Il genio di Klimt unito a quello di Beethoven allo Spazio Oberdan di Milano

Da domenica 26 febbraio e, per tutte le domeniche successive fino al 6 maggio, partirà l’appuntamento “Colazione con Klimt”.  Ogni domenica dalle 10.00 alle 11.30 a tutti i visitatori della mostra Gustav Klimt. Disegni intorno al Fregio di Beethoven in corso allo Spazio Oberdan di Milano, verrà offerta gratuitamente la colazione: croissants freschi e una degustazione di caffè proposta da Bialetti, tasting partner dell’iniziativa.

Un’occasione per festeggiare il 150° compleanno di Klimt, artista di straordinaria rilevanza nella storia
dell’arte moderna, e per ammirare 40 opere tra disegni del grande Maestro austriaco, manifesti secessionisti e fascicoli della rivista Ver Sacrum.

Ancora una volta la Provincia di Milano attraverso la cultura fa rivivere le sue sedi già ricche di storia e di memoria. Se sono passati 150 anni dall’Unità d’Italia, è altrettanto vero che sono passati 150 anni dalla nascita dell’artista viennese che con Kokoschka, Shiele e gli architetti dello Jugendstil, Endell, Olbrich, Van de Velde, hanno segnato unperiodo storico rivoluzionario sia nella pittura che nell’architettura, ma anche nelle lettere e nella musica.

Egon Leon Adolf Schiele, meglio conosciuto come Egon Schiele (1890-1918), pittore e incisore austriaco, fu pupillo di Gustav Klimt nonchè esponente assoluto del primo espressionismo viennese, morto precocemente lasciando un segno inconfondibile per i posteri grazie i suoi soggetti di uomini e di donne che posavano spesso nudi. Ritratti contorti, dai quali emergevano figure malate simbolo di un’incertezza di un’epoca. L’artisti non mancò di lasciare anche segni nel campo fotografico, sperimentazioni che da Vienna arrivarono anche a Monaco, altra culla del Secessionismo nordico.

Ma torniamoa Klimt che la Provincia di Milano rende omaggio con una mostra. La sua infanzia tormentata nasce così: alla morte di suo padre Adolf (capostazione) nel 1905, la tutela di Egon passa a un ricco padrino, lo zio Leopold, il quale dopo averlo indirizzato a una carriera nelle ferrovie, gli riconosce le capacità artistiche. Va ricordato che la produzione di Egon Schiele si congiunge con Klimt grazie anche alla sua produzione sterminata, oltre 3mila opere, diverse su carta e dopo il suo ingresso alle Belle Arti nel Cafè Museum di Vienna fa amicizia con diversi artisti ma soprattutto conosce nel 1907 Gustav Klimt che influenzerà il suo percorso per tutta la vita. La sessualità maschile, i corpi nudi e contorti, sofferti, i colori più luminosi li fanno trovare molto vicini per sensibilità e ideologia. Anche Klimt avrà per Schile una grande stima fino a comprargli parecchi disegni e a procurargli delle modelle molto particolari ed infine lo presentò a ricchi mecenati. La sua carriera artistica nel 1908 è già segnata con la prima mostra per la Wiener Werkstatte, nata nel 1903 per opera dell’architetto Joseph Offman il cui fondamento teorico risiede nell’idea di opera d’arte totale. Ossia “L’arte non deve essere rinchiusa in ambiti tradizionali ma deve influire formalmente e spiritualmente sulal quotidianità”, spiega l’assessore alla cultura della Provincia Maerna.

Attraverso una distorta e aggressiva arte figurativa la sessualità diventa un’ossessione con altissima tensione emotiva, angosciosa. Nello stesso modo l’arte di Alfred Kubin e Oskar Kokoschka riempiono allo stesso modo spazi vuoti, rappresentando anche loro la tragica condizione umana ed esistenziale, un conflitto continuo tra la vita e la morte.

Il drammatico disfascimento fisico e morale anche nelle opere di Klimt assume un valore autonomo più naturalistico, efficace di una sensualità intensa, una pulsione profonda che scaturisce dall’anima. Questo erotismo raffinato lo possiamo vedere allo spazio Oberdan di via Vittorio Veneto unito al fregio per Beethoven.

Per chiudere il discorso sulla secessione, è curioso ricordare che nel 1909 le opere degli espressionisti della secessione viennese si trivano riuniti in una mostra alla Junstschau, assieme a Munch, Matisse, Bonnard, Gauguin, Kokoshka e Van Gogh. Qui si vede il fammoso manifesto di Shiele, teorico del gruppo: “L’artista del Neukunstgruppe è e deve essere necessariamente se stesso, deve essere un creatore, deve sapere creare i propri fondamenti artistici, senza utilizzare tutto il patrimonio del passato e della tradizione”.

Chi era Beethoven tutti lo sanno, ma chi fosse  Klimt lo sanno in pochi e forse ne vale la pena parlare di lui per meglio compredere l’esposizione assolutamente inedita a cura di Annette Vogel in occasione del 150esimo anniversario della nascita di Klimt. L’esposizione è corredata da quattordici disegni originali relativi al famoso affresco custodito in una sala del Palazzo della Secessione di Vienna che ruotano intorno allo straordinario Fregio di Beethoven. Il Fregio lungo 34 metri sviluppato su tre pareti del Palazzo della capitale austriaca, fu dipinto da Klimt nel 1902 in occasione della XIV mostra del Movimento secessionista. L’esposizione è stata pensata come cornice per la grande scultutra in marmo policromo di Max Klinger dedicata al compositore tedesco. Un percorso divulgativo che si apre con i manifesti originali della Secessione viennese realizzati anche da Koloman Moser, Alfred Roller, Ferdinand Hoedler e Leopold Stolba per le singole Esposizioni del Movimento appartenti alla Collezione Salce della Sovraintendenza per i Beni Storici e Artistici ed Antropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso. La mostra aperta fino al 6 maggio e accompagnata da un catalogo è stata organizzata in collaborazione con la Sabarsky Collection New York di Berlino, ma promossa dalla Provincia di Milano. <Le tre età della donna> del 1908, custodito alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, dove l’immagine idealizzata mostra un malinconico senso dell’essere, unito alla poesia e ai colori forti e decisi che ben si mischiano a un disegno compatto, organico, onirico al tempo stesso: non c’è nulla che riveli la chiara consapevolezza della problematica sociale. Assistimo piuttosto ad una eticità estetica programmatica.

La diffusione degli stilemi essenziali dell’Art Noveau e dello Jungendstil con i suoi tratti ondulati e sinuosi, dove compare spesso l’oro vogliono comunicare eleganza, leggerezza ed elasticità; in quella libertà espressiva c’è tutta la rapida scesa di una tecnologia industriale. Lo stile è ornamentale e funzionale sia anche negli edifici che nell’arredo o negli oggetti. Stiamo assistendo ad una sorta di narcisismo idealizzato.


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