IL NATALE DEGLI EMARGINATI. PAPA FRANCESCO CONTINUA A STUPIRE ANCHE CON LA MESSA DELLA VIGILIA DELLA NATIVITA'. MA CHI E' QUESTO GRANDE UOMO?

Papa Francesco,

si è sentito in dovere di andare anche a Lampedusa. lo ha rammentato anche durante la Messa di questa notte, la notte della natività di Gesù. “La cultura del benessere ci fa vivere in bolle di sapone ci fa vivere nell’illusorio del futuro e siamo caduti nella globalizzazione del disinteressa. L’indifferenza, è questo il risultato della politica del “progresso”, del mondo della finanza e degli affari.

E’ il primo Papa gesuita e sono andati a prenderlo, come diceva lui in capo al mondo, anzi alla fine del mondo. Il suo linguaggio è chiaro e umano, “Il Signore perdona tutti, perché se no il mondo non esisterebbe” e questa frase l’ha sentita dire da una vecchia signora. Lui che è stato tra i poveri e allo stesso tempo ha conosciuto i “colonnelli”..Non gli fa paura lo Ior, gli scandali, le denunce, gli scandali dei cardinali….il “bianco padre” si è subito spogliato di tutto quello che la Chiesa aveva costruito di fittizio, sempre volersi avvicinare al Giovanni XXIII°.  Spesso cita Pietro. Il perdona e spesso dice: “Quando ci sentiamo forti è proprio quando siamo più deboli…”. “Dentro di noi ci sono tenebra e luce. Questa luce che apparse quella notte ci indicò il cammino. Camminare, noi pellegrini verso la Terra Promessa. Il Signore è sempre fedele perché in lui c’è luce. In noi pellegrini ed erranti si alternano luci ombre…se il nostro cuore si chiude e prevalgono orgoglio, indifferenza…allora su di noi cala il buio”. “Questo è il Natale degli immigranti. Sono stati i primi perché sono stati gli ultimi. Ci fermiamo con loro davanti al Bambino appena nato…”, così celebra la Messa natalizia per la prima volta Papa Bergoglio. I primi a vedere Gesù sono stati quindi i pastori perché erano gli ultimi…Una forte presenza di uomini della Chiesa e di gente comune. “Una grande luce…Gesù è venuto per liberarci dalla carne e il popolo pellegrino non vuole essere errante. Esso dorme come gli emigranti ma questi stanno all’erta sempre sono svegli e vedono la luce per primi…”.

Ha ringraziato anche il giornalaio che gli ha portato il primo giornale. E’ capitato che lui stesso rispondesse direttamente al telefono, ma non è il Papa teologo tedesco e nemmeno il Papa politico operaio, ma quasi un francescano. Un Papa che fa il pontefice che punta all’evamgelizzazione dei popoli, tutti i popoli, anche quelli dimenticati. In un momento di grande disordine morale è il Capo della Chiesa che ci vuole. Continua a vivere  edormire fuori dal Vaticano, se ne guarda bene, forse si sente più protetto e lontano da rischi nella sua dimora umile. “Non dobbiamo avere paura della bontà e neanche della tenerezza”. I giovani oggi vogliono parlare, sapere partecipare e lui è in grado di aiutare a capire quando si è nel giusto. Non recista è il Papa che tutti abbiamo sognato. Io, forse atea, ma questo è un lungo discorso, sono tentata di andarlo a conoscere per conversare non per fare una intervista giornalistica. Spesso parla del male e dei cristiani: “Non dobbiamo rispondere con violenza al male”. “Giovani dovete vivere la fede con un cuore giovane anche a settanta o ottanta anni, il cuore non invecchia mai, è buono uscire dalle periferie per portare Gesù…”. E’ la Chiesa dei poveri quello che vuole, vero comunicatore che cerca di cambiare il corso delle cose, in grado di dare speranza nel mondo perché ce ne è bisogno.

“Non lasciatevi rubare la speranza. Non lasciatevi rubare la speranza, quella che ci da Gesù”. Ha 66 anni e viene non dall’Europa. La sua enorme rivoluzione spirituale parte dal cuore, ha cambiato la mentalità e piano piano cambierà una Chiesa in un qualcosa di liberale. A Scola è stato chiesto se è stato contento che abbiano scelto Bergoglio e lui ha risposto che è il Papa giusto, lui che era tra i papabili. Sempre che dica la verità,ma credo di si.

Vuole i vescovi non siano i principi della politica, ecco perché ha scelta la congregazione della “Corona” dove troviamo toghe importanti scelte con strategia politica.  Sta portando le suore a non essere “zitelle”, come dice lui,  ma operatrici di Dio, tutti devono uscire dalle chiese e andare fuori in mezzo alla gente che soffre e che ha bisogno.  “Io Vescovo  di Roma, vi prego di pregare per noi e per tutto il mondo. La bellezza dell’unità sta nell’essere una cosa sola. L’unità della Chiesa”. Certamente porterà la Chiesa lontano anche in terre dove non è mai veramente arrivata.

