d’Arte. La Galleria KOUNELLIS OPEREimagesMarignana Arte è Presente a Ca’ Pesaro e al Museo Fortuny, al Padiglione dell’Azerbaiyan in Campo Santo Stefano a Venezia gli artisti Mammadorh, Dazinov, Aliyena e Yusie non deludono. Kounellis lo troviamo alla Fondazione Prada.

DubuffetdownloadCa’ Franchetti omaggia Dubuffet con alcune opere della grande esposizione a Palazzo Grassi a Venezia del 1964 e altre opere esposte alla fantastica Biennale d’Arte ai Giardini del 1984. Dubuffet che avrebbe dovuto continuare nella vita ad occuparsi di produzione di vini a un certo punto lascia e si dedica all’arte trasferendosi a San Paul de Vance ed esponendo a Parigi al Museo d’Arti Decorative le sue vivaci opere fatti di schizzi, e percosi a serpente, ma non solo stupendo i critici di allora. Nato a Le Havre ancora oggi è quotatissimo. Accompagna la bella mostra, non bene illuminata, a Palazzo Franchetti un catalogo edito da 5Continents a cura di Francois Gibaud. Nel Dubuffet e gondolieriimagesgiardino che si affaccia sul Canal Grande a fianco del ponte dell’Accademia, un grande totem realizzato dall’artista è esposto al sole, all’acqua e al vento, eterno come la sua arte.


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