L’ISOLA DEI LIBRI: SAN PIETRO IN SARDEGNA. FESTIVAL DELLA LETTERATURA A CARLOFORTE NICOLO CAPRIATA- SULLE TRACCE DI ERNST JUNGER

Nella splendida cornice dell’sola di Carloforte tra calli, carrugi, case colorate e una natura stupenda che fa da contorno, è stato organizzato dall’Associazione Saphirina una presentazione di nuovi libri freschi di stampa e un dibattito ricordo, nonchè una pubblicazione “San Pietro”Edito da Lupetti), una traduzione di un testo di Junger di Alessandra Di Cicco .  A intrattenere il pubblico delle terrazze dell’Hotel Riviera a Vicolo Caprera, scrittori e giornalist tra i quali Stenio Solinas (autore del bel romanzo “Il Corsaro Nero”- Hanry De Monfreid- Neri Pozza), il professor Sioli, Raffaele Mangano, Enrico Regazzoni, Vanessa Ruggeri, Patrizia Planta, Ireneo Picciau, Paolo Montaldo e Nicolo’ Miglietti, Giuseppe Ghigino, Pierangelo Quartero. E poi ancora Le sere speciali sono state una conversazione con Giuseppe Conte, una a Garcia Lorca e una naturalmente a Junger.  

Sulle tracce di Ernest Junger non sono andati solo, Alessandra di Cicco e Stenio Solinas con un reportage e una presentazione al libro ” San Pietro”, ma anche Andrea Mura che sta curando il progetto di un film.

“Di isole si potrebbe raccontare molto

e nel farlo l’inizio riesce più facile della fine”

 “Sono pochi i posti nel nostro continente che danno

una sensazione di solitudine pari a quella che si gode qui”

 Dice Mura: “Racconto dell’isola di un’isola: San Pietro, un luogo dell’anima, appartato, solitario ma sempre mosso dallo scorrere incessante del tempo. Questa piccola isola posta a sud-ovest di un’isola più grande, la Sardegna, è luogo ideale per raccontare insieme la temporalità e l’a-temporalità, il passaggio, lo scorrere e l’essenza delle cose. Il documentario vuole essere un viaggio tra passato e presente, alla ricerca di quell’altrove che aveva affascinato lo scrittore e pensatore tedesco del ‘900 Ernst Junger. Guida di questo viaggio sono proprio le parole di Junger che, stregato dalla singolarità di quest’isola, vi aveva soggiornato alla ricerca di un insetto endemico, lasaphyrina, che nei vari anni in cui tornò nell’isola, non trovò mai. Forse un caso o un presagio di una ricerca che non ha fine, di una verità che si cela, di un mondo incomprensibile che da segnali di luce e subito dopo si nasconde alle anime ricercatrici di mistero e bellezza”.

Parliamo di un documentario di creazione con approccio poetico. Si succederanno quadri “metafisici” di una realtà che si svela nella quotidianità: il gesto di un pescatore, le misteriose tracce lasciate sul terreno da una formica, la solitudine dell’assolato cimitero. Incontriamo, durante l’arco delle stagioni, le persone e i paesaggi che compongono il quadro di questo luogo solitario e incantato, che si svela con lentezza e ritrosia allo sguardo, che richiede la pazienza, l’attesa e la fatica di una nuova nascita.

“Il ritmo complessivo del film – prosegue Mura – cercherà di seguire quello dell’ambiente e dei personaggi ritratti, si privilegeranno inquadrature dall’ampio respiro, persistenti nel tempo, che scavano dietro gli interstizi del reale. Anche nel montaggio si avranno lunghi respiri atti a rendere allo spettatore lo spirito di ricerca dell’entomologo, la sua paziente ricerca di segni nascosti tra le pieghe della quotidianità”.

La struttura del documentario in corso di lavorazione, si articolerà attraverso l’utilizzo dei seguenti elementi: voce narrante, materiali d’archivio, interviste, esplorazione dei luoghi che conservano la memoria del personaggi e sequenze di osservazione. Lo schema di sviluppo del documentario alterna momenti narrativi (costruzioni di sequenze tramite immagini e voce narrante) a momenti di esperienza conoscitiva e relazione con altre persone legate alla storia dei luoghi e del personaggio (incontro con “esperti e non”, dialogo con i luoghi). Dal confronto inoltre tra il passato e il presente emergerà una riflessione sul cambiamento e sull’eredità che il territorio può conservare. Di qui la necessità di incontrare persone che operano negli stessi luoghi o ambiti legati al diario di viaggio di Junger (paese, cimitero, tonnara, miniere).

Vi lascio qualche note di Regia : “Mi piace il cinema, la natura, la filosofia, la poesia. Non potevo non appassionarmi a Ernst Junger, scrittore-entomologo-filosofo, che ha attraversato tutto il ventesimo secolo, sperimentandolo in prima persona e in prima linea. Il suo diario di viaggio a San Pietro sarà lo spunto narrativo per il film che voglio fare: raccontare un’isola minore, i suoi luoghi e le sue persone, i suoi silenzi primaverili e il caos estivo, i pescatori, la partenza dell’ultimo battello, che conduce comunque ad un’altra isola. Mi sembra una grande metafora quella dell’isola, solitaria, fuori dal tempo, per quanto questo sia ancora concesso dalla società della tecnica in cui siamo immersi. Mi interrogo sulla possibilità di una fuga possibile, quantomeno di un ristoro momentaneo, di uno spazio in cui lo spirito si abbevera di essenzialità e ritorna, seppur solo per un attimo, a contemplare il mondo. Ecco mi piacerebbe riuscire a raccontare per immagini questo attimo, o almeno il tentativo di afferrarlo”.