“Mi auguro che questo commino verso l’evangelizzazione con l’aiuto del mio Cardinale vicario, vada molto lontano”. “Oggi è San Giuseppe, il mio predecessore e fate una preghiera per Bendetto XVI perché il Signore lo benedica e che Dio lo custodisca”. Lo ha aiutato molto a capire i meccanismi della Chiesa. “Sentire misericordia cambia tutto, cambia il mondo, il mondo diventa meno freddo e più giusto”. Remo Girone dice “Il Papa è inaspettato, grande comunicatore, sa usare bene la lingua italiana ma trascina quell’accento argentino, dice buonasera a tutto, la sua umile croce, il suo anello….” . Tutto parla di lui e in lui. Intanto tempeste si abbattono in Inghilterra, Scozia, Irlanda, Belgio, Francia, nel Nord Europa, ma anche in America.  Strano segno….

“Tutto nasce da avere incontrato Gesù. Con lui non siamo mai soli. Non possiamo diventare cristiani ideologici, inamidati che parlano di teologia mentre bevono il te, ma toccare la mano di chi tocca la carne di Cristo. Quando date l’elemosina toccate la mano di quella povera persona se no l’elemosina non arriva ai suoi vertice. E quando non ci prendiamo cura dei nostri fratelli il cuore si inaridisce, a chi si occupa di ruoli politici, sociali, giornalisti, uomini della comunicazione, non lasciamo che la distruzione del mondo ci divori. Quando la Chiesa è chiusa sa di muffa è una Chiesa ammalata, le porte devono essere aperte. se il rischio è l’incidente quando si esce, non importa, è meglio rischiare che rimanere chiusi dentro e dico chiusi dentro in tutti i sensi”. Un fedele come gli altri, io sono come voi sembra voler dire e credenti o non credenti noi non siamo ancora in grado di calcolare.  Racconta di se, di come viaggia, del suo Piemonte, delle sue “favelas”, ma appena può sta nel suo quartiere a Torino a fare visita ai parenti (qualche parente lo ha anche fuori Torino) e poi una scappata o sempre una linea di comunicazione con al sua Argentina dove la squadra calcistica del San Lorenzo sente la sua mancanza. Una benedizione natalizia più bella di così non la si poteva avere. Grazie Papa Francesco. Chi meglio di te poteva pprendersi un impegno così grande portato avanti con tanta sapienza e determinazione. ridere e piangere sono due linguaggi universali. Sono due linguaggi della vita e Bergoglio ci fa fare questo e l’altro. Un Papa che ci fa ridere è un qualche cosa di meraviglioso. Buon Natale e buone feste a tutti e con tutto il cuore…Un medico recentemente mi ha commossa perché ha centrato la mia bontà e la sensibilità, emozioni che nascondo inconsciamente per difesa. Chi lo capisce mi commuove. Sono certo che Papa Francesco me lo leggerebbe negli occhi. Ora che ci penso so cosa gli chiedere…come aiutare i miei figli a superare i problemi che hanno avuto dopo la separazione e a ritrovare il loro padre come quando erano bambini. Un padre attento non in odio con il mondo e con me, per il nostro bene e per quello dei nostri figli. Il tempo vola e noi ci dobbiamo ritrovare in una qualsiasi forma perché la famiglia è la cosa più sacra che ci sia. Noi abbiamo la responsabilità di avere messo al mondo dei figli e di amarli e di proteggerli senza viziarli. Gli errori dei nostri genitori non devono ricadere suoi nostri figli e un padre non deve mai mettere contro una madre i propri figli in nome della volontà di annientare l’altro. C’è crisi, che motivo c’è di non pagare la scuola a suo figlio maschio e lasciarlo senza un diploma di un liceo ma solo con il foglio di via della scuola dell’obbligo, la terza media e che lavoro avrebbe trovato? Quello di andare di bar in bar? No, a costo di sacrifici ho scelto io la scuola privata. Che non paghi, pur potendo, se questo gli fa comodo con la giustificazione morale di dire che è educativo. Mi spiace solo chemio figlio non stia tanto studiando. Questa è la mia preghiera di Natale “….fai che il mio….possa trovare la forza in se stesso per andare avanti e che suo padre capisca che non può dare meno ai figli di quello che ha avuto lui, visto che si può permettere una vita ancora agiata e andare per mare con la sua splendida barca a vela”. Un modello positivo i ragazzi lo devono avere. Quando un padre è assente, invece di odiarlo cercano di portarlo sulla strada giusta per non sentirsi orfani ma anche per insegnargli la giusta via che darebbe anche a lui un grande scopo. Buone Feste a tutti


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