TELESCOPE PER UAN BUONA LETTURA…..

EDITORIALE

L’Atlante della memoria, composto da immagini tratte dalla storia dell’arte e da culture di diverse origini, con cui tra il 1924 e il 1929 lo storico dell’arte Aby Warburg (1866 – 1929) aveva dato inizio al metodo di indagine che oggi chiamiamo iconologia, si chiamava in tedesco Bilderatlas Mnemosyne [Atlante delle immagini Mnemosyne], una creazione che lui definiva “una storia di fantasmi per persone veramente adulte”, che avrebbe cambiato per sempre l’approccio all’interpretazione dell’arte visiva. Mnemosyne era la dea greca della memoria e del ricordo, capace di connettere realtà distanti, di intessere trame attraverso il tempo e la coscienza, di creare analogie, rimandi, corrispondenze, lo stesso tipo di legami che caratterizza l’opera di Max Ernst (1891-1976). Parlando della sua arte Ernst la definisce “sediziosa, ineguale, contraddittoria, inaccettabile per gli specialisti dell’arte, della cultura, del comportamento, della logica, della morale. Per contro essa ha il dono di incantare i miei complici: i poeti, i patafisici, alcuni analfabeti”.

In alcune delle sue opere – come Vox Angelica (1943) o Sette microbi visti attraverso un temperamento (1953) – le immagini sono disposte esattamente come nell’Atlante della memoria: questo, se da una parte conferma la sua conoscenza dell’iconologia, ci consente anche di guardare al suo lavoro come a un sistema attivatore di visionarietà che, come i parallelismi inediti suggeriti da Warburg, spinge noi osservatori ad attivare un continuo processo di rimandi, ricordi, analogie capaci di attivare una forma di conoscenza imbevuta di mistero perché, come scrive anche André Breton nel primo articolo in cui usa la parola surrealismo: “Sono sempre stato convinto che nulla di ciò che facciamo o diciamo abbia qualche valore, se non obbedisce a questo magico dettame”.

W i surrealisti, W i visionari, W Mnemosyne.

In questa centocinquantaquattresima edizione di TELESCOPE, la nostra newsletter settimanale dedicata alle istituzioni e ai progetti culturali di cui siamo portavoce, nella sezione dedicata ai RACCONTI trovate un estratto da un testo autografo della fotografa Eve Arnold, parte del catalogo della mostra Eve Arnold. L’opera 1950-1980 in corso negli spazi di CAMERA a Torino; la curatrice ed editor Giovanna Manzotti racconta l’opera Personal Protective Demon di Candice Lin, vincitrice della VI edizione del Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura esposta alla GAM di Milano; Donatella Giordano, contributor di Artribune per cui cura Monologhi al Telefono dal 2020, presenta un racconto dell’allestimento Animali, Vegetali, Rocce e Minerali: le Collezioni ISPRA > Verso un museo multispecie al Museo delle Civiltà di Roma.

Nella sezione dedicata ai VIDEO trovate la mostra Guardando Oltre di Stefano Bombardieri, parte del programma di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, e un video dedicato alla storia della Basilica Ulpia nel Foro Traiano di Roma, fonte di ispirazione per FOROF Essenza, nuovo progetto di FOROF in arrivo a maggio.

Tra gli EXTRA segnaliamo la mostra GAO BO高波I SCRITTURE DALL’HIMALAYA, secondo appuntamento dedicato dalla galleria IN’EI di Venezia all’artista cinese; TEMPUS FUGIT: POMPEII’S PARADOX AND FADING EMPIRES, graphic novel dell’artista cinese Miao Ying parte della Digital Fellowship di Pompeii Commitment. Materie archeologiche; e Me, We la nuova mostra di Museion a Bolzano dedicata all’artista giapponese Shimabuku.

In questa edizione anche un BONUS TRACK dedicato alla ventiduesima puntata di Radio GAMeC 30, con protagonista l’artista Chaw Ei Thein.

Buona lettura e buon primo maggio! Anche a  Lara Faccio

Editoriale e testi a cura di Annalisa Inzana

Ricerca ed editing Camilla Capponi, Alberto Fabbiano, Martina Fornasaro, Marianita Santarossa, Claudia Santrolli, Denise Solenghi, Carlotta Verrone, con la collaborazione di Margherita Animelli, Nicolò Fiammetti, Andrea Gardenghi, Anna Pascale, Silvia Pastoricchio, Alessandro Ulleri, Margherita Villani e Marta Zanichelli.


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