UN RICORDO DI ALDO BISCARDI, ULTIMO MATTATORE DEL CALCIO
Prima di ogni cosa voglio dare il mio addio all’amico Aldo Biscardi, morto a 86 anni (oggi i funerali a Roma). Laureato in legge, contribuì alla nascita di Rai 3 e divenne, prima su Paese Sera poi in tv, il Re Mida del calcio. Inventò il talk-show sportivo e seppe coniugare la propria passione con la capacità di individuare nei grandi Tycoons dl calcio (Agnelli, Moratti, Cecchi Gori, Berlusconi, Ferlaino ecc.) la chiave di uno sport divenuto ormi industria e dove la compravendita di un calciatore equivaleva a uno scossone in borsa.
Nelle lunghe chiacchierate mentre scrivevamo insieme il libro “Il mio processo tra calcio e politica” (Rizzoli), uscivano spesso ricordi personali interessanti e spesso divertenti. Fu per lui un onore essere invitato in Argentina a casa di Maradona ai tempi del suo trionfo come giocatore. Una casa da “sceicco”, enorme, sfarzosa. Nell’ingresso il grande “Pallone d’Oro”, vinto non molto tempo prima. Lo rivide spesso e mi diceva sempre che, dopo Pelè, Maradona era “the best”. Inventò la moviola, da poco applicata sui campi sportivi per meglio stabilire la regolarità delle azioni sul campo, nonché la sua versione extra large, il moviolone. Fu anche amico e spauracchio dei ct e delle società calcistiche. Ma Biscardi non era solo questo, era anche un uomo di grande generosità simpatia. Una sera Maro Dubini (i Dubini sono stati tra i fondatori del Milan), lo volle a cena. Organizzai la cosa perché ero amica di Marco e di sua moglie Sharon e fu una serata memorabile, interessante e viva. Del grande urlatore del talk-show non ci fu traccia: tranquillo, educato, persino l’accento molisano scomparso.
Grande affabulatore, proprio quest’anno mi aveva chiamato per lavorare a un libro su un epistolario fra lui e Papa Wojtila, ormai però era troppo tardi. E’ morto al Policlinico Gemelli circondato dall’affetto dei figli. Amico di tutti i ct della nazionale, da Valcareggi (allenatore ai tempi del Mondiale del ’70) a Bearzot, da Sacchi a Lippi, ma anche di Arpino e Gianni Brera….lo voglio ricordare così, tra calcio, politica (fu grande amico di Alessandro Curzi) e quelle energie che solo lui poteva avere ..un vero e proprio “enfant terrible”, capace di infrangere le regole di una società borghese, a volte corrotta ma sempre in punto di diritto e con grande ingegno. Da oggi i lunedì senza processo saranno più tristi.