VITE PRIVATE AL TEATRO MANZONI DI MILANO. UN CLASSICO DI COWARD CHE FA ANCORA DIVERTIRE

Eliot e Amanda. Victor e Sibilla. Strane coppie, coppie nuove che si incontano in un hotel in Costa Azzurra, dove vuole la sorte che ci siano l’ex moglie di Eliot (Amanda) e il nuovo marito Victor.

La commedia che rimarrà al Teatro Manzoni di Milano fino al 22 maggio con la regia di Giovanni De Feudis, le scene di Andrea Bianchi, la produzione di Roberto Lamberti e con le musiche di Alessandro Mancuso è stata un vero successo di pubblico e di critica. L’organizzazione è dello Studio Martin.

La commedia fu scritta Noel Coward negli anni Trenta in Inghilterra e divenne subito un successo internazionale stando mesi in cartellone nei teatro del West end londinese e di Broadway. Coward fu tra le due guerre del secolo scorso il commediografo di maggior successo della sua generazione: aveva un naturale talento per i dialoghi, una forte sensibilità musicale e costruiva le sue commedie con tempi scenici perfetti e con un orecchio molto attento alle suggestioni della musica. Ancora oggi, “Viteprivate” come altre sue commedie, è periodicamente rappresentata a Londra.

De Feudis, il regista attuale, l’ha ambientata negli anni Sessanta, con tanto di scene e costumi con il tentivo ben riuscito di attualizzarla, senza nulla togliere al contenuto della commedia, testi inclusi e alla sua ambientazione.

Riprendiamo la storia senza svelarne tutta la trama e soprattutto il finale a dir poco burlesco: inevitabilmente le copie si scoprono presto attraverso una serie di andirivieni sulle terrazze, giochi di equivoci, scenate di gelosia e presto la frittata è fatta. Tra il bravo Corrado Tedeschi (Eliot) e Benedicta Boccoli (Amanda), ristoppia una scintilli che si era interrotta cinque anni prima.

I nuovi coniugi sono Andrea Garinei (Victor) e Elisabetta Madalari (Sibilla) e una volta scoperto il fattaccio li inseguono a Parigi dove Amanda ha un appartamentino nel quale si rimettono a vivere insieme senza mai cambiare il carattere che li aveva divisi ma senza mai cambiare anche il loro cuore che in fondo sempre palpitava l’uno per l’altro.

Anche se il finale sembrerà apparentemente scontato, perché il gioco delle copie è destinato a ripetersi in eterno….”Questa vita di copia è un inferno, ma come è bello questo inferno..” dice Eliot. La stessa cosa potrà succedere anche agli altri nuovi piccioncini che potranno unirsi, trovarsi e ritrovarsi……


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