A partire dal 1929, dopo Goethe e Nietzsche, lo scrittore Ernst Jünger muove i suoi passi “verso il Sud”, sulle rotte del sole e del Mediterraneo, visita e scrive a più riprese della Sardegna. Una terra mai riconosciuta, arcaica e remota, solamente sfiorata dalla storia dei popoli e dalle razzie del tempo. La cui storia è protostoria. Il passo di Jünger è mosso dalla costante ricerca della Bellezza, delle forme, per affrontare la sfida all’omologazione della modernità. Ricerca, tra le pieghe visibili dei luoghi, degli uomini e delle cose, un rifugio invisibile in cui sia ancora possibile salvare l’incanto dalla morsa del tempo. Recuperare uno sguardo alla grazia più alta della bellezza anche attraverso le scoperte entomologiche delle cacce sottili.

Nel 1957 pubblica San Pietro, il diario di viaggio della sua permanenza nell’isola di San Pietro, nella quale tornerà più volte fino al 1978. L’isola e il suo paese Carloforte diventano location per le indagini e le riflessioni dello scrittore. Questo suo ricercare verrà tradotto filmicamente su livelli molteplici, testuale, visivo, e quello sonoro, sia dei possibili testimoni di quell’esperienza che incontreremo lungo il viaggio. Spazi, colori, immutati o carichi di presenza, sono ripercorsi attraverso le parole, le visioni dei testi, i rimandi all’archivio, in un costante dialogo temporale tra passato e presente.

Il documentario parte da una serie di domande che emergono dalla lettura dei diari di Junger: quella salvezza estetica che Junger cercava in Sardegna è ancora possibile? Ora che la terra del mito e quella della storia sono accomunate dallo sguardo comune e totalizzante della modernità, quale è il senso di tornare a contemplare? È possibile recuperare oggi «il fuoco che non si estingue»?

Navigando tra i teti, le parole dei diari, come tra i silenzi dei luoghi e delle immagini, la risposta, ineludibile e tanto più doverosa ora, è consegnata a chi guarda, vede tra le maglie del tempo, delle piante e degli insetti, degli uomini come dei templi, risplendere l’arcobaleno invisibile che circonda quello visibile.Viaggiare verso Sud ha ancora un senso, il senso mutato, irrimediabilmente nei tempi, eppure sempre possibile, necessariamente possibile, per riscoprire la doppia maschera di una realtà magica.

Ricerca e sopralluoghi sull’isola (personaggi, luoghi etc).

Ricerca materiali d’archivio (Carbonia – La fabbrica del cinema, archivi locali).

Sviluppo della sceneggiatura.  Ricerca Fondi (Ministero, Regione, Fondi sviluppo, etc). Ricerca Partner (Fondazione Junger, Ass. Saphyrina, Patrocini Comune – Regione).

Ci si augura che la Civica Scuola Visconti di Cinematografia di Milano , ma anche uno dei suoi migliori insegnanti e scrittori, Ercole Visconti, l’Istituro Luce, la documentarista e studiosa di Bologna (milanese d’origine), Martina Parodi a Bologna porti il suo contributo di ricerca di materiale d’archivio. Non tutti sanno chi era Jumger…ecco alcune note.

ERNST JUNGER (1895-1998)

E’ uno dei massimi scrittori tedeschi e un eminente uomo di pensiero e di cultura del ventesimo secolo, del quale incarna aspirazioni e contraddizioni, sogni e delusioni, ordine e anarchia. “E’ il Novecento che si è fatto uomo” ha scritto di lui qualcuno. Junger nasce ad Heidelberg da una famiglia borghese (il padre è un chimico farmacista), primo di sette figli. Fin da piccolo dimostra un’innata passione per la natura e in particolare per la zoologia. Ma, per vari motivi, fu tutt’altro che uno studente modello. A 17 anni scappa da casa per arruolarsi nella Legione Straniera, ma è minorenne e per intervento del padre viene rimandato in famiglia. Allo scoppio della Prima guerra mondiale si arruola volontario. Al fronte si distingue per eroismo e viene ferito più volte, alla fine del conflitto riceverà la massima onorificenza militare prussiana. Nella Seconda guerra mondiale è ufficiale della Wehrmacht a Parigi ed è amico (lui che in uno scritto giovanile aveva teorizzato il nazismo) degli ufficiali che ordirono l’attentato a Hitler. Dopo la guerra fu accusato ingiustamente di aver appoggiato il regime hitleriano. Va a vivere nell’alta Svevia, viaggia frequentemente e intesse rapporti con tante figure della cultura europea tra le quali Martin Heidegger e Mircea Eliade. Nel 198 Riceve il prestigioso premio Goethe che lo consacra definitivamente tra i maggiori scrittori e pensatori tedeschi. Tra le sue opere della sua vastissima produzione si distinguono Nelle tempeste d’acciaio (1920), Sulle scogliere di marmo (1939), Al muro del tempo (1959), Il contemplatore solitario (1995).

IL REGISTA. ANDREA MURA

Cagliari, 1980. Diplomato nel 2012 presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. Laureato in Filosofia, coltiva parallelamente la passione per il teatro e il cinema. Ha frequentato workshop di antropologia visuale con il regista australiano David McDougall e ha lavorato presso il Teatro stabile d’arte contemporanea Akroama di Cagliari. Ha collaborato con il dipartimento di antropologia visuale dell’Università di Cagliari e ha realizzato, come regista e montatore, vari film documentari e cortometraggi. www. vimeo.com/andreamura


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