VERONA, L’ARENA, PIAZZA DELLE ERBE, I MERCATINI NATALIZI, GIULIETTA E ROMEO E PALAZZO VITTORIA…

Che cosa c’è di più romantico di passare qualche giorno di festa a Verona, città scaligera amata da Dante dove si rifugiò, da Shakespeare che vi ambientò Romeo e Giulietta e da tutti i melomani del mondo. Qui c’è anche tutta la storia fatta di antichi tesori, romani, medioevali, quattrocenteschi, rinascimentali e poi ancora chiese, castelli, Chiese fiumi e calli che fanno di Verona la città per accellenza più romantica persino di Venezia. Non è un caso se lo storico Palazzo Vittoria che si trova proprio di fronte a Porta Borsari (la facciata di pietra bianca di un palazzo di epoca romana) ha voluto al suo ingresso una parete esattamente identica a quella del cortile di Giulietta ricca di firme e cuori di innamorati di tutto il mondo. L’elegante hotel che conserva però tutte le tradizioni del costruire veneto, dalle pietre di Verona alle bianche pietre locali, la cui hall è in stile”scarpiano”, offre diverse possibilità di accoglienza, pacchetti per tutti i gusti e per tutte le tasche.  Con il pacchetto “Taste of Veneto” valido da dicembre al 2015, comprende soggiorni di due notti in camera deluxe, colazione e buffet per due persone, trattamento Vip al momento dell’arrivo, tour di mezza giornata delle terrazze di riso o dell’azienda oleifera e pranzo, secondo giorno degustazione vini, tour guidati con autista privato…e a Capodanno ancora offerte per due notti con incluso cenone a base di pesce e brunch il primo gennaio 2015, ma anche cadeaux. Il tutto lo si può vedere andando sul sito www.palazzovittoria.com. Il cenone si può anche prenotare senza alloggiare in albergo e costa 200 euro a persona con aperitivo nel caratteristico bar  un po’ british il tutto in una bella ambientazione dai sapori e dai colori forti e con tanta archeologia inclusi i muri che circondano la sala “garden” che si trova prima di quella dei concerti con una bella vera da pozzo.

Il Victoria è il secondo Luxory Hotel firmato Salviatino Collection. Il piacere di stare in camere comode, dai sapori antichi uniti ad un moderno che se mai rallegra e con tanto di marmi e specchi e murrine, ma anche dai soffitti tiepoleschi da la sensazione di tornare indietro nel tempo. E per la seconda volta Palazzo Vittoria ospita una mostra di un artista moderno, Marco Bertin allestita sotto la direzione artistica di Manon Comerio a cura di Luigi Meneghelli dal titolo “Made in Italy” in quanto sinonimo di classe, mentre il “Made in Cina” è sinonimo di copia”, Non è un caso che l’artista abbia voluto divertirsi a fare grandi tele dal fondo rosso con scritte in cinese che riportano Padre Pio davanti a funzionario cinese con in mano il libretto rosso di Mao o la statua di un Budda in legno davanti a un Crocefisso cattolico-cristiano.Non mancano tele con i monumenti più importanti di grandi città o la 500 Fiat o un candelabro ebraico con la firma cinese; Madonne e Santi e una serie infinita di riproduzioni di oggetti e giochi per ragazzi tutto “Made in China”, persino un Elvis Presley dipinto perfettamente. Perchè noi italiani sappiamo creare.

La General Manager Giusy Loro è convinta che Palazzo Vittoria debba, nonostante i suoi ospiti, continuare a interagire con il tessuto sociale cittadino, non è un caso che le serate musicali o gli aperitivi, ma anche le cene così come le mostre d’arte devono essere venete e i particolare di Verona. Un grande albero di Natale fra interpone tra la bellissima Porta dei Borsari illuminata (un tempo qui si pesava la merce e si pagavano dazi…) creato da Bauli, la nota marca di Pandoro tipicamente italiana. Da qui sono passati nomi illustri della Lirica ma anche cantanti, idoli dei giovani che si esibiscono all’Arena come Emma o Placido Domingo e a proposito di quest’ultimo grande interprete, Marco Pigozzo, titolare con il padre e il fratello da tre generazioni anche del Salviatino, si avvalso dell’architetto Alessandro Cesaraccio per fare Palazzo Vittoria unendo tre o quattro Palazzi e per fare la suite a Domingo che puntualmente ritorna, ma in maniera tale, trattandosi di 250 metri con affreschi dal 1300 al 1400, da renderla “mobile” e roteabile nel senso che si può trasformare quando il grande artista non vi soggiorna in 4 o 5 suite. Pare che Placido Domingo, il cui figlio è amico dei Pigozzo abbia sala da pranzo, bagni enormi, studio, salotti e più camere da letto arredati magistralmente e pensati dall’architetto Cecchini.” Abbiamo inglobato anche la proprietà della Vittoria Assicurazioni . Qui da noi vengono i musicisti con le loro band per farsi conoscere e riscontriamo un certo interesse di pubblico tra Veronesi e ospiti dell’albergo, vorrei che questo luogo continui ad essere interattivo con la città e non una cosa per turisti o esclusiva. Le nostre verande, i nostri balconi sono veronesi e noi con loro”. Non manca palestra e spa. Le firme come Philipe Stark si mischiano al classico e così i design soddisfano i gusti degli ospiti più moderni. A due passi anche Torri e dimore scaligere e il Palazzo della Gran Guardia ricchi di mostre e di per sè monumenti indimenticabili. A quanto pare il Sindaco Tosi soddisfa destra e sinistra e la città sembra essere amministrata bene.


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