“LEA PER NOI”: IL MONDO CHE VORREI….

LEA &downloadMentre le raffiche di vento sfiorano la Tour Eiffel a 150 Km l’ora, fino a congelare tutta l’Italia,  con ancora i quadri di Caravaggio negli occhi, (oggi l’ultimo giorno a Palazzo Reale di Milano), ma anche quelli di Toulose- Lautrec e Klimt con le sue magnifiche icone femminili dorate, le lacrime mi si sono congelate sulle guance. All’uscita della mostra di Frida Kahlo (una vita appassionante e tragica al tempo stesso per un artista che ha precorso i tempi e che ostinatamente si è rifatta una vita in tempi non facili grazie anche alla passione per la pittura), ho guardato l’orologio e mi sono resa conto che mi ero ripromessa di ricordare una collega bella e giovane figlia dell’avvocato Antonino Mattarella a un mese di distanza della sua morte. Negli occhi mi scorrono immagini di una Roma silenziosa avviluppata dal freddo e ciò che può avere comportato come dolore rientrare in quella Chiesa, quella degli Artisti, dove venne portata una bara alla presenza dei parenti e genitori, fratello e sorella, ma soprattutto della bella e giovane figlia che pare avere però la stessa grinta di Lea. Combatteva per il bene delle donne, la giornalista dai begli occhi azzurri come il mare dove era nata, tante le associazioni alle quali ha aderito…non si dava tregua

La mia collega amava l’arte e il sociale, come me e come dice il profilo del mio blog, conoscere e amare gli altri significa credere nella vita e sperare di migliorarla. Un utopia? Forse. L’arte, la scrittura, il giornalismo ci accomunano, forse per quello, a parte l’amicizia di lunga data con suo padre, ero una ragazza ai primi anni universitari e stavo nello studio dell’amico Matteo Rossi, che morto suo padre, si affidò a Nino Mattarella perché lo studio di Corso Matteotti 1 a Milano potesse continuare il suo percorso. La sua presenza e il suo fare di fatto sotto il profilo legale gli permise di laurearsi e diventare procuratore. Oggi lo studio lea 3imagesè su due piani ed è diventato talmente grande da essere conosciuto internazionalmente. Il papà di Lea abitava dove abitavo io, a Brera, nella casa rossa di Magistretti, proprio davanti alla Basilica di San Marco.

Lea, come me faceva la critica letteraria e curava mostre e convegni, scriveva libri…quella passione l’ha sostenuta nei momenti più difficili.  Collaboratrice di La Repubblica e della Stampa, il suo ultimo articolo l’ha scritto per Robinson. Aveva studiato all’Accademia di Belle Arti e insegnato a quella di Palermo, Macerata, Aquila, Milano, Torino, Napoli e infine nella sua adorata città, Roma… si era anche impegnata per la ricorrenza della Repubblica Italiana risalente al 2 giugno del 1946, lo ripeto spesso perché tanti giovani non sanno nulla, ora le scuole sembrano avere contenuti e programmi limitati, al punto che i giovani non sanno perché sono morti i loro nonni e come e cosa è successo nel mondo. Quegli smartphone non te lo insegnano, i dati li devi andare a cercare…e nelle casa non si sente più parlare di quella folle guerra voluta da Hitler se non quando c’è il giorno della Memoria (per lo sterminio ebraico), ma sono talmente tanti i giorni e i luoghi della memoria del popolo ebraico che tutto il resto sembra passare in cavalleria. Colpa anche dei nostri politici e storici…i poteri forti continuano ad lea 1403esistere. Anche il film (The Post)che ho visto ieri sera sui dossier che hanno coinvolto più presidenti americani per la Guerra in Vietnam che anni prima sapevano che mandavano a morire inutilmente tanti giovani…Anche il film “Tutti gli uomini del presidente” venuto dopo è stata una bella denuncia con lo scandalo Watergate di Nixon..una continuazione della situazione precedente. Ma torniamo a Lea. Era Capodanno quando qualche ore dopo la mezzanotte mi richiama suo padre non più per gli auguri ma per darmi la brutta notizia.  La mattina successiva lungo la passeggiata alle Zattere a Venezia dove lo scrittore Joseph Brodsky (Iosif Alessandrovic Brodskij , autore anche de “Le fondamenta degli Incurabili), proprio quelle che stavo percorrendo colpita ancora della notizia della nipote di Piersanti Mattarella (ucciso dalla mafia a Palermo) e dell’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,  con lo sguardo volto verso la Chiesa del Redentore e quella di San Giorgio entrambe erette dal genio di Palladio nel 1500, mi sono fermata a dire una preghiera alla Chiesa Della Salute, eretta nel 1600 a peste finita per merito artistico del Longhena. La vulnerabilità ti attenaglia, il pensiero dei figli da proteggere, tutto quello che si fa in una vita con passione svanisce (mi auguro che comunque qualche cosa rimanga, almeno l’esempio per i giovani). Quante battaglie sociali si compiono, quante denunce e poi di colpo sembra che nulla sia valsa la pena. E’ questa società che uccide ogni cosa. Non amo la globalizzazione, non amo l’America, non amo questa Europa e men che meno le nuove tecnologie, creano più danni che utilità…Non si potrà tornare indietro? Mah!? Il vaporetto mi aspetta a San Marco. Rientro a casa guardo i titoli di tanti libri d’’arte, la mia tesi rilegata in Storia dell’Arte e dell’Architettura e vedo dove sono ora e mi chiedo a chi servo io?

Progettare un mondo di sogni è semplice e per ridisegnare un mondo ricco di storia e di memoria serve fantasia, credere nel prossimo per un mondo migliore anche se sembra che nulla migliore, ma credere è un dovere, il vero “servizio sociale”… Quando nel mondo arriva un turbamento in contemporaneamente uno o più spiriti si lacerano. Uno squarcio tra la vita e la morte. Per il “trigesimo”, la Casa editrice Il Cigno, per la quale Lea aveva scritto dei testi, ha voluto dare ai presenti un libretto bianco (“Lea per noi”) con la sua foto e una raLEA 1downloadccolta degli scritti che consegnò ogni volta a Lorenzo Zichichi che ha come oggetto sociale la questione dei Musei…Io le dedico la canzone del poeta De’ Andrè: “Coda di lupo”.

Curiosamente tra me e lei ricorrono le stesse parole, o meglio anche gli stessi significati che dimostrano come ancora una volta quanto le seducenti forzature artistiche separano anziché creare delle idee che superino le nazionalità e i tempi. E’ inquietante constatare oggi all’appuntamento del revival dell’arte e del “sentire” la continuità della storia, come siamo costretti a fare i conti con ogni tipo di mistero. “Non è bello ciò che è nuovo, è bello ciò che è eterno”, avrebbe commentato Le Courbusier.


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