DALL'URAGANO CHE SI E' ABBATTUTTO IERI SERA IN LAGUNA A QUELLO FOLLE DEL POPOLO ARMENO QUI A VENEZIA CON "THE CUT" FINO AL BEL DOCUMENTARIO INTERVISTA A G.L.RONDI. BEN GIRATO "OLIVE KETTERIDGE" PER SKY. FRANCES Mc DORMAND "TALENT ARWARD"

Dopo il successo di “Olive Deteridge” con Frances McDornaNd, un solo film e poi 4 puntate per Sky Italia e in America: una pellicola ben girata, ben recitata, larghe inquadrature, tipi umani, problemi che da oltre Oceano rimalzano fino qui, è stata dura vedere il film “Il giovane favoloso”, tanto atteso, ma che ha dato anche tanta delusione, proprio come “Near Death Experience” di Dèlepine e Kenvern. A tirare su il morale al 71esemo Festival del Cinema di Venezia in un’altra giornata nuvolosa è stato “Belluscone. Una storia tutta siciliana” di Franco Maresco per la Sezione Orizzonti, dove ti fai un sacco di risate. Il film è ben confezionato e gli attori sono tutti bravi. Ma per passare a una cosa più seria il documentario-intervista a Gian Luigi Rondi: vita, cinema, passione. di Giorgio Treves, dove il noto critico cinematografico racconta con passione dalla sua casa romana la sua carriera, i suoi successi, le sue scoperte, il Neorealismo, la stagione più importante del nostro cinema italiano e fa tanti racconti appassionati da quando durante la guerra i principio avevano più paura dei fasciste che di Hitler, ma quando venen invsa Roma e iniziarono i rastrellamenti capì anche se ragazzo che cosa voleva dire quella quella violenza. Ricorda che sua made lo nascose in un bottega di pizzi e merletti perchè era un’affezionata cliente, così’ Rondi rimase nascosto stra abiti e nstri di velluto per una giornata. Fu un libro di Claudel a farlo diventare amico del padre di Alessandro,  Silvio D’Amico che lo fece scrivere su “Il Tempo” come (vice) e poi grazie a Renato  Angiolillo fu assunto.Sposato con una francese ebbe due figli che per volere della madre non si diedero mai alla cinematografia. Credo che da una vacanza a San Raphael non tornarono più: a Roma credo rimasero 6 anni. Joel Rondi nel documentario ricorda alcune abitudini del padre e il dispiacere che provò quando nessuno di loro, anche Francois, lo seguì nella professione. Stiamo parlando degli anni ’50. Rondi fu un  frequentatore della Sinistra Democristiana, quando Andreotti su incarico di Gasperi gli affidò anche il compito di ricostruire il Cinema italiano, rappresentante dei moderati e dei democristiani, uomo dalle grandi conoscenze anche in Vaticano, nonostante lui oggi a 90 anni passati si considera di “sinistra”, in realtà fu il cardinale laico della cinetogrfia italiana con molti agganci anche all’estero. I suoi amici francesi e americani lo portarono sempre in palmo di mano affidandogli anche ruoli Oltralpe. Fu sua l’idea del Donatello, il Premio che ancora oggi ha un grande riscontro nel settore, si tratta di una statua in oro di Donatello, il David, forgiata da Bulgari. Il Premio composta da una giuria di 1800 esperti per anni fu consegnato nel Teatro antico di Taormina e poi tornò a Roma.

Per ben due volte direttore del festival del Cinema di Venezia e più volte membro di giuria anche in altri Festival. Amico di Claude Carriere lavorò in Francia e fu un grande organizzatore culturale. Fu anche operatore di documentari e una volta per qualche minuto anche attore. Quando l prima volta a Venezia lo vollero come regista, Il Messaggero pubblicò due lunghe liste di favorevoli e contrari e tra i contrari ci furono anche cari amici, ma con lui c’erano Zavattini, De Sica, Visconti, Blasetti, Risi, i Taviani, Masina, Fellini, Lizzani, Blasetti…Fu due volte direttore della Mostra venezaina nel 1971 e nel 1972,  e poi nel 1983 fino al 1986, molti Leoni furono consegnati da Rondi personalmente sostenendo molto il cinema italiaino ma introducendo anche per la prima volta film cinesi o il tanto amato Kurosawa che anche in Francia, a Cannes si battè perchè “Kagemusha”  prendesse la sua Palma. Anche Fellini ricevette da lui il Leone d’Oro e Ingmar Bergman (Bergman lo volle per la traduzione dei suoi film in italiano),  Liv Ullmann in una giuria sostennne più volte le scelte di Rondi. Per Rondi il Neorealismo fu la stagione più interessante del Cinema italiano, ma sostiene che ora sia scomparso. Si commosse per “Ladri di biciclette” e per il film dei Taliani “La notte di San Loorenzo” e per “La terra trema” di Visconti. Rondi portò a Venezia anche “Arancia meccanica” di Kubrich e “PrenomCarmen ” di Godard. Tra le attrici Rondi fu particolarmente affezionato alla Lollobrigida che gli faceva da accompagnatrice nei numerosi viaggi all’estero, come quello memorabile in Giappone. La Lollo dichiara nel documentario: “Ebbi una carriera folgorante e rapidissima”, c’era solo a contrastarla la Sofia Loren che oltre al Marito Carlo Ponti come insegnante ebbe Vittorio De Sica, ma pare che molti tendano a scordarselo, perchè sostiene Rondi, la Loren non si è affatto fatta da sè. Brave anche la Mangano e Bosè…Tra i tanti Leoni consegnati rimane nella sua memoria quello a Chaplin che si esibì alzandosi da un trovo per qualche minuto con il suo bastoncino, era molto anziano, a Marcel Carnèt e John Ford. Un altro ricordo è quello legato alle polemiche del film “I Diavoli” di Ken Russell. Polemiche che vennero sedate da l’allora Patriarca di Venezia Albino Luciani che poi sarebbe divenuto Papa Giovanni Paolo. Per quando riguarda Roma e il suo Festival dopo il buon lavoro compiuto insieme a Piera Detassis, Rondi si dimise quando venne proposto Marco Muller.

Tornando a “The Cut” di Fatih Hakin la nota positiva è comunque rappresentata dall’interpretazione di Tahar Rahim, il talento francese che sei anni fa si rivelò nel film “Il profeta” e che oggi è oramai una certezza; 15 film in meno di 9 anni. Nella pellicola racconta la storia di un giovane armeno che sopravvissuto al genocidio del 1915 gira per il mondo alla ricerca delle figlie. Il cast si è dato appuntamento all’Hotel Quattro Fontane, mentre questa sera si festeggia “Olive Kitterig” al Gran Hotel Excelsior organizzata da SKy Italia.

 


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