"AMADEUS" DI PETER SHAFFER CON LA REGIA DI ALBERTO GIUSTA AL TEATRO ELFO-PUCCINI. UN GENIO CHE NON TRAMONTA MAI

Stesso titolo, stesso autore. La pieces “Amadeus” di Peter Shaffer, la stessa ripresa nel 1984 con grande successo sconvolgente dal regista cinematografico Milos Forman con Tom Hulce nei panni del folle W.Amedeus Mozart e Murray Abrams nelle vesti del maestro compositore e rivale  Antonio Salieri, giocato sulla rivalità dei musicisti con i magnifici costumi di Theodor Pistek e la bella fotografia di Mirosvav Onidicek, torna in scena al Teatro Elfo-Puccini con la regia di Alberto Giusta. Una scelta coraggiosa della stessa impronta di quella di Forman che ha come interpretiTullio Solenghi nelle vesti di Antonio Salieri e Aldo Ottobrino nelle  vesti di Wolfang Amadeus Mozart e Roberto Alighieri che interpreta il Barone van Swieten e poi ancora Arianna Comes (Costanze Weber), Davide Lorino (Giuseppe III Imperatore d’Austria), Elisabetta Mazzullo (Venticello), Andrea Nicolini (Conte Orsini Rosemberg), con scene e costumi di Laura Benzi, luci di Sandro Sussi. Una coproduzione tra il Teatro Stabile di Genova e la Compagnia Gang.

Lo spettacolo scritto da Peter Shaffer nel 1978 interpreta il dramma del compositore italiano Antonio Salieri impegnato nel tentativo di distruggere la reputazione dell’avversario tanto odiato e tanto geniale Mozart. Stando ai documenti pare un odio mai esistito  nella vita reale. I due hanno lavorato parecchio insieme e spesso Salieri mediocre musicista e ammiratore del genio di Amedeus è stato un buon consigliere per Mozart. Ma torniamo alla pièces che rimarrà in scena fino al 18 gennaio nella Sala Shakespeare sembra essere divisa in due tempi, ma nel testo di Shaffer non vi è unità di tempo e di luogo. Shaffer ha scritto questo testo. L’ambientazione cambia invece vertiginosamente dalla fine del 1700 , periodo durante il quale Mozart, preceduto dalla sua fama incontra Salieri a Vienna fino al primo ventennio del 1800, nel quale Salieri, ormai anziano e malato fa girare la voce infondata che fu lui ad assassinare Amadeus nel 1791. Perchè si chiedono in molti lo avrebbe fatto? La risposta più semplice data è per la ragione di essere ricordato anache lui ai posteri. Se non come grande musicista come assassino.

Rabbia, senso di impotenza, invidia, bisogno di libertà e di amore, tanta indignazione, sono queste le passioni che animano e che muovono i protagonisti di questa meravigliosa storia drammatica e aulica al tempo stesso. E’ molto bravo Solenghi a reggere la personalità di Salieri e altrettanto capace è Aldo Ottobrino a dare anima a Mozart, alle sue follie, intuizioni, ribellioni…esaltazioni. Sta di fatto che “Amadeus” rimane un capolavoro di modernità che veste un Settecento apparentemente tradizionale per come era concepita la società a quei tempi e soprattutto in certi ambienti. Va ricordato che il giovane Mozart con il padre venne a Milano e fu ospite a Palazzo Reale, perchè là c’era il “Teatro Regio”, quella che poi divenne il Teatro alla Scala per importanza. Lì suonò Mozart e alloggiò in quelle corti.  Lo spettacolo non manca di momenti di ironia. Rileggere “Amadeus” non è semplice, ma l’operazione sembra essere riuscita fuggendo da quelle forme stereotipate di messe in scena decadenti e sfarzose, dando invece al racconto, ai rapporti tra i personaggi , alla magnifica music ache scandisce i tempi, i luoghi e gli stati d’animo, tutte operazioni poco legate al cosidetto Teatro di Regia. L’attenzione si concentra nel gioco attoriale e alla viva relazione tra gli interpreti. Mettere in scena Mozart significa anche fare conoscere il concetto di libertà in un tempo che si è classificato dei “Lumi”. Sul palco si coglie, come anche nel film di Forman la battaglia dell’artista per la libertà, la lotta al conformismo, la volontà di togliersi dalla concezione teocentrica del mondo per abbracciare gli ideali dell’Illuminismo e di conseguenza della Rivoluzione Francese….Orario 20,30.La domenica alle 16,30. Euro 16 ridotto e Euro 20 prezzo intero. Chiuso lunedì- www.elfo.org

 


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