VISITTATE L’ATELIER DI CEZANNE AD AIX EN PROVENCE…IL PADRE DELL’ARTE MODERNA

Ogni volta che vado a Sanit Paul de Vence, apsso davanti in Costa Azzurra ad Aix en Provence e lì c ‘è l’atelier di Cèzanne, ma o è chiuso o gli orari non combaciano per poterlo vedere. Ho negli occhi i cartello che indica il “Museo”  proprio salendo i per andare a Saint Paul dove oltrte al ben paesino antico ricco di gloria e di fama, da divi del cinema, a cantanti come la Greco, a numerosi artisti. Non voglio non citare il mio ristorante preferito…I tigli” si mangia an effetti sotto i tigli con un panorama magnifico ai tuoi piedi. Si mangia anache dentro ,,,piacevolissimo…Non manco mai di andare alla Fondazione Maeght , un edificio che chiuque a prima vista si potrebbe dire che l’avesse progettato Le Courbusier- Quanti ricordi, volevo anche comperare una casa da una inglese bella in una rocca all’interno del paese, ma poi il dubbio se andare anche d’inverno era sempre il punto di domanda che mi frenava. Una bella storia d’amore, la stessa negli anni si è ripetuta proprio lì e l’attendo, la sospiro…aspettando che la pandemia lo consenta.  Entrando nell’atelier di Cézanne ad Aix-en-Provence, si rimane avvolti da una luce diffusa che entra dalla vasta vetrata oltre la quale si intravede il bosco: la luce illumina lo spazio-pittura, la vecchia palandrana dell’artista, il putto barocco protagonista memorabile di alcune nature morte.

Guardandoci intorno non dovremmo dimenticare che il privilegio di essere lì ci è stato dato da John Rewald (1921–1994), uno dei più grandi studiosi dell’artista e dell’Impressionismo francese, che nel 1953, avvertito della minaccia di una speculazione immobiliare sul fabbricato, coinvolgendo alcuni collezionisti americani, lo acquistò per donarlo alla città.

Rewald – di cui è stato appena ripubblicato Gli anni di Van Gogh e Gauguin – è stato uno studioso straordinario: ha fotografato tutti i luoghi di Cèzanne prima che il paesaggio cambiasse per sempre (segando a volte i rami degli alberi perché l’immagine corrispondesse alla perfezione), ha inventariato, ritratto per ritratto, tutti gli amici di Van Gogh ad Arles, ha raccolto storie dagli eredi di Pissarro, di Renoir, di Zola, ha studiato epistolari, archivi, giornali d’epoca, poesie e romanzi, raccontando tutto di quegli artisti straordinari – amicizie, scandali, drammi – senza mai giudicare.

Per lui, ebreo berlinese fuggito a Parigi e poi in America a vent’anni, quelle tele e quelle storie erano come tornare a casa, nella sua Europa. Per questo non sembra strano che le sue ceneri riposino proprio ad Aix-en-Provence, accanto alla tomba dell’amato pittore.


